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L'ultima contesa | 09 aprile 2024, 07:30

VIDEO Scott Ulaneo a L’Ultima Contesa: «Giocare a Masnago è come giocare in sei. Rimanere a Varese? Sarebbe fantastico»

Il lungo romano della Openjobmetis è stato ospite della ventunesima puntata del talk show sulla pallacanestro di VareseNoi: «Contro Napoli una delle migliori partite che abbiamo giocato. Abbiamo cambiato tanti giocatori, ma ora il gruppo ha un obiettivo in mente. Nico è speciale, rende tutti migliori. Coach Bialaszewski ti dà la chance di comunicare e ti fa sentire valorizzato»

Scott Ulaneo, ospite ieri sera de L'Ultima Contesa

Scott Ulaneo, ospite ieri sera de L'Ultima Contesa

Ventunesima puntata de L’Ultima Contesa che è andata in onda la serata successiva a quella vittoriosa della Openjobmetis, che ha schiantato sul parquet di casa la GeVi Napoli. Da questo si è partiti a parlare con l’ospite dell’occasione: Scott Ulaneo, centro della Pallacanestro Varese.

Con il lungo romano si è parlato anche dell’eliminazione in FIBA Europe Cup, di episodi arbitrali, di crescita personale e molto altro. Altro ospite della puntata è stato Alessandro Burin, giornalista di VareseSport.

Ecco alcune delle dichiarazioni di Scott Ulaneo:

Sul match di ieri vinto contro Napoli: «Sicuramente una delle migliori partite che abbiamo giocato, mi ha ricordato la prestazione contro Reggio Emilia, ma quella di ieri è stata più difficile dal punto di vista fisico, l’abbiamo vinta più con i denti».

Come la squadra ha preso l’eliminazione dalla FIBA Europe Cup: «Siamo riusciti a ingranare con una mentalità più cattiva e agonistica. La partita in Turchia è stata difficile, sapevamo di avere un punto di vantaggio e volevamo cercare di vincere. È stato un po’ demoralizzante, ma allo stesso tempi ci ha aiutato a concentrarci maggiormente sulla salvezza e quindi a rafforzare la nostra mentalità».

Sui cambi di roster durante la stagione: «Rispetto all’inizio sono cambiati giocatori, e i nuovi hanno portato diverse mentalità. Penso che siamo riusciti a creare un gruppo che è tutto quanto sulla stessa pagina e con un obiettivo in mente».

Sull’episodio con De Nicolao: «Non ho capito bene nemmeno io cosa sia successo. Sono cose che accadono in campo e lì rimangono». Mentre sulla "scenata" di Owens: «Io in quel momento nemmeno non ho visto cosa succedeva e non me ne ero accorto. Da quello che so io erano tutti in ottimi rapporti. Non so proprio perché è successo».

Sulla sua stagione a livello personale: «Una stagione fantastica, in campo e fuori. Non me lo sarei mai aspettato, ancora prima dell’anno scorso, è stato un processo lungo arrivare a questo punto, rende tutto più bello e più speciale. Oltre al duro lavoro è stato decisivo il fatto di essere determinato e testardo, devo sempre sentirmi utile alla causa e parte della squadra per aiutarla a vincere».

Sul cambio Cauley-Stein-Spencer: «La prima cosa che mi è venuta in mente quando sapevo che c’era Cauley-Stein è stata di assorbire il più possibile. Avere una persona di riferimento mi aspettavo sarebbe stato utile, mi sono trovato molto bene con lui anche fuori dal campo. Skylar invece è un ragazzo molto umile, a volte anche timido, è un gigante buono».

Sulla sua volontà di rimanere in biancorosso anche la stagione prossima: «Assolutamente, sarebbe fantastico restare qua, è una seconda casa Varese. Ma ora siamo tutti focalizzati sulla salvezza, e finché non è raggiunta non si parla di altro».

Su Mannion: «Nico è speciale. Fa impressione vederlo in allenamento, come riesce e a raggiungere quello che vuole. È il compagno più intelligente che abbia mai avuto, legge il gioco in una maniera che, come lungo, ti aiuta. A volte ci prendiamo in giro parlando in romano (la mamma di Mannion è di Roma come Scott). Ottimo professionista, rende tutti migliori».

Su come la squadra ha preso il cambio Hanlan-Besson: «Non sapevamo nulla. È così che funziona questo lavoro bellissimo che scegliamo di fare, ci sono treni che passano: li prendi subito o non li prendi più. Abbiamo uno stile di gioco che fortunatamente permette a giocatori diversi di fare bene e trovare in fretta la loro dimensione».

Sul giocare alla Iteylum Arena e sul tifo varesino: «Un’atmosfera non replicabile. Giocare in casa sembra di giocare in sei in campo, lo si vede anche da alcuni risultati. Dà un’energia e una fiducia in più a tutti quanti».

Sul suo rapporto con Bialaszewski: «Io penso di avere un ottimo rapporto con il coach. È un allenatore con cui si può parlare, ti dà la chance di comunicare, non c’è un blocco. Ti senti valorizzato come giocatore, e non come una marionetta telecomandata».

Qui il video della puntata integrale.

Lorenzo D'Angelo


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