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Varese | 05 aprile 2024, 17:24

Un tuffo nell'incuria: «La piscina di via Copelli è fatiscente. Non ci sentiamo sicuri a far allenare qui i nostri figli»

La denuncia di alcuni genitori dei ragazzi che si allenano con "Vharese", l'associazione polisportiva per disabili: «Bagni guasti, infiltrazioni, piastrelle taglienti, muri e soffitti che perdono pezzi. Chiediamo interventi: i nostri figli sono demoralizzati»

Un tuffo nell'incuria: «La piscina di via Copelli è fatiscente. Non ci sentiamo sicuri a far allenare qui i nostri figli»

Infiltrazioni, porte antipanico rotte e cavi d'acciaio sfilacciati, ma anche marciapiedi e fughe delle piastrelle taglienti, bagni perennemente guasti e galleggianti rovinati. E' quello che denunciano alcuni utenti della piscina comunale di Varese di via Copelli.

«Non ci sentiamo sicuri a far allenare qui i nostri figli - dicono i portavoce dei genitori dei ragazzi che si allenano con "Vharese", l'associazione polisportiva per disabili intellettivi relazionali - non è sicuro per nessuno e chiediamo che vengano presi provvedimenti non solo per i nostri figli, ma anche per i ragazzi ciechi e i tanti bambini, persino neonati, che frequentano la piscina».

«Purtroppo è l'unico spazio in cui far nuotare i ragazzi, in quanto tutte le altre piscine sono già occupate. Per giunta, la vasca è da sei corsie, ma ne sono state ricavate sette. Non è possibile allenarsi in queste condizioni. I nostri figli sono demoralizzati, anche perché presto ci saranno i campionati» spiegano i genitori, che chiedono di restare anonimi.

Le cose che non vanno sono tante, per i portavoce di questi disagi: «I cavi d'acciaio della piscina che separano le corsie si sono deteriorati e le piastrelle sono rotte, causando tagli su piedi e mani di ragazze e ragazzi mentre nuotano».

Ma non finisce qui, perché i problemi proseguono negli spogliatoi: «In quello femminile, la scorsa settimana, mentre le ragazze si cambiavano dopo l'allenamento serale, gli operai erano al lavoro, provocando imbarazzo. Per giunta, i bagni sono spesso guasti e altrettanto spesso salta la corrente dell'asciugacapelli» aggiungono.

Inoltre, continuano, «il muro cade a pezzi e gli unici lavori che vengono attuati sono dei rattoppi, nulla di più. Ad esempio, a ottobre dello scorso anno, il soffitto è caduto sugli spalti ed è stato riparato con delle toppe di stucco. Non è possibile andare avanti così, noi paghiamo e non è giusto».

I problemi si spostano anche all'esterno: «Non c'è nessuna cura nemmeno lì, tra marciapiedi rotti e abbandono del verde. È tutto lasciato andare - concludono - Chiediamo, quindi, che chi di competenza si metta una mano sul cuore e sistemi la piscina comunale».

Elisa Petrocelli

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