Busto Arsizio - 15 giugno 2024, 12:00

VIDEO. Il caso di Nasrin: compito dell’avvocato è difendere i diritti umani

Una sala Tramogge gremita ha dato il la al convegno per la scuola forense che, dalla proiezione del docufilm sull’avvocato condannato ingiustamente, ha scandagliato il problema delle toghe minacciate nel mondo

Dinanzi ai diritti umani gli avvocati possono fare molto, anzi solo loro hanno il ruolo specifico di tutelare questi diritti. Possono seguire le vicende dei colleghi nel mondo, in quei paesi dove i diritti sono calpestati, intraprendere attività coordinate, ricorsi ai comitati per i diritti umani, partecipare a found mission, alla giornata internazionale del 24 gennaio, stilare report, premi e tanto altro. Non ci si è limitati a denunciare il problema di avvocati minacciati nel mondo, come il caso di Nasrin, ma si sono voluti offrire consigli ai neoavvocati della scuola forense di Busto Arsizio che affollavano Sala Tramogge per il convegno inaugurale del semestre giugno-ottobre.

Ieri, 14 giugno, nel corso della tavola rotonda organizzata dall’ordine degli avvocati di Busto Arsizio. Un convegno dal titolo “Nasrin – Il ruolo dell’avvocato nella tutela dei diritti umani” introdotto dalla presidente dell’ordine degli avvocati di Busto Arsizio Eliana Morolli: ha sottolineato l’importanza della funzione sociale dell’avvocato. È seguita la proiezione del docufilm accattivante e forte sulla storia di Nasrin, il lungometraggio girato in Iran segretamente, con intuibili rischi per gli operatori, dedicato alla battaglia di Nasrin Sotoudeh per i diritti delle donne, dei bambini, delle minoranze religiose, dei giornalisti, degli artisti e dei condannati a morte.

Spazio poi al confronto introdotto dal direttore della scuola forense Concetto Daniele Galati. «Nasrin rappresenta l’archetipo degli avvocati che si battono per i diritti, un’occasione per interrogarci sul nostro ruolo e i valori della nostra professione – ha sottolineato – Se ci chiediamo che cosa sia il diritto dovremmo rispondere che la storia di Nasrin ci insegna che il diritto si declina al plurale. Dunque il ruolo dell’avvocato è quello di contrastare l’abuso di potere: l’indignazione per qualsiasi abuso. I diritti non sono mai un traguardo stabile. Il ruolo dell’avvocato deve essere quello di sentinella di questi diritti».

Concetto questo ribadito anche da Federico Cappelletti, amico di Nasrin, nonché co-responsabile dell’Osservatorio Europa dell’Unione Camere Penali Italiane e componente della Giuria del Premio Internazionale Ludovic Trarieux per i Diritti dell’Uomo. «Conosco Nasrin e i suoi familiari dal 2018. Credo che un avvocato possa fare molto: intanto seguire le vicende dei nostri colleghi impegnati nel mondo a difendere questi diritti. Premetto che devono essere attività coordinate: si potrebbero aggiungere i ricorsi al Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite e non solo, partecipare a found mission per stilare report, organizzare premi e non dimenticare la giornata internazionale dell’”Avvocato in pericolo” del 24 gennaio, nata dall’eccidio dei cinque avvocati di Madrid».

L’evento dunque, moderato dal responsabile della scuola territoriale camera penale di Busto Arsizio Roberto Aventi, volto alla sensibilizzazione sul problema degli avvocati minacciati nel mondo e al loro fondamentale impegno per la tutela dei Diritti umani, è proseguito con l’intervento di Leonardo Arnau, presidente della Commissione Diritti Umani del Consiglio Nazionale Forense e Amedeo Barletta, vice Presidente della European Criminal Bar Association e co-responsabile dell’Osservatorio Europa dell’Unione Camere Penali Italiane.

«Il problema sta nell’effettività dei diritti umani – ha precisato Arnau – è indispensabile che i diritti umani vengano rispettati: solo gli avvocati hanno questo ruolo specifico. Ricordo che il 15 dicembre dello scorso anno al congresso nazionale forense è stato dedicato un premio di avvocatura italiana a Nasrin. Inoltre sulle toghe veniva portato un fiocco rosso per ricordare l’assurda condanna di Nasrin (38 anni e 148 frustate). Occorre avere la consapevolezza che essere avvocati non significa tenere sott’occhio solo il fascicolo della causa che si sta trattando, ma essere parte di un elemento essenziale di tutte le democrazie: l’avvocato è perseguitato laddove non c’è democrazia». 

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Laura Vignati