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| 26 giugno 2024, 09:13

Ardor, sempre più spazio ai giovani: «Perché come Kevin ce n'è uno su centomila, ma tutti hanno diritto di giocare»

Chiusa una stagione fantastica per la società di Sant'Edoardo a Busto Arsizio, se ne apre una con tante novità. I numeri (e le strutture) che crescono, la carica di Kevin Zeroli, i sogni e gli open day

Ardor, sempre più spazio ai giovani: «Perché come Kevin ce n'è uno su centomila, ma tutti hanno diritto di giocare»

Cresce la famiglia dell'Ardor ed è sempre più giovane, nonostante tra qualche mese scatteranno i 70 anni di vita. In questo periodo "convoca" i ragazzi per gli open day, così da crescere ulteriormente insieme. Tutto ciò archiviando un anno davvero intenso e che mostra ciò che sta più a cuore alla società di Sant'Edoardo, a Busto Arsizio, grazie a un amico d'eccezione: sono pochi a poter diventare un campione come Kevin Zeroli (che da qui è passato e qui sempre felicemente torna a salutare anche dopo l'impennata rossonera della sua carriera, LEGGI QUI), ma tutti possono esserlo nei valori.

Sempre più giovani

Il responsabile del settore giovanile Alessandro Lavazza è entusiasta dell'anno alle spalle: «I numeri non solo sono stati confermati, bensì ampliati. Per questo, noi che crediamo nell'inclusione e nell'accoglienza ora abbiamo nuove strutture per poter prendere nuovi ragazzi». Finito il campo sintetico di Santa Croce e definito l'accordo con il Comune di Dairago per cinque anni su una struttura oggi in rinascita (LEGGI QUI E QUI), il quadro si completa: «Abbiamo cominciato la stagione con numeri superiori alle 300 unità come tesserati giocatori. Vanno aggiunti dirigenti e allenatori, per cui siamo una realtà che supera abbondantemente le 400 persone coinvolte. È  stata una bella stagione, perché la percentuale di ragazzi che ha mantenuto la presenza sul campo è stata quasi totalitaria, il 98%. Ci siamo salvati con la prima squadra con un'impresa all'ultima giornata che ci ha galvanizzato ulteriormente e abbiamo fatto i nostri tornei classici in memoria dei personaggi chiave dell'Ardor».

Ora si riparte, con l'open day a luglio, «per la prima volta una settimana per vedere i due ragazzi - spiega - utilizzeremo le due strutture a Sant'Edoardo e a Santa Croce e faremo qualcosa anche a Dairago, perché l'impegno con sindaco, assessore e tutto il consiglio è riattivare il calcio, partendo dai più piccoli» (NELLE FOTO SOTTO GIORNI E ORARI). Si vogliono dare più opportunità di riferimento: cominciano i 2019 «che per noi sono la risorsa più importante perché puntiamo tantissimo sempre sui piccoli», ma l'open day ci sarà fino al 2009 e si avrà anche la juniores.

«Tutti i ragazzi che arrivano potranno allenarsi con i nostri mister e cercheremo di dare spazio a tutti - assicura Lavazza - L'obiettivo è sempre più coniugare la parte educativa con una parte tecnica di un certo livello». Il nuovo direttore tecnico quest'anno è Alessandro Caccia, allenatore Uefa B di esperienza, che seguirà tutti gli allenatori e girerà i campi per migliorare la qualità dell'allenamento. 

«Poi è stato confermato il consiglio, molto coeso - continua Lavazza - Claudio Pozzati seguirà la parte agonistica fino alla juniores. Quindi c'è Francesco Maino come ds della prima squadra che ha scelto un nuovo allenatore, Riccardo Refraschini: ha il compito di formare una squadra molto giovane».

La formula è questa: ringiovanire la prima squadra e agganciare ragazzi della juniores, che avranno la possibilità di allenarsi con i più grandi.  

Un campo fantastico

Ad alimentare l'entusiasmo c'è anche il campo di Santa Croce, inaugurato lo scorso settembre: «È fantastico, realizzato con le migliore tecnologie - riconosce Alessandro Lavazza - Ringraziamo la parrocchia con la quale abbiamo condiviso investimento e concetto: riempire lo spazio vuoto di contenuti per i ragazzi e la comunità. Grazie dunque a don Antonio, don Gabriele, don Terenzio». 

L'ammirazione è diffusa: «È un luogo bello, che ci chiedono in tanti. Siamo orgogliosi sia per l'averlo fatto con le nostre forze sia per i contenuti appunto che vanno oltre il terreno».  

Il campione

Tra le visite al top che si ricevono all'Ardor, quelle di Kevin Zeroli: «Un ragazzo splendido, speciale come la sua famiglia. Molto aperto. Viene con il fratello ed è sempre di una disponibilità assoluta con tutti i ragazzi. Firma cappellini, foto, tutto. Diciamo che sempre che Kevin è un esempio di cosa si possa fare partendo da un campetto di oratorio e mantenendo un animo buono. È di grandissimo talento e grandissimo impegno, mette tutto quello che ha».

Quindi avanti a seminare. «Prosegue il nostro rapporto con la Varesina - specifica il responsabile del settore giovanile - Collaborazione che ci rende soddisfatti, preparazione con gli allenatori, amichevoli di tutti i livelli, valutazione costante dei giovani». 

Come si prosegue sul lavoro di miglioramento della struttura di Dairago, con la speranza di attivare almeno una squadra. In comune, si sono trovati i principi: «Noi siamo principalmente volontari. Siamo legati ad Ardor in maniera viscerale».  

Così si galoppa verso i 70 anni, con l'idea di un libro e altri progetti coinvolgendo i ragazzi. Ma ci sono ancora sogni dopo lungo questa strada? «Sì, ci sono tanti progetti che cercheremo di concretizzare. Noi vogliamo che l'Ardor sia un piccolo esempio, capire appunto che di Kevin ce n'è uno su centomila, ma tutti hanno diritto di continuare a giocare e fare un'esperienza assieme.... Non stare davanti a telefonino o tv. Avere relazioni che si portano avanti, il sogno è andare sempre più in questa direzione. Sembra improponibile pensare a una società che non fa selezione, che lascia i ragazzi dentro finché sono contenti. I nostri volontari spesso sono i nostri ragazzi».    

Campo estivo intanto avanti tutta, tre settimane sul campo (l'ultima la prossima) per 70 ragazzi «con i nostri allenatori, tanto calcio e una merenda insieme». Perché è quest'ultima la parola chiave che resta.

Marilena Lualdi

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