Scontro in Consiglio regionale su Trenord. A portare in assise il tema dei disservizi con cui devono fare i conti i pendolari lombardi è stato Nicola Di Marco del Movimento 5 Stelle: «I dati mostrano che sulla metà delle linee non vengono rispettati gli standard di qualità richiesti dal contratto di servizio». Per questo l’esponente dell’opposizione ha chiesto un’informativa urgente dell’assessore ai Trasporti Franco Lucente. Il quale ha parlato di una globale «insufficienza» sull’andamento dell’azienda, spiegando però che la puntualità dei treni è migliorata rispetto al 2019, quindi al pre-pandemia