«Solo i ciechi non si accorgono che la gran parte delle decisioni che subiamo arrivano da Bruxelles e che molte delle battaglie fondamentali per le nostre imprese si possono giocare solo lì. Volenti o nolenti, certi processi non si fermano ai confini. Al di là della mia candidatura, l’impegno dei Repubblicani sarà avere sempre uno sguardo ampio, appunto europeo, per non restare schiacciati». Così Marco Reguzzoni, presidente dell’Associazione politica “I Repubblicani”, che chiede al territorio di Varese di fare sistema, con le sue organizzazioni di categoria, la Provincia, la Camera di commercio e le imprese.
«L’Unione Europea - dice - per come è stata gestita fino ad ora, non ha certo brillato per efficacia e autorevolezza. Ma gettare fango e restare all’opposizione a gridare non serve a nulla. Meglio provare a cambiare le cose con le idee».
D’altronde alla base del suo progetto politico c’è il federalismo con al centro i Comuni: «Io auspico una forma di governo federale non per dividere, ma per valorizzare i singoli territori, a cominciare dalla mia Varese, sconfiggendo le logiche statali centraliste, trovando invece nel contesto continentale un ambito identitario in cui difendere gli interessi complessivi di popoli fieramente diversi ma uniti da una storia comune».
Per Reguzzoni l’imperativo è chiaro: «Guardare verso Nord, invece che verso Roma. È una sfida culturale. prendo un tema a me caro: Malpensa. Chiunque abbia contezza dell’argomento, sa che il futuro del nostro hub non può essere determinato da scelte nazionali, ma deve essere pensato dentro una dimensione europea. La gara si svolge lì. Il territorio deve fare lobby e farsi sentire in quell’ambito».