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| 30 marzo 2024, 08:15

Zappamiglio: «In Fratelli d’Italia valori chiari. Meloni governerà dieci anni»

Da pochi giorni, il sindaco di Gorla Maggiore è ufficialmente un esponente del partito della premier, dopo una vita in Forza Italia, di cui è stato anche commissario provinciale a Varese prima dello strappo delle scorse settimane. In questa intervista si sofferma sulla nuova esperienza e su quella ormai conclusa, toccando i temi della leadership e del riconoscimento del merito

Zappamiglio: «In Fratelli d’Italia valori chiari. Meloni governerà dieci anni»

Da pochi giorni, il sindaco di Gorla Maggiore Pietro Zappamiglio è ufficialmente un esponente di Fratelli d’Italia, dopo una vita in Forza Italia, di cui è stato anche commissario provinciale a Varese prima dello strappo delle scorse settimane.

Da pochi giorni indossa un nuovo abito politico. Come se lo sente addosso?
«Venerdì è stata una bellissima giornata, ma anche sabato (rispettivamente i giorni della presentazione alla stampa e del convegno sull’Europa di FdI, ndr), perché ho avuto modo di apprezzare degli interventi di altissimo livello che dimostrano che nel partito c’è una conoscenza importante delle tematiche che ci porteranno verso le elezioni europee. Ritengo di aver avuto una bella accoglienza, ho rivisto colleghi amministratori e amici che avevano già fatto questo passaggio in tempi non sospetti. Mi sento sereno, vedo la possibilità di mettere a disposizione la mia esperienza e le mie competenze, senza particolari velleità o ambizioni, se non quella di continuare il mio impegno sociale e socio-politico».

Osservando da fuori e guardando alla sua storia, si potrebbe pensare che quest’abito politico non sia però della sua taglia…
«Oggi, rispetto al passato, il perimetro dei partiti è molto più largo. In Fratelli d’Italia vedo persone che hanno vissuto un’esperienza come la mia e che stanno portando un valore aggiunto. A tanti livelli: penso al ministro Fitto, che era stato presidente della Regione Puglia in quota Forza Italia o a Roccella, sottosegretario con Sacconi ministro. Fratelli d’Italia oggi guarda molto di più all’inclusione di un elettorato moderato e cattolico, che mi rispecchia. Oltretutto con dei valori fondanti e fondamentali che sono più chiari oggi in FdI piuttosto che in altri partiti. Su questi valori c’è chiarezza, almeno nell’imprinting che sta dando il premier, si pensi a famiglia e scelta della vita».

Secondo lei in Forza Italia questa chiarezza era venuta a mancare?
«Forza Italia per me si è fortemente laicizzata. Orfana di Berlusconi fa più fatica a trovare un’identità, che oggi in politica è legata fortemente a un leader, che di solito incarna anche dei valori. Nel momento in cui va in crisi il leader, va in crisi anche il partito. In FdI vedo il tentativo di costruire e di rinforzare la classe dirigente, quella che ti sostiene nel momento fisiologico in cui il leader potrebbe andare in crisi. È evidente che è difficile per un partito dove tutto è legato al carisma del proprio leader ritrovare una identità. La ritrovi se sai fare scelte coraggiose, privilegiando una classe dirigente che ha questi ideali e questi valori. Oggi c’è bisogno che la propria testimonianza sia efficace e concreta: Berlusconi dava una testimonianza di se stesso concreta, portando un’esperienza imprenditoriale che è stata il suo valore aggiunto».

A livello locale, il discorso di premiare una certa classe dirigente si può ricondurre alla sua esperienza? Si sarebbe aspettato che Forza Italia, prima del congresso che è andato come sappiamo, riconoscesse il suo impegno?
«Detto che in Fratelli d’Italia entro in punta di piedi mettendo a disposizione la mia competenza, ritengo che in un’organizzazione che vuole crescere occorre riconoscere anche il merito. E il merito è una delle parole della premier. Già questo mi attrae. Sicuramente ero arrivato al vertice del partito qui perché avevo un consenso notevole che mi era stato riconosciuto, poi la mia esperienza in Forza Italia è finita nel mese di dicembre, prima ancora del congresso».

Ed è iniziata quella in Fratelli d’Italia.
«Oggi l’attrattività di Fratelli d’Italia riguarda un elettorato veramente ampio e nuove categorie. Ho tanti amici “moderati” e imprenditori che votano FdI ormai da tempo Il premier sta governando la politica estere come non vedevo fare da decenni. FdI è stabile e stabilizza il governo. Io mi aspetto che Meloni faccia dieci anni da premier, che sarebbe qualcosa di storico. Peraltro sta governando con inflazione e tassi alti, guerre, immigrazione e costi delle materie prime in crescita».

Stabilità nonostante Salvini e una Lega al bivio?
«Mentre FdI sta costruendo fondamenta solide, la Lega deve ritrovare l’identità. Probabilmente c’è un tema di leadership. Il primo a istituire nel ’94 una logica per cui il partito è fatto di leadership è stato Berlusconi. Prima i partiti erano fatti di massa critica, di gente che girava i collegi. Ma questo va di pari passo col tema della comunicazione, che oggi è molto più veloce. Anche per i partiti questa è l’epoca di Tik Tok, dove ogni piccola variabile può minare la credibilità».

Qualche esponente di Forza Italia le ha detto che la seguirà?
«Ho deciso di fare questo passaggio con un gruppo ristretto di persone e non sono qui per fare proseliti. Oggi non ho riscontro di trasferimenti o fluttuazioni e non lo chiedo neanche. La gente ragiona con la propria testa e vedremo nei prossimi mesi che cosa accadrà».

Questo suo passaggio avviene di fatto durante la campagna elettorale per le europee. Come la affronterà?
«Mi rimetto a quello che deciderà il partito, che ha deciso di proporre la candidatura del sindaco di Daverio Marco Colombo. Cercherò di dare il mio contributo: sarebbe veramente bello se la provincia di Varese potesse avere un rappresentante. Essere sindaco è un valore aggiunto e in questo caso c’è anche il profilo di un imprenditore».

Invece che cosa farà Pietro Zappamiglio da grande?
«Faccio il sindaco da nove anni e ho il mio lavoro. Quello che mi interessa è trovare un modo per continuare a mantenere un impegno sociale. Senza desiderio di incarichi o candidature particolari. Le altre cose, se arrivano, vengono dopo».

Riccardo Canetta

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