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Politica | 25 giugno 2024, 08:11

I leghisti Angei e Bison: «Varese Pride gioiosa sagra di paese, immagini ed eccessi grotteschi. Quali diritti vengono richiesti?»

Il vicecapogruppo leghista in consiglio comunale: «Costumi degni del carnevale di Rio, di una festa in maschera di liceali o anche del carnevale di Viareggio». La capogruppo: «Come spiego a mio figlio che uomini in perizoma e tacchi a spillo, o donne in mutande e calze a rete stanno sfilando per le vie della città allo scopo di ottenere alcuni diritti?»

I leghisti Angei e Bison: «Varese Pride gioiosa sagra di paese, immagini ed eccessi grotteschi. Quali diritti vengono richiesti?»

Riceviamo e pubblichiamo la presa di posizione di Stefano Angei, vicecapogruppo della Lega in consiglio comunale, e del capogruppo Barbara Bison, sul Varese Pride.

«Le immagini che riempiono i social, che da sempre mostrano uno spaccato di irreale realtà, e le pagine dei giornali mi lasciano com molti più interrogativi che risposte, in merito a questo tipo di manifestazioni - commenta Stefano Angei - la modalità, i cartelli, gli slogan e tutto il contesto sono ai miei occhi molto più adattabili a una "gioiosa" sagra di partito/associazione piuttosto che a un movimento o anche ad un'organizzazione che a suo dire manifesta per rivendicare dei diritti».

«Atteso che mi sfugge ancora, quali diritti in maniera specifica siano richiesti, ma le modalità con le quali sarebbero chiesti mi lasciano veramente perplesso. Dalle immagini però, posso dire che sono riusciti a dar vita all'immagine più stereotipata che la più fervida immaginazione avesse potuto concepire, costumi degni del carnevale di Rio, di una festa in maschera di liceali o anche del carnevale di Viareggio. Slogan - prosegue Angei - scritti sui cartelli che in realtà erano messaggi contro il governo o contro questo o quale partito o politico di turno, nessun diritto specificatamente richiesto, nulla di tutto ciò.
Gli operai nelle fabbriche, scioperavano e chiedevano diritti con il loro abito da lavoro, la tuta e la salopette e i messaggi erano forti e chiari, non vaghi e generci.
Questo forse mi lascia ancor di più con domande rispetto che risposte.
Potrei citare i disagi causati ai cittadini e sopratutto ai commercianti, ma ormai è una costante che si ripete annualmente e che sembra non tangere questa amministrazione, che prontamente concede il patrocinio a questo evento, salvo però poi, il primo cittadino, il sindaco Galimberti, guardarsi bene dal presentarsi e parteciparvi personalmente, forse per opportunità seguendo il vecchio detto "un colpo al cerchio e un colpo alla botte"».

«Premetto, per evitare strumentalizzazioni politiche, che non ho alcun pregiudizio su chi ha un  orientamento sessuale differente dal mio, e credo ognuno abbia il diritto di vivere la propria intimità come meglio crede. Ciò nonostante, rimango  perplessa sulla modalità con cui  questo diritto viene  manifestato e proiettato all' esterno - dice Barbara Bison - Il mio  riferimento è al Varese Pride tenutosi sabato 22 a Varese e, più in generale, a tutte le manifestazioni di questo tipo». 

«Da madre e da donna mi amareggia  vedere le  immagini trasmesse ai telegiornali o sui social, immagini da cui traspare  una sovraesposizione del corpo maschile e femminile a volte grottesca - aggiunge il capogruppo leghista in consiglio comunale - I diritti si possono urlare, si devono difendere,  si deve combattere per vederli riconosciuti, ma sempre con "eleganza". Benissimo i colori, la musica, gli slogan, le bandiere, i cartelli. Ma non gli eccessi. Perché il risultato è un'idea della comunità LGBTQ completamente irrealistica, stereotipata, diseducativa. Come spiego a mio figlio che uomini in perizoma e tacchi a spillo, o donne in mutande e calze a rete stanno sfilando per le vie della città allo scopo di ottenere alcuni diritti? Mi sarà difficile farglielo comprendere.

«Senza considerare che molti dei cartelli sbandierati contenevano solamente messaggi politici contro l'attuale governo - conclude Bison - "L'unica cosa contro natura sono i meridionali che votano Lega": alla faccia dei diritti della comunità LGBTQ. E meno male che siamo noi di destra i discriminatori...».

c.s.


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