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Cultura | 08 febbraio 2024, 12:23

"Coriandoli su Varese": la città d'antan con le sue leggendarie mascherate rivive in uno spettacolo

Sabato 10 febbraio alle ore 18 nella Sala Morselli della Biblioteca Civica di Varese, in via Sacco 9, un appuntamento unico e speciale che prende spunto dal “Carnovalone” varesino di un tempo e dalla sua maschera, il “Pin Girometta”, arricchito da canzoni, aforismi e calembour

"Coriandoli su Varese": la città d'antan con le sue leggendarie mascherate rivive in uno spettacolo

«Il Carnovalone varesino d’altri tempi era costituito da quella baraonda pazzerellona che si scatenava per le vie centrali della città nel pomeriggio del giovedì e del sabato grasso. La gente veniva in folla dai paesi vicini per assistere al corso mascherato, alla sfilata dei “barconi” - li chiamavano così i carri allegorici - e alla battaglia delle arance e dei gettoni di confetti che finiva poi con quella dei coriandoli». Parole di Giovanni Bagaini, fondatore della “Cronaca Prealpina”, che descrisse la Varese d’antan con le sue leggendarie mascherate. 

Quei tempi rivivranno sabato 10 febbraio alle ore 18 nella Sala Morselli della Biblioteca Civica di Varese, in via Sacco 9, grazie allo spettacolo “Coriandoli su Varese”, organizzato da Aps Cavedio e dalla stessa Biblioteca all’interno del progetto “Sparkling pages”. Protagonista sarà l’ensemble Grande Orfeo, composto da Mariachiara Cavinato, soprano, Mario Chiodetti e Maura Tombolato voci recitanti e dal pianista Francesco Miotti.

Lo spettacolo prende proprio spunto dal “Carnovalone” varesino di un tempo, brillantemente raccontato da Bagaini, e dalla sua maschera, il “Pin Girometta”, creato dalla fantasia di un altro grande varesino, Giuseppe Talamoni. Oltre ad accostarsi al doveroso omaggio alle tradizioni locali, gli spettatori avranno modo di entrare nel rutilante mondo dei “roaring twenties”, gustando canzoni, aforismi e calembour dei grandi umoristi del tempo, da Achille Campanile a Ettore Petrolini, mentre per la moda e il costume ci penserà Irene Brin. Non mancheranno brani di compositori, come Pick Mangiagalli, Ruggero Leoncavallo e Roger Demaret, che si sono ispirati alle maschere del Carnevale. 

«Nello spulciare vecchie cronache locali, abbiamo trovato un interessante racconto sul veglionissimo di Carnevale del 1906, quando al Teatro Sociale si festeggiò il nuovissimo traforo del Sempione, con il palcoscenico a rappresentare la galleria che univa Francia e Italia», spiega Maura Tombolato.«Parleremo anche della mascherata della Società filarmonica del Ranscett, con il grande carro a quattro cavalli su cui si rappresentavano Musica e Danza e i prodotti dei Bosini, in un’allegoria della buona tavola».

Un tuffo nel passato, quando Varese era una piccola capitale del divertimento, con il Grande Orfeo pronto a far rivivere le emozioni delle grandi feste Anni Venti, magari allestite al Kursaal, con l’orchestra che suonava tanghi e ricreava le suggestioni del grande jazz.

M.C.

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