Storie - 31 maggio 2024, 07:00

Toh, nel lago di Varese ci sono (o c’erano) i gamberi rossi della Louisiana

Ciò che i varesini sanno già da molti anni, ovvero la presenza del crostaceo nelle acque locali, è diventata una notizia da testate nazionali. Ma la specie, di cui anche i cinesi vanno pazzi, è anche qui sempre più rara a causa principalmente degli affamati siluri

Il gambero rosso della Louisiana presente da oltre vent'anni nelle acque del lago di Varese

Toh, nel lago di Varese ci sono i gamberi rossi della Louisiana, non ce ne eravamo accorti. La notizia è rimbalzata da Repubblica a Sky, e nella nostra società degli allarmi e delle allerte questa notizia contribuisce ad aumentare le paure che ormai ci attanagliano in ogni momento della nostra tribolata esistenza di uomini moderni. In realtà il Procambarus clarkii scorrazza per le rive del lago da almeno vent’anni, c’è stato e c’è chi lo mangia nel risotto, ma attenzione, la natura non fa mai errori, così la specie estranea sta per essere eliminata dai predatori.

«Il gambero rosso è in netta diminuzione rispetto a qualche anno fa perché i siluri, pesci anch’essi estranei alle nostre acque, specialmente in estate, quando l’ossigeno diminuisce, nuotano a circa tre metri di profondità, dove trovano i gamberi, mangiandone fino a una dozzina per volta. Se ne cibano volentieri anche i cormorani e gli svassi. Oggi è più numeroso il gambero canadese (il Pandalus borealis), marroncino e meno facilmente individuabile» spiega Gianfranco Zanetti, uno degli ultimi pescatori rimasti a gettare le reti.

I vecchi del lago avevano anche messo a punto qualche ricetta per cucinare gli intrusi, «ma per fare un risotto come si deve con il gambero rosso della Louisiana ce ne vorrebbero almeno centocinquanta». Zanetti ricorda il boom della specie qualche anno fa: «I cinesi ne vanno pazzi, andavano a catturarli di notte a Gavirate, Biandronno, Capolago e Bardello. Mi capitava di vedere in una notte trenta o quaranta luci ondeggianti, perché i cercatori, soprattutto ragazze e donne, avevano il caschetto con la pila inserita. Sulla ciclabile della Schiranna era una processione infinita».

Il nostro lago non ha mai pace, le piogge incessanti hanno portato il livello dell’acqua fino a 98 centimetri oltre lo zero idrometrico, allagando le rive a Gavirate e Schiranna e sommergendo letteralmente l'Isolino Virginia, bene Unesco in cerca di affetto e rilancio, come documentano le fotografie scattate da Mauro Zanetti, fratello di Gianfranco.

«Il lago, con tutte le otto paratie aperte della chiusa di Bardello, dovrebbe scendere di tre centimetri al giorno, ma in realtà scende soltanto di due - aggiunge Gianfranco Zanetti - Il motivo è che lungo il corso del fiume Bardello ci sono molti alberi, anche di grandi dimensioni, caduti, che ostacolano il deflusso dell’acqua, rallentandolo. Chi di dovere, cioè la Regione, dovrebbe intervenire per pulire le rive».

Mario Chiodetti