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Cronaca | 28 giugno 2024, 14:11

Commercio illecito di farmaci e sostanze dopanti tra Italia e Svizzera: sei condanne e tre rinvii a giudizio

La Guardia di Finanza di Verbania ha scoperto una rete di commercializzazione di prodotti farmaceutici prescritti illecitamente e venduti a noti bodybuilder e personal trainer

Commercio illecito di farmaci e sostanze dopanti tra Italia e Svizzera: sei condanne e tre rinvii a giudizio

La guardia di finanza del comando provinciale di Verbania ha scoperto una vera e propria rete di commercializzazione di farmaci e altre sostanze dopanti, tutte ricomprese nella lista dei prodotti proibiti, stilata dall’agenzia mondiale antidoping (“World Anti-Doping Agency - WADA”), le quali, seppur vietate, continuano ad essere utilizzate per alterare le prestazioni agonistiche.

Per delineare le dimensioni dell’illecito fenomeno, nonché la validità del dispositivo messo in campo per contrastarlo, basti citare che l’operazione ha consentito di sottoporre a sequestro ben oltre 12.000 prodotti farmaceutici tra flaconi, fiale e compresse, alcune delle quali usate per la cura di tumori o in ambito veterinario, ottenibili esclusivamente dietro prescrizione medica, ma anche sostanze prodotte “artigianalmente” senza alcun controllo medico, e, più ancora, 700 fiale di Nandrolone e 400 compresse di “Rivotril” (dalla elevata pericolosità sociale per il suo possibile uso improprio: la cosiddetta “droga dello stupro”), farmaci entrambi ricompresi nelle tabelle del testo unico delle sostanze stupefacenti.

L’operazione è stata resa possibile attraverso lo svolgimento di mirate e articolate indagini di polizia giudiziaria, pregevolmente coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verbania ed eseguite congiuntamente da militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Verbania e dal personale in forza alla sezione di polizia giudiziaria - aliquota guardia di finanza - della medesima Procura.

Le attività investigative hanno tratto origine dallo sviluppo di elementi emersi a carico di un cittadino italiano, in precedenza deferito all’autorità giudiziaria per il reato di ricettazione di sostanze dopanti, a seguito di un sequestro di un quantitativo di prodotti della specie, operato nei suoi confronti nel novembre 2021, allorquando aveva tentato di introdurre le sostanze in territorio elvetico attraverso il valico di confine di Iselle di Trasquera.

Il solerte intervento dei finanzieri della Tenenza della guardia di finanza di Iselle aveva consentito preliminarmente di accertare che i prodotti, precedentemente ritirati presso uno spedizioniere nazionale con sede in Domodossola, erano destinati ad un cliente domiciliato in Svizzera.Dal semplice controllo ai fini doganali, venivano attivate indagini più approfondite attraverso le quali veniva individuata una serie di spedizioni sospette, il cui rintraccio portava a identificare, tra i destinatari, dei bodybuilder anche famosi.

Stante il materiale indiziario acquisito, l’autorità giudiziaria disponeva una serie di perquisizioni dei luoghi nella disponibilità degli indagati - tra i quali figurano bodybuilder a livello professionale, che si sono distinti in competizioni sia a livello nazionale che internazionale, e alcuni personal trainer di successo - nonché il sequestro diretto di corrispondenza, finalizzato a ricostruire le spedizioni delle sostanze dopanti.

L’ulteriore sviluppo delle indagini ha interessato le province del Vco, Novara, Pavia, Ascoli Piceno, Roma e la vicina Confederazione Elvetica ed hanno consentito di rintracciare e ricostruire oltre 3.600 spedizioni da parte dei sodali in favore di utilizzatori sia in Italia sia all’estero.La ricezione degli ordini, spediti sotto falso nome, avveniva per mezzo di messaggistica istantanea criptata o soggetta ad autodistruzione in chat segrete, utilizzando schede telefoniche intestate a soggetti di fatto inesistenti, effettuando i pagamenti per contanti o tramite carte prepagate, alcune delle quali attivate on-line presso istituti di credito esteri, avvalendosi di documenti d’identità contraffatti. 

L’autorità giudiziaria ha concluso le indagini con richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di nove persone, sei delle quali si sono già avvalse dell’istituto del patteggiamento. Nei confronti di queste ultime, il Tribunale di Verbania ha emesso sentenze di condanna, con pene comprese da un anno a un anno e otto mesi di reclusione, in parte sostituite con lavori di pubblica utilità.

I responsabili sono stati, altresì, segnalati alla Procura Nazionale Antidoping per le condotte relative ai reati a loro ascritti nello specifico settore.

L’operazione di servizio si pone, sicuramente, a chiara testimonianza dell’impegno e della costante dedizione della guardia di finanza a tutela dei cittadini, per il contrasto di ogni forma di illegalità e, nel caso di specie, a salvaguardia della salute pubblica, messa a repentaglio da una pratica tanto scorretta, quanto pericolosa quale quella dell’impiego di sostanze dopanti nelle competizioni sportive.

Da Vconews.it

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