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Cronaca | 02 luglio 2024, 16:07

Nomadi di origine polacca e italiani i 14 arrestati per le truffe agli anziani commesse anche in provincia di Varese

Emergono nuovi dettagli dall'operazione svolta dalla polizia di Vercelli questa mattina. I beni sottratti alle vittime, tra Lombardia e Piemonte, ammontano a circa 400mila euro fra contanti e ori che venivano ricettati da complici italiani. Alcuni appartenenti alla banda avevano intestati 150 veicoli per non lasciare tracce del loro passaggio

Nomadi di origine polacca e italiani i 14 arrestati per le truffe agli anziani commesse anche in provincia di Varese

Sono per lo più maggior nomadi di nazionalità polacca legati tra loro da vincoli di parentela le 14 persone destinatarie di altrettante misure cautelari in carcere eseguite oggi dalla polizia di Vercelli perché ritenute responsabili di aver commesso almeno 27 truffe in danno ad anziani oltre che nel territorio vercellese anche nelle province di Novara, Biella, Lodi, Alessandria, Pavia, Varese, Como, Milano e Monza. Per tutti le accuse sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe agli anziani, sostituzione di persona e ricettazione. (LEGGI QUI)

Nelle decine di casi accertati, le vittime hanno denunciato di aver ricevuto una telefonata da un appartenente alle forze dell’ordine, da un avvocato o addirittura da un familiare, il quale riferiva di un incidente stradale, in realtà mai avvenuto, in cui era rimasto coinvolto un parente della vittima.

Per evitare conseguenze infauste, giudiziarie o di salute, per il parente coinvolto il sedicente professionista asseriva che fosse necessario consegnare loro urgentemente una cospicua somma di denaro e, laddove la vittima non fosse in grado di raggiungere la somma richiesta, i truffatori la convincevano a consegnare tutti monili e gli ori di famiglia nella sua disponibilità. L’indagine iniziata ad aprile dell’anno scorso ha accertato, inoltre, che il danno complessivo dei beni asportati ammonta a circa 400 mila euro tra contanti e preziosi sottratti alle vittime dei raggiri.

Dall’attività investigativa è emersa l’assoluta versatilità ed interscambiabilità degli appartenenti al gruppo, che potevano fungere tanto da telefonisti chiamati a trarre in inganno le anziane vittime quanto da sedicenti incaricati al ritiro dei preziosi, talvolta qualificandosi come appartenenti all’Arma dei Carabinieri, come addetti dell’ospedale, impiegati di uno studio legale o addirittura come parente stretto della vittima.

Dell’associazione facevano parte anche alcuni soggetti italiani dediti alla ricettazione dei preziosi che permetteva al gruppo di far sparire in breve tempo i monili sottratti alle vittime, così come alcuni degli appartenenti sono risultati intestatari di oltre 150 veicoli, usati di volta in volta dal gruppo per colpire in varie province del Nord Italia senza lasciare tracce del loro passaggio. 

(Red-Cro/Adnkronos)

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