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Basket | 25 giugno 2024, 17:34

PV Ignis, istruzioni per l’uso. Tra super investitori, fiduciarie e volti notissimi ma nascosti

La compagine proprietaria di Pallacanestro Varese si è allargata, come anticipato per primo da VareseNoi settimana scorsa. Ma chi c’è davvero dietro alla nuova realtà entrata in società? Per scoprirlo bisogna aprire diverse “scatole” e seguire varie strade: di nomi se ne scoprono solo alcuni, peraltro eccellenti, i collegamenti però sono diversi e portano anche a protagonisti del passato e del presente

PV Ignis, istruzioni per l’uso. Tra super investitori, fiduciarie e volti notissimi ma nascosti

Due “scatole”, dentro alle quali di nomi se ne trovano pochi, sebbene quei pochi siano di per sé stessi una traccia per arrivare a intendere alcune mete ben precise.

E poi due nomi autentici, stavolta scritti nero su bianco: il primo, arcinoto, è quello di Luis Scola, dominus acclarato di Pallacanestro Varese; il secondo, Stefano Bonfiglio, porta invece a un importante uomo di affari italiano e a una società di private equity di rilievo internazionale.

Questa è PV Ignis, la nuova realtà che in queste ore - proprio mentre stiamo scrivendo - sta sedendo con gli altri soci di Pallacanestro Varese al tavolo di un notaio cittadino per rendere formale la propria entrata nel novero dei proprietari biancorossi. VareseNoi, pur senza risalire all’identità, era stata la prima - settimana scorsa - a dare l’anteprima del futuro matrimonio (leggi QUI).

I lasciapassare sono arrivati da giorni, non ultimo quello dell’assemblea del consorzio Varese nel Cuore che si è riunita ieri sera a Masnago. 

PV Ignis accede alle quote del club di piazzale Gramsci tramite un aumento di capitale per una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 500 mila euro. Per quale quantità di quote? Quelle diffuse ieri sera da altra stampa cittadina non sono completamente esatte e, per avere la certezza, si dovrà attendere l’iscrizione nel libro dei soci che avverrà presumibilmente a breve termine. Il prospetto proprietario, tuttavia, dovrebbe essere il seguente: Varese Sport&Enterteinment, avendo a sua volta sottoscritto l’aumento di capitale per la stessa cifra di PV Ignis, rimane al 45% e diventa socio di maggioranza; Luis Scola Group Srl, società che l’amministratore delegato argentino ha costituito per la sua avventura italiana, scende al 33%; scende anche Varese nel Cuore, la cui quota odierna dovrebbe essere del 7,7%; sale il trust dei tifosi, Il Basket Siamo Noi, dall’1 al 3%. Per una mera questione aritmetica rimane l’11,3%.

Subito due osservazioni. La prima, giusto per non confondersi mai: VSE “è” Luis Scola, che ne detiene la maggioranza, seguito in ordine di “grandezza” di partecipazione (la “fotografia” è del 9 maggio scorso) da 4TE Ventures SL, legata all’imprenditore argentino trapiantato in Spagna Jon Fatelevich, da Zachary e Katherine Sogolow (gm biancorosso e consorte), dal vicepresidente di Pallacanestro Varese Paolo Perego, dall’argentino Julio Salomon Harari e dall’uruguayano Francisco Arechavaleta, rispettivamente fondatore e direttore finanziario della società Astra Investment Partners.

Insomma: El General rimane il controllore indiscusso dei destini prealpini

La seconda: no, Pallacanestro Varese non è diventata improvvisamente più ricca di un milione di euro (500 mila più 500 mila). Chi un minimo si intende di diritto commerciale e finanza sa che un aumento di capitale non equivale automaticamente a un aumento delle disponibilità finanziarie. Sono tanti i fattori da considerare e non in questa sede.

La notizia della compagine societaria allargata è però ottima, perché la società biancorossa - questo sì - ha ora delle spalle ancora più stazzate di quelle già rese più forti dalla novità VSE, destinate a sopportare il peso della gestione e a ripianare eventuali perdite. E il fatto che continua a sorprendere (in fondo, però, si trattava di uno dei “sogni da realizzare” quando si è appreso della decisione di Scola, svestiti i panni del campione, di occuparsi di basket a Varese) è constatare come una società completamente varesina per 70 e passa anni si sia ormai trasformata in un “contenitore” senza confini.

