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Salute | 25 marzo 2024, 10:12

Un doppio intervento da record per la Chirurgia Vascolare dell'ospedale di Varese

Pochi giorni fa l’equipe di Asst Sette Laghi ha eseguito per la prima volta in Italia un intervento per posizionare un'endoprotesi di ultima generazione nel segmento toraco-addominale dell'aorta. Recentemente con un'altra operazione all'aorta Varese era entrata nel novero dei pochi centri del nostro Paese a posizionare un'endoprotesi modificata al banco dall'équipe operatoria

(foto generica d'archivio)

(foto generica d'archivio)

La Chirurgia Vascolare di Varese si conferma punto di riferimento per la chirurgia  di ricostruzione protesica dell’aorta. Pochi giorni fa, l’equipe ha eseguito un intervento per posizionare un'endoprotesi di ultima generazione nel segmento toraco-addominale dell'aorta: è la prima volta in Italia, terzo paese europeo in cui viene impiantata questa endoprotesi. 

«L'intervento, molto delicato e complesso, è stato necessario per trattare un paziente con un aneurisma in accrescimento critico dell'aorta toraco-addominale a rischio di rottura - spiega il professor Gabriele Piffaretti, che, insieme al dottor Nicola Rivolta, ha eseguito l'intervento, con l’indispensabile supporto congiunto (come di prassi nel gruppo multidisciplinare) degli specialisti di Radiologia Interventistica, il professor Federico Fontana e il dottor Filippo Piacentino - In questi casi, la chirurgia tradizionale a torace ed addome aperto è particolarmente complessa, nonché gravata da un elevato rischio di mortalità, specialmente in pazienti portatori di molteplici fattori di rischio. Pertanto, abbiamo provveduto per via endovascolare, con accesso dalle arterie femorali, a posizionare un’endoprotesi dotata di ramificazioni per escludere l’aneurisma e preservare i vasi splancnico-renali». 

Questa nuova endoprotesi, posizionata per la prima volta in Italia, presenta delle caratteristiche strutturali peculiari rispetto ai dispositivi in uso, che la rendono ben adattabile all'anatomia del paziente, agevolando la procedura di posizionamento chirurgico. «Resta un intervento delicato - aggiunge Piffaretti - ma offre un’opportunità efficace per quei pazienti che altrimenti non avrebbero avuto possibilità di cura salvavita».

L'inserimento di questa innovativa endoprotesi giunge ad ulteriore conferma dell'ampia esperienza acquisita dall'équipe multidisciplinare varesina proprio nel trattamento delle patologie complesse dell'aorta e, specificamente, nella chirurgia con endoprotesi, un risultato raggiunto grazie all'integrazione e alla condivisione delle competenze con tutto il team del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare, diretto dalla dottoressa Battistina Castiglioni.

È di questi giorni un altro intervento da primato, complesso e tecnicamente molto interessante, sempre per il trattamento di un aneurisma dell'aorta, questa volta addominale con estensione pararenale: Varese è entrata nel novero dei pochi centri in Italia a posizionare un'endoprotesi modificata al banco dall'équipe operatoria.

Ad essere innovativo, in questo caso, non è infatti il dispositivo utilizzato, ma la tecnica che ha permesso l’impianto di un’endoprotesi standard “sartorializzata” attraverso una modifica strutturale da parte degli stessi chirurghi per renderla più adatta possibile alla conformazione dei vasi del paziente, altrimenti non candidabile all’utilizzo dei dispositivi attualmente disponibili. In questo secondo intervento, l’equipe coordinata dai Proff. Gabriele Piffaretti, Matteo Tozzi e Federico Fontana, docenti all'Università dell'Insubria, nonché dai colleghi Dott. Marco Franchin, Dott. Nicola Rivolta e Dott. Filippo Piacentino, si è avvalsa della collaborazione dei colleghi dell’Università di Padova, pionieri di questa tecnica innovativa.

Va sottolineato anche che questi interventi, complessi sotto il profilo tecnico e procedurale, sono stati eseguiti sempre con il supporto fondamentale degli specialisti del servizio di Anestesia, diretto dal Dott. Alessandro Bacuzzi: specialisti la cui competenza è focalizzata ad uno specifico monitoraggio intra e post-procedurale, caratteristica che in questi interventi risulta determinante per raggiungere il miglior risultato clinico possibile.

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