Campioni entrambi, in due sport differenti. Ma campioni anche grazie ai genitori e ai loro valori.
L'atleta paralimpico gallaratese Daniele Cassioli ha collezionato 100 titoli nello sci nautico. Qualche tempo fa, ha incontrato Jannik Sinner. In occasione della vittoria di quest'ultimo agli Australian Open di tennis, ha voluto rendergli omaggio in modo particolare.
Sui social ha postato quella foto insieme e ha condiviso una riflessione, partendo da quella del nuovo trionfatore: al centro, i genitori e la loro capacità più grande, ovvero di dare la libertà di scegliere. Niente a che fare con quelli che ossessionano i figli perché seguano la strada sognata sì, ma dagli adulti.
Cassioli riprende le parole di Sinner: «Per chi mi sta guardando da casa, in particolar modo la mia famiglia, auguro a tutti di avere genitori come i miei, mi hanno permesso sempre di decidere cosa fare. Quando ero più piccolo ho praticato altri sport e non mi hanno mai messo alcuna pressione, vorrei che quanti più bambini possibili possano avere questa libertà».
Daniele, le sente profondamente sue ma ne vuole rilevare prima di tutto l'importanza: «Queste parole sono una intensa lectio magistralis e devo dire che mi ci ritrovo tantissimo! Anche per me il sostegno incondizionato dei miei genitori è stato fondamentale per crescere nello sport e soprattutto mi ha insegnato a prendere decisioni senza lasciare che qualcun altro lo facesse al posto mio».
Un'esperienza che ha reso Sinner ciò che è, ma lo stesso vale per Cassioli. Oggi atleta di successo, impegnato anche ad aiutare i ragazzini a trovare la propria strada con Real Eyes Sport. E consapevole di quanto invece troppo spesso accade: «Immagino tanti campetti in cui i genitori stanno a bordo campo a strillare contro arbitro, avversari e allenatori. Se sperate che vostro figlio diventi un campione partiamo da una cosa semplice: comportiamoci come i genitori del Campione e, prima di sbraitare mentre sono in campo o mettere loro pressione addosso quando escono dal terreno di gioco...».
Rilancia così, Daniele: «Chiediamoci: "Cosa farebbero la mamma o il papà di Sinner al posto mio?" Così magari molte delle scene becere che costruiamo attorno allo sport giovanile si trasformeranno in situazioni in cui maturare come adulti, accanto ai nostri ragazzi. Grazie Jannik.