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Calcio | 27 giugno 2024, 15:48

Sannino: «Svizzera-Italia? Scopriremo chi siamo veramente. Varese con "quel" nostro Varese faceva l'amore. Un giorno Mangia tornerà in panchina e io farò il suo vice»

Sabato gli ottavi dell'Europeo tra azzurri e rossocrociati: intervista all'allenatore biancorosso del secolo che allena da due stagioni i ticinesi del Paradiso. «Prevedo una sfida equilibrata dove capiremo se gli azzurri sono davvero quelli visti con la Croazia, oppure altro... Finora la Spagna mi ha entusiasmato. La Città Giardino? Ancora oggi la gente dimostra sentimenti incredibili e mi ferma anche quando corro. Sogliano è un Uomo con la maiuscola, valorizza i calciatori anche sul piano umano. Per il bene della città speriamo che i biancorossi tornino al livello della loro storia»

Beppe Sannino, 67 anni, su e giù di corsa per le strade della sua amatissima Varese

Beppe Sannino, 67 anni, su e giù di corsa per le strade della sua amatissima Varese

Beppe Sannino è, semplicemente, Beppe Sannino. Cioè un uomo unico e non solo o non tanto colui che venne votato dai tifosi come l'allenatore del secolo biancorosso - il suo legame con la città e con i varesini è qualcosa di unico e senza precedenti anche oggi - o che vinse la panchina d’oro dopo la storica promozione in B attesa 25 anni e quella d'argento tra i grandi dove ha allenato anche Novara, Siena, Palermo, Chievo, all'estero Watford, Levadejakos, Honved e - in Canton Ticino da due anni - il Paradiso trascinato in Promotion League per la prima volta nella storia e, poi, a un campionato di vertice. La vita e l'indole di Sannino sono un'emozione da cui è impossibile sfuggire e, a 67 anni, rappresenta l'amore più puro per il calcio dell'eterno fanciullo che in tutti noi, ma non in lui, stenta spesso ad emergere.

Beppe Sannino: partiamo dagli Europei e dall'ultima vittoria dell'Italia quando era scoccato il 98° minuto.
La sfida con la Croazia è stata sofferta: venivamo da una non lodevole prestazione con la Spagna, era un po' la partita dell’ultima spiaggia e c’era molta pressione sui giocatori. A mio avviso i croati hanno fatto vedere qualcosa in più, poi la dea bendata ci ha dato una mano, anche se il gol di Zaccagni è stato d'ottima fattura. Vedremo negli ottavi con la Svizzera se la nostra Nazionale è davvero questa, oppure se conosceremo la sua vera natura.

Conosci bene il calcio svizzero: che incontro prevedi?
La Svizzera sinora mi ha ben impressionato: è messa in campo molto bene, ha buonissimi giocatori e darà filo da torcere ai nostri azzurri. Sarà una partita equilibrata: impossibile sottovalutare il calcio svizzero perché negli ultimi anni ha fatto passi avanti notevoli.

Come giudichi sinora questi Europei?
Di buon livello. Ho visto belle partite, in modo particolare mi ha entusiasmato la Spagna che ha fatto vedere un bel gioco.

Parlaci un po' del calcio svizzero da dentro.
In Svizzera il calcio è ancora divertimento, rispetto degli altri e delle regole. Non c’è tutta la pressione italiana. Ci sono pregi ma anche qualche difetto. Allenare i ragazzi svizzeri è bello, sono seri, per loro viene prima la scuola o il lavoro. 

Allenerai ancora al Paradiso trascinato al traguardo storico della Promotion League e poi a un campionato di altissimo livello?
Certamente: ho un contratto sino al 2027 e mi trovo molto bene sia con gli appassionati che con lo staff e la proprietà. Non vedo l’ora che arrivi il 3 luglio per iniziare gli allenamenti e ricominciare per ottenere nuovi risultati.

Anni fa avevi promesso che un giorno saresti tornato a Varese...
La promessa è ancora valida, sempre se ci sarà la volontà di realizzarla da parte della società. Per tre anni sono impegnato, poi se ci sarà l’opportunità io ci sarò.

Il tuo rapporto con la città di Varese qual è?
Straordinario. Ancora adesso quando vado in centro la gente mi ferma per parlarmi di calcio. Addirittura quando sono in giro a correre a volte i varesini mi salutano abbassando il finestrino dell'auto. 

Gioie e delusioni del periodo biancorosso?
Gioie tante, delusioni nessuna. È stato un momento magico unico, la città ha vissuto un periodo straordinario di amore con il calcio. Sentivo l’entusiasmo della gente: il calcio era un mezzo per unire e per creare momenti di convivialità, facendo nascere anche nuovi club di tifosi. Ancora oggi mi emoziono rivedendo le partite di quel periodo: nei tre anni in biancorosso il fortino di Masnago non è mai stato espugnato, e questa per me è una grande gioia che conservo nel cuore.

Hai ancora contatti con i tuoi ragazzi di allora?
Esiste un legame fortissimo: ci mandiamo messaggi e, con quelli residenti in zona o vicino alla nostra provincia, a volte ci incontriamo per un aperitivo.

Ti vedi spesso anche con Sean Sogliano...
Sean è un uomo vero: difficile incontrare persone del genere in questo mondo. La nostra amicizia fraterna va oltre il calcio e si sono creati valori che è difficile spiegare. Sean è un direttore sportivo capace, che sa valorizzare i calciatori sia sul piano umano che calcistico. Mi complimento ancora con lui per l’eccellente risultato che ha conseguito quest’anno con il Verona.

Ti sei legato molto, soprattutto negli ultimi tempi, anche a Devis Mangia.
Ci sentiamo spesso. Mi auguro possa rientrare al più presto nel mondo del calcio perché ha tutto per esserci. Vorrei vederlo ancora in panchina... Anzi, facciamo così: quando tornerò a Varese sarò un po’ "vecchietto", propongo quindi Mangia allenatore mentre io farò super volentieri il suo secondo.

Prossime sfide?
Tutti i giorni c’e una sfida, adesso faccio un periodo di riposo con mia moglie, poi si ricomincia nel "Paradiso svizzero" a scrivere il nuovo capitolo di una storia, anche se da qualche parte è già tutto scritto.

Segui il calcio varesino?
Certo, perché non dovrei. Ci sono realtà interessanti con buoni calciatori. Nell'ultima stagione ho seguito con interesse il bel campionato del Varese di Cotta e Rainieri, a cui faccio i miei complimenti.

Il futuro del Varese qual è?
Passa sicuramente dallo stadio, su questo non c’è dubbio. Antonio Rosati quest’anno ha alzato l’asticella, rinnovando lo staff: vediamo... certo che sarà un campionato difficile. Per il bene di tutta la città speriamo che i biancorossi tornino al loro livello, cioè in quel calcio dove hanno scritto pagine di una grande storia.

Claudio Ferretti


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