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Busto Arsizio | 27 giugno 2024, 14:57

Il playground dei miracoli è pronto: sabato si gioca al parco Brazzelli, ricordando Niccolò Sartoni

Allestimento spettacolare. Ultimazione dei lavori e nuova edizione del torneo NBK basket 3vs3 presentati dall’associazione MeLa Gioco e dall’assessore allo Sport, Maurizio Artusa. Che della onlus dice: «Un esempio, i volontari hanno fatto qualcosa di straordinario». La presidente del sodalizio e compagna del giovane prof, Chiara Lorello: «Hanno lavorato con noi oltre 100 persone. Quel campo sia luogo vivo»

Nella foto piccola, da sinistra, Maurizio Artusa, Chiara Lorello, Francesca Cassani, Lorenzo Sartoni

Nella foto piccola, da sinistra, Maurizio Artusa, Chiara Lorello, Francesca Cassani, Lorenzo Sartoni

Pochi tocchi finali e il playground dei miracoli sarà pronto, il torneo NBK basket 3vs3, in memoria di Niccolò Sartoni, vivrà un’edizione memorabile. Perché sarà proprio l’iniziativa con cui si ricorda il giovane insegnante di Scienze motorie, atleta del Basket Busto Arsizio, portato via nel giugno di quattro anni fa da un melanoma, a tenere a battesimo il nuovo, spettacolare allestimento al parco Verri-Brazzelli (foto in fondo). Taglio del nastro alle 11 di sabato 29 giugno, nella giornata che radunerà tanti appassionati di pallacanestro e baskin-basket inclusivo, nell’area adiacente all’Ipc. Merito dell’associazione MeLa Gioco che, dalla scomparsa di Niccolò, promuove a suo nome prevenzione e ricerca sul melanoma, inclusione sociale attraverso lo sport e sostegno allo studio.

«Quello che l’associazione ha fatto – scandisce l’assessore Maurizio Artusa – è straordinario e inaspettato. Sono entusiasta per il risultato raggiunto e per l’esempio che l’associazione offre nel reperire risorse e realizzare un progetto così bello. Non uso la parola “esempio” a caso, si potrebbe fare molto di più se, quando vengono lanciati appelli dal mondo dello sport, chi ne ha la possibilità si desse da fare, magari informandosi sulle strade che si possono percorrere».

Il primo miracolo è quello delle risorse: MeLa Gioco ha dato al Comune 30mila euro, raccolti con le proprie attività. La donazione è servita alla parte più sostanziosa della riqualificazione. Secondo miracolo, gli ulteriori 10mila euro utilizzati per rendere il campo unico, un’esplosione di colore firmata dall’artista Francesca “Nine in the paint” Cassani. Primi a palleggiare sul nuovo fondo, saranno i partecipanti al torneo di sabato (vedi anche QUI).

Si arriva, dunque, ai miracoli tre e quattro, tra partecipazione e “olio di gomito”. «Sarà un’edizione record – annuncia Chiara Lorello, compagna di Niccolò e presidente MeLa Gioco – abbiamo 24 squadre iscritte, tra maschili e femminili, più la dimostrazione di baskin. Una bella soddisfazione anche per i volontari che hanno ultimato i lavori e dipinto il campo. In nove giorni sono stati oltre cento, dall’infanzia ai 75enni».

La gratuità dell’impegno, del resto, è tema ricorrente nella storia del restyling e coinvolge anche Francesca Cassani. «Ha sposato la causa» sottolinea Chiara Lorello, mentre l’artista racconta: «Conoscevo Niccolò e non ho mai trovato tanta passione, tanta forza di volontà come quelle che ho visto in questo caso, tra parenti, amici e studenti. A centrocampo c’è il logo dell’associazione con la palla da basket. Da lì partono dei raggi che tagliano tutta la superficie. Sono di colori accesi su fondo nero. Il contrasto vuole trasmettere energia, fare capire che quella di Niccolò c’è ancora, è con noi».

Tanta bellezza, del resto, porta con sé un appello al senso di responsabilità. «Speriamo che l’intervento duri nel tempo – auspica Lorenzo, papà di Niccolò e vicepresidente dell’associazione – stiamo pensando di accantonare qualcosa per manutenzioni ordinarie ma ovviamente il rispetto è indispensabile». «Conosciamo quel campo – conclude Chiara Lorello – sappiamo che può essere un luogo davvero vivo».

Giocare tanto e a lungo in un luogo recuperato e integro: ecco un buon modo, concordano tutti, per onorare la memoria di Niccolò. Anche perché, ricorda la presidente, «...lui faceva tutto, anche combattere la malattia, con una palla da basket tra le mani».

Stefano Tosi

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