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Varese | 13 marzo 2024, 10:53

Canti e storie della Milano di un tempo al Verderamo di Castel Cabiaglio

Venerdì alle 19.30 appuntamento con “Gran risotto d’osteria”, la serata musicale e teatrale (con cena) organizzata dal Grande Orfeo. Mario Chiodetti, autore dello spettacolo, e Maura Tombolato, saranno le voci recitanti, con il pianista Francesco Miotti e la partecipazione di Alice Gonnelli

Mario Chiodetti insieme a Maura Tombolato

Mario Chiodetti insieme a Maura Tombolato

È un titolo che sarebbe piaciuto a Nanni Svampa, quello che il Grande Orfeo, gruppo musicale e teatrale specializzato in rievocazioni d’antan, ha scelto per la serata di venerdì 15 marzo, quando alle 19,30 darà inizio al “Gran risotto d’osteria”, ospite del Verderamo di Castel Cabiaglio, dove sarà possibile cenare e ascoltare musica accompagnata da buone letture (ApericenArt, si prenota ai numeri: 333 8707896 e 340 7806273). 

Mario Chiodetti, autore dello spettacolo, e Maura Tombolato, saranno le voci recitanti, con il pianista Francesco Miotti e la partecipazione di Alice Gonnelli, che impersonerà la “femme fatale” che seduce il “locch”, il piccolo malavitoso della Milano di un tempo, parte delle “ligèra” che radunava i balordi e i disperati, con il leggendario poliziotto Mazza, detto “el Dondìna”, impegnato a catturarli. 

«Il sottotitolo della serata recita: “Vino, donne e canti nella Milano dei trani a gogò”, con una strizzatina d’occhio alla canzone di Giorgio Gaber. Partiremo dai gridi dei venditori ambulanti della città fin de siècle, per descrivere poi la figura del Barbapedana, il cantastorie che girava per le osterie con la chitarra, proponendo il suo hit del tempo, “El piscinin”. Ci saranno anche le musiche di compositori dimenticati, come Jules Burgmein, pseudonimo dell’editore Giulio Ricordi, o di Marco Sala, definito allora lo Strauss dei Navigli», spiega Chiodetti.

Non mancherà il doveroso omaggio a uno dei padri della canzone milanese, quel Giovanni d’Anzi di cui sarà eseguita “Nostalgia de Milan”. E, come in ogni osteria che si rispetti, si finirà con un brindisi, che non sarà uno qualunque, ma quello scritto da Arrigo Boito, scapigliato e librettista di Verdi, per la sua opera “Iràm”, mai rappresentata. 

Redazione

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