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Basket | 02 luglio 2024, 21:36

Bonfiglio, il mito Ignis, Scola e un grande sogno: «Varese amore ritrovato, la rivorrei tra le prime tre in Italia»

Intervista esclusiva di VareseNoi all'uomo d'affari che oggi possiede l'11% delle quote di Pallacanestro Varese. «Tifo questi colori fin da piccolo, pur essendo nato a Milano da madre canturina. Dopo quarant'anni, grazie a Marco Vittorelli, sono ritornato a Masnago, ho conosciuto Luis e ho trovato persone che hanno i miei stessi valori: vorrei aiutarle a crescere. E che bella sarebbe una seconda maglia "gialla e blu"...»

Stefano Bonfiglio, oggi a Pero nella casa del Club Milano di cui è diventato socio

Stefano Bonfiglio, oggi a Pero nella casa del Club Milano di cui è diventato socio

Noi che abitiamo all’ombra del Sacro Monte, almeno ogni tanto, dovremmo ripensarci, anche per dare una sana mano di lucido all’orgoglio inevitabilmente ingiallito dal tempo: in quegli anni, e non c’è bisogno nemmeno di ricordare quali, Pallacanestro Varese ha avuto sugli appassionati di palla al cesto dello Stivale, ovunque ubicati, un potere di fascinazione in grado di segnare un netto confine tra il prima e il dopo.

Meneghin&company - con le loro vittorie, con il loro dominio sull’Italia e sull’Europa dei canestri - sono stati per un’intera generazione una sorta di Beatles in canotta e braghe corte, conquistando cuori e ispirando professioni di fede mai rinnegate, anzi conservate in un indelebile stigma fino ai giorni nostri. Ignis era "la" parola magica, una "key word" che prima di risaltare nelle cronache dei trionfi del campo aveva bussato alle case degli appassionati grazie agli elettrodomestici, tra i marchi attori sul palco del boom economico.

Frigoriferi e campioni: era l’idea geniale di Giovanni Borghi.

Il cumenda sarebbe allora raggiante nel sentir oggi parlare Stefano Bonfiglio, l’uomo d’affari che da meno di una settimana è diventato proprietario dell'11% di Pallacanestro Varese, aderendo all’avventura marchiata Luis Scola e aprendo sempre di più i confini della società biancorossa: «Sì, sono entrato in Pallacanestro Varese per passione» ha detto in esclusiva ai “microfoni” di VareseNoi.it.

Lo abbiamo incontrato oggi, martedì 2 luglio, al Pero Sporting Club, centro sportivo all’avanguardia e casa del Club Milano, realtà calcistica nata nel 2017 militante nel campionato di serie D. Bonfiglio ha infatti investito anche qui, conquistato dal grande lavoro fatto dal club meneghino con i giovani (oltre 1200 i tesserati), toccato con mano in virtù delle esperienze calcistiche - da avversario - di uno dei suoi figli. Ad accoglierlo (leggi QUI), in un pomeriggio afoso, le istituzioni cittadine e i vertici della società locale, grati di avere come compagno di viaggio un protagonista della finanza mondiale (leggi QUI l’inchiesta fatta da VareseNoi qualche giorno fa).

Sorridente, disponibile, empatico, quando lo avviciniamo e gli confessiamo che siamo venuti da Varese per parlare di Pallacanestro Varese si illumina letteralmente: è questa - oltre alle parole che stiamo per riportarvi - la risposta più chiara a chi per giorni si è chiesto cosa ci azzeccasse un personaggio che guida un fondo di investimenti a nove zeri con i canestri di Masnago…

«Sono tifoso biancorosso fin da bambino - confessa subito - Leggevo il nome Ignis sulla Gazzetta, a connubio di grandi trionfi, e lo ritrovavo sul frigorifero di casa, in un’associazione che presto mi ha fatto dire “sì, è questa la mia squadra”. Per anni ho sofferto e poi gioito guardando le grandi partite e le grandi vittorie, soprattutto in Coppa dei Campioni. E pensi che io sono di Milano…».

Supporter varesino nonostante il destino lo avesse fatto nascere nel luogo di elezione delle altrettanto rinomate Scarpette Rosse milanesi? Non avete ancora letto tutto: «Non è finita: mia madre era di Cantù, quindi la famiglia era un derby lombardo al completo. Ma io non volevo sentir ragione: per me esisteva solo Varese».

Qualche decennio dopo, il fuoco arde ancora. Ed è questo ardore a spiegare il qui e ora: «Sono rimasto sempre appassionato (anche, in generale, di basket ndr: Bonfiglio ha frequentato negli Usa una delle università più rinomate dal punto di vista cestistico, Georgetown, e racconta di essersi laureato insieme a una delle leggende di quell’ateneo e della NBA di tutti i tempi, ovvero Patrick Ewing) e così, quando due anni fa sono tornato in Italia dopo 40 anni passati all’esterno, il mio caro amico Marco Vittorelli, ex presidente di Pallacanestro Varese, ha esaudito un mio sogno: quello di ritornare al Lino Oldrini…».

Succede esattamente il 15 gennaio 2023, Varese-Napoli 106-79: «Lì ho conosciuto Luis Scola e abbiamo fatto amicizia, trovando diversi punti in comune. Tra questi il fatto che mia moglie sia argentina e che guidi una onlus che lavora con persone costrette sulla sedia a rotelle, un’attività che mi sta molto a cuore e sta molto a cuore anche a Scola stesso. Ma non solo: nel progetto di Luis ho visto una grande passione per lo sport e per i suoi valori, così come una grande attenzione ai giovani».

Quel giorno di inizio 2023 il piano che collega Stefano Bonfiglio al basket varesino si è quindi inclinato ancora di più: «Lo scorso anno ho fatto sì che una nostra società (nostra, cioè del fondo Stirling Square Capital Partners, di cui è socio fondatore ndr), la Itelyum, arrivasse a sponsorizzare l’arena di Masnago (e l’avventura in coppa ndr): di Itelyum sono stato anche presidente e ho chiesto al suo amministratore delegato uno sforzo per sponsorizzare la mia squadra del cuore. Col tempo è poi nata una relazione a molti livelli, con Scola e Vittorelli, molto piacevole e interessante, grazie alla quale ho ritrovato l’amore autentico che avevo da bambino: così ho chiesto di poter partecipare a un progetto di sviluppo alla prima opportunità che si fosse presentata».

L’opportunità è arrivata ed è diventata PV Ignis, nome non scelto a caso («ho suggerito di riportare, magari come seconda o terza maglia, il giallo e il blu…» suggerisce sorridendo l’investitore), ora dietro in percentuale solo a Scola e a Varese Sport & Entertaiment nella compagine proprietaria varesina. E Bonfiglio su questo nuovo capitolo della sua vita ha le idee chiare, senza paura di esporle: «Sono entrato in società con l’idea di farla crescere: mi piacerebbe rivedere Varese fra le prime tre squadre in Italia e farla ritornare ad avere un certo passo anche in Europa. Io voglio aiutarla, per amore e perché ho trovato modo di collaborare con persone che hanno i miei stessi valori».

Appuntamento all’Itelyum Arena allora: «Se mi vedrete al palazzetto? Certamente…».

Fabio Gandini


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