Rubriche | 22 giugno 2024, 07:48

LA VARESE NASCOSTA. Il Monte San Martino e la leggenda dello spettro del soldato Franz

I cunicoli ed i bunker della Linea Cadorna sono un monumento a cielo aperto della nostra storia. Ma qualcuno di loro nasconderebbe anche strane presenze...

LA VARESE NASCOSTA. Il Monte San Martino e la leggenda dello spettro del soldato Franz

Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda.

Oggi continuiamo a raccontare le leggende del territorio. Questa volta andiamo al Monte San Martino, lungo la linea Cadorna, in Valcuvia. 

Il soldato "Franz"

Il Monte San Martino è stato teatro durante la Resistenza (1943-45) della prima battaglia combattuta da un nucleo partigiano contro le forze nazi-fasciste. I cunicoli ed i bunker della Linea Cadorna ne sono stati lo scenario. Tuttora esplorabili, essi formano un dedalo di trincee e gallerie che ospitano ancora molti segreti sepolti sotto le macerie dei bombardamenti tedeschi. E in due dei cunicoli si sono avvistate più volte due distinte presenze ultraterrene.

Il primo luogo è difficile da ritrovare, a lato della valletta nascosta che ospitava i pezzi d'artiglieria leggera, tra le rocce carsiche e i fitti cespugli. Questa presenza si manifesta in una serie di gallerie minori a cui si accede mediante una scala alla marinara di ferro arrugginito che porta ad un livello inferiore di fortificazioni.

Lì, se abbiamo il coraggio di scendere in ore serali e siamo bene accetti allo spettro, ci troveremo di fronte, d'improvviso, ad una galleria semi ostruita da una frana e al di là ci sembrerà di scorgere un chiarore che si avvicinerà sempre più fino a mostrare la gialla luce di una vecchia lampada e dietro ad essa il volto e le spalle di un ragazzo... un braccio è fasciato con una lacera bandiera italiana.

La visione durerà qualche minuto per poi scomparire nel nulla appena ci accostiamo. Pare che sia il fantasma del ragazzo, trovatosi coinvolto per caso nella battaglia e fatto fuggire a valle prima del suo tragico epilogo, portando in salvo una bandiera italiana. Questo giovane si salvò e poi divenuto uomo visse una vita normale. Sembra che dopo la sua morte naturale (regolarmente avvenuta in tarda età) il suo spirito abbia iniziato ad errare per quei cunicoli che hanno visto l'impresa più rimarchevole della sua vita e questo spettro si presenti nella "forma" adolescenziale che aveva in quei tempi.

Alcuni giovani spesso per sfida o semplicemente per provare il brivido dell'ignoto, si portano al San Martino e passano la notte attorno al fuoco tra le vecchie trincee e i bunker. Ad alcuni di loro è capitata la brutta avventura di vedere il "soldato Franz".

«Eravamo in un gruppetto di ragazzi e ragazze e abbiamo deciso di passare una serata diversa dal solito su al San Martino. Tranne un paio di ragazze, noi tutti conoscevamo bene il posto per esserci stati più volte di giorno. Così un sabato sera siamo saliti e con le pile siamo scesi lungo le trincee fino alla valletta. Ti assicuro che già così era un'esperienza interessante. Abbiamo acceso il fuoco e messi i salamini a cuocere. Intanto si parlava e logicamente qualcuno accennò ai fantasmi. Sai che io avevo avuto già un'esperienza poco piacevole per cui cercavo di far cambiare discorso. Ma una ragazza ha tirato fuori la vecchia storia che io da bambino facevo muovere i bicchieri senza toccarli ed io giù a minimizzare. Allora lei tira fuori dallo zainetto una di quelle tavole che chiamano Joujouba o qualcosa del genere e che servirebbero per parlare coi morti. Io ero molto scocciato, ma gli altri lo prendono come un gioco e cominciano a lavorarci su. Ascolta, io lo so che quelle cose non funzionano ma questa volta dopo un po', quando tutti erano molto attenti e concentrati, la tavola si mette a dare risposte, confuse, ma risposte! Siamo tutti nervosi e d'un botto uno fa a me: 'Dai, non far lo scemo...' Io gli rispondo male perché non capisco cosa voglia dire e lui di rimando: 'Come, non mi stai accarezzando la schiena?' Gli mostro le mani e lui salta in piedi e si gira di scatto. Mi volto anch'io e ti vedo due occhi rossastri che mi guardano dal folto dei cespugli, quasi addosso. Punto la pila e il fascio di luce mi fa muro come quando c'è spessa nebbia, ma ti assicuro che nebbia non ce n'era e anzi era una notte piena di stelle.

Tutti sono a bocca aperta e guardano dove punto la pila: la luce ora scontorna una figura che sta prendendo forma. Il fuoco si spegne d'improvviso crepitando e la figura illuminata diventa chiaramente visibile: un soldato tedesco dagli abiti laceri e con la testa orribilmente spaccata. Siamo spaventati a morte e quello sembra venire avanti verso di noi, con una faccia! Qualcuno dal panico fugge, un altro gli tira i sassi, le ragazze urlano... insomma un vero casino che sarà durato un quarto d'ora. Poi ci sentiamo male e ci rotoliamo per terra sporcandoci di cenere e a quel punto l'immagine si riempie di luce verdognola e poi scompare. Ci abbiamo messo un po' a riprenderci e poi abbiamo dovuto cercare con la pila e gridando come scemi le due ragazze che erano scappate al buio rotolando tra i rovi e le buche. Per fortuna tranne graffi e lividi nessuno s'era fatto seriamente male! Nonostante la brutta esperienza qualcuno tra noi ritornò al San Martino altre volte da solo o in coppia e qualche volta rivide lo spettro del soldato. Anzi ci divenne così familiare che lo soprannominammo 'Franz'». 

(La Varese Nascosta - Tratto da Roberto Corbella. Macchione editore)

da La Varese Nascosta

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