Addio Claudio Borroni: la Gazzetta sotto braccio, la bandiera nerazzurra e due figli fantastici

Lo vedevamo tornare con la Gazzetta sotto il braccio ogni mattina, con la pioggia e la neve, sotto il sole e con il vento, verso la sua casa nel quartiere "la Pinetina" di Bizzozero dove abitava, da quel balcone dove sventola da aprile (e da sempre) la bandiera nerazzurra, una fede capace di andare oltre tutto. Con suo figlio Matteo abbiamo vissuto periodi indimenticabili, quando si scendeva a giocare al campetto, due legni o due alberi come porte, il pallone - a volte sgonfio - che calciato di punta finiva in valle, così come accadde alla radio (da cui io e Filippo Brusa costringevamo tutti ad ascoltare le partite del Varese) dopo la retrocessione del '91 con sconfitta tragicomica a Empoli. Papà Claudio Borroni e mamma Alba chiamavano all'ordine Matteo e sua sorella Lorenza per la cena, dopo giornate interminabili eppure troppo brevi per essere dimenticate vissute in quartiere con le amiche e con gli amici, a volte giocando a nascondino, a rialzo, a palla prigioniera tra vialetti e prati. 

Ora che papà Claudio se ne è andato, di lui resta il passaggio fugace e delicato accanto a noi con la Gazzetta, cioè l'amore più puro e semplice possibile per lo sport, le occhiate fugaci dal balcone, la bandiera nerazzurra, i gatti di casa, due figli fantastici che hanno portato anche nella vita e nelle persone che li conoscono quella leggerezza, quell'ironia o autoironia, quella capacità di dosare le parole sempre al meglio, quel piacere di fare stare bene assieme gli altri che riempie la propria vita ma, naturalmente, anche quella di chi ti è accanto: sappiamo bene da chi arriva questo dono. Da mamma Alba e dall'indimenticabile papà Claudio. Che domani, martedì 18 giugno, riceverà l'ultimo saluto nella chiesa di Sant'Evasio a Bizzozero dalle 14.