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Cronaca | 25 giugno 2024, 16:09

Guida ubriaco da Gavirate e Brebbia: arrivato davanti a casa prende a calci i carabinieri. Arrestato un 35enne e processato per direttissima

L'automobilista è comparso oggi in Tribunale per il fatto che risale alla tarda serata di lunedì 24 giugno. Condannato a 4 mesi per resistenza a pubblico ufficiale ha ringraziato i militari dell'Arma: «Mi hanno salvato da un pestaggio»

(foto d'archivio)

(foto d'archivio)

Guida ubriaco per dieci chilometri circa, da Gavirate a Brebbia, in fuga dai carabinieri, e si ferma quando ormai è davanti al cancello di casa, dove apre la portiera colpendo un militare dell’Arma, prima di rifilare dei calci ad un altro degli uomini in divisa, che alla fine lo arrestano.

I fatti risalgono alla tarda serata di ieri, lunedì 24 giugno, e hanno avuto per protagonista un 35enne di Brebbia, giudicato per direttissima questa mattina in tribunale a Varese. Risultato: condanna a 4 mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale (il pm Antonia Rombolà ne aveva chiesti sette). Tra le conseguenze della folle notte, per il 35enne ci sono anche il ritiro della patente e il sequestro della macchina, con cui ha guidato in contromano per alcuni tratti di strada.

In aula l’uomo ha spiegato il perché della sua fuga in auto e della successiva guida spericolata: «Degli stranieri mi stavano picchiando, sono scappato e sono andato nel panico». Poi, in riferimento al pestaggio, che nessuno ha visto ma che si collegherebbe ai diversi lividi presenti sul corpo dell’uomo, lo stesso ha ringraziato i militari dell’Arma intervenuti (i carabinieri di Gavirate e in supporto quelli del Nucleo radiomobile di Varese), aggiungendo: «Mi hanno salvato la vita».

Il pm nel chiedere la condanna ha sottolineato alcuni dettagli omessi dall’uomo nella sua ricostruzione: ieri sera si trovava sotto il condominio dove vive la ex, con cui è in lite da tempo per la gestione del figlio minore («non lo vedo da tre mesi, ma il giudice ha stabilito che ho diritto a frequentarlo»), e che in precedenza lo aveva denunciato per atti persecutori e minacce. La richiesta di intervento ai carabinieri era partita proprio dal condominio, per le ripetute urla che arrivavano da fuori.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Furio Artoni, ha chiesto l’assoluzione del 35enne, affermando che la dinamica del fatto non può legarsi all’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Sul comportamento dell’uomo, l’avvocato ha aggiunto: «È stato determinato dall’agitazione e dallo stato di ebbrezza. Non c’era la volontà di fare del male ai carabinieri».

Da Luinonotizie.it

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