Vanetti capitano di una fede: la "fiamma che unisce" continuerà ad ardere

"La fiamma che unisce": non c'è espressione più bella per definire Andrea Vanetti di quella trovata da Francesco Caielli. Noi che abbiamo provato a usare tutte le parole per il capitano dei Mastini, ogni volta riusciamo a trovarne di nuove perché di fronte a una persona come lui è impossibile non dare qualcosa in più e non attingere sempre da una nuova fonte di ispirazione. 

Nel momento dell'ufficializzazione del suo rinnovo da parte della società giallonera l'emozione è la stessa del suo primo giorno ai Mastini perché vedendo cosa accade al mondo dello sport cittadino, dove ci sono stati strappati dal cuore gli ultimi capitani capaci di incarnare le radici e l'amore-sofferenza-appartenenza per una città-tifoseria-maglia come Ferrero e Disabato, gioiamo ancora di più sapendo che esiste ancora qualcuno a Varese capace di "vendicare" con un semplice eppure eccezionale rinnovo il dolore provato "con" e "da" Giancarlo e Donato. 

Andrea Vanetti non è un uomo facile, non dà tutto senza ricevere in cambio la stessa moneta. Non è un uomo per tutte le maglie e tutte le stagioni: di maglia ce n'è una e la stagione è sempre quella di chi, a quasi 35 anni, si comporta in pista e fuori da atleta e uomo esemplare, trasferendo agli altri l'emozione di un bambino. Non è, diciamocela tutta, neppure un giocatore sostituibile o di cui poter fare a meno perché, senza di lui, sono arrivate non a caso sconfitte che con lui non si sarebbero mai verificate. Perché è la fiamma che unendo quei punti d'ingaggio dove è maestro disegna sulla pista una parola antica eppure moderna come "gruppo". Lui, di quel gruppo, è l'ombra fedele che non puoi cancellare. 

Lui per noi è il primo motivo per cui abbonarsi ai Mastini (clicca QUI per la campagna abbonamenti aperta a prezzi ridotti fino al 30 giugno). Perché la parola "fedeltà" non ha prezzo, ma ha un volto: quello di Andrea Vanetti.