L’avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh ringrazia i togati di Busto

«Ritengo doveroso ringraziarvi personalmente per il vostro sostegno e altresì per il fatto che tale sostegno contribuisce all’adempimento dei doveri professionali degli avvocati in Iran. Vi vorrei esprimere la mia profonda gratitudine».

Parole di Nasrin Sotoudeh, l’avvocata iraniana condannata ingiustamente a 33 anni di carcere e 148 frustate che si era battuta per i diritti delle donne, dei bambini, delle minoranze religiose, dei giornalisti, degli artisti e dei condannati a morte. All’avvocata iraniana è piaciuta la tavola rotonda organizzata, nei giorni scorsi, dall’ordine degli avvocati di Busto Arsizio dedicata alla battaglia di Nasrin con il lungometraggio girato segretamente in Iran.

Così ha scritto una lettera alla presidente dell’ordine degli avvocati di Busto Arsizio Eliana Morolli e al direttore della scuola forense Concetto Daniele Galati per sottolineare come i colleghi in Italia abbiano delineato in “modo esaustivo il potere di un avvocato”.

«Il ruolo dell’avvocato – prosegue – è quello di contrastare l’abuso di potere, come il mio caro collega Concetto Daniele Galati ha giustamente chiarito. Oppure come ha ribadito il mio caro collega Federico: “un avvocato può fare molto”. Una dichiarazione potente che si oppone alla cultura degli autocrati che vogliono far credere ai loro sudditi che non hanno potere di far nulla».

Un plauso anche agli interventi che nel convegno hanno ricordato il nastro rosso per ribadire l’assurda punizione. «Un profondo sostegno – sottolinea – espresso ignorando le sentenze ingiuste dimostra che tali sentenze, anziché creare terrore tra gli avvocati, rafforza la solidarietà tra loro e li spinge a proseguire con maggior vigore il loro lavoro».