PV Ignis, costituita ufficialmente il 7 giugno scorso, lo conferma. Capitale sociale: 50 mila euro; Scopo sociale: l’assunzione di partecipazioni in società a scopo di investimento, compresa - si legge nello statuto - la possibilità di compiere operazioni di varia natura (commerciale, immobiliare, industriale e finanziaria) per raggiungere tale scopo; Amministratore unico: Matteo Sterchele, commercialista varesino dello studio Luisetti & Sterchele. 

Quattro i soci: il primo è Scola, con una simbolica quota dell’1%. Il secondo è il succitato Stefano Bonfiglio, che, come anticipato, è un nome di una certa importanza nella finanza. Si tratta del fondatore e socio amministratore del fondo Stirling Square Capital Partners, società di private equity con sede a Londra e investimenti in tutta Europa, fondata nel 2002.

Su di lui una pagina Wikipedia fornisce anche altre informazioni: 60 anni, studi, master e MBA negli Stati Uniti, esperienza in diversi trust, sposato con la figlia di un noto uomo d’affari… argentino, Rolando Gonzalez-Bunster. 

Bonfiglio detiene il 49,5% di PV Ignis, ovvero la maggioranza.

Il resto delle quote porta alle scatole citate all’inizio, quindi ad alcune sorprese che riconducono questa storia al Varesotto e a personaggi da tempo fondamentali nella galassia del basket varesino. 

Il 24,75% di PV Ignis è infatti detenuto da Networking Jobs Srl, società costituita a marzo 2024. Dice qualcosa il suffisso “Jobs”?

Andiamo avanti. Amministratore unico è, in questo caso, Cristian Robustellini, ai più noto come sindaco (neo confermato) di Cadrezzate con Osmate, ai meno - ma i più attenti alle notizie riguardanti Pallacanestro Varese non saranno sorpresi… - come socio fondatore di Orgoglio Varese, ovvero del progetto di sostegno allo sport varesino creato 5 anni fa per volere di Rosario Rasizza, ad di Openjobmetis, che ogni anno un contributo più o meno cospicuo lo ha dato anche a Pallacanestro Varese.

E qui sta lo “scoop”, o pseudo tale: tra i protagonisti di PV Ignis ci sarebbe anche il Cavaliere di Gallarate, insieme all’ex presidente di Pallacanestro Varese Marco Vittorelli. L’indiscrezione è confermata da diverse parti, ma una certezza, a meno di ammissione pubblica, non ci sarà mai. Perché?

Perché sia il capitale di Networking Jobs (al 100%), sia la parte restante del capitale di PV Ignis (un altro 24,75%) risultano nelle mani di Aletti Fiduciaria Spa, una società fiduciaria controllata da Banca Aletti (fondata dal padre di Francesco Aletti Montano, il “mecenate” del borgo di Mustonate) che, a sua volta, fa parte del Gruppo Banco BPM, la banca nata dalla fusione tra Banco Popolare e BPM.

Ma che cos’è una società fiduciaria? E perché, tra i soci di PV Ignis, Bonfiglio, Scola e Networking Jobs risultano come “proprietari” e Aletti Fiduciaria come possedente il diritto di “intestazione fiduciaria”? Una società fiduciaria è un’impresa che assume l'impegno di amministrare i beni per conto terzi, la rappresentanza di titolari di azioni o obbligazioni o l'organizzazione contabile di aziende appartenenti a terzi. Questo significa - in parole povere e senza divagare in meandri molto lontani dal mondo sportivo - che le partecipazioni detenute dalle fiduciarie in società come PV Ignis non sono ad essa afferenti, quanto invece a soci occulti che non sono tenuti a dichiararsi: la fiduciaria appare al posto loro e opera secondo il loro volere.

Ciò vuol dire che dentro PV Ignis possono esserci anche tanti altri personaggi rispetto a quelli citati, tutti diventati “anonimi” finanziatori di Pallacanestro Varese.

Si converrà che è questa la vera e bella nuova per il popolo varesino amante del basket: il resto è un vecchio gioco che ci appassionava da bambini e - lo ammettiamo - forse un po’ anche da grandi, “l’Indovina Chi”.

Fabio Gandini


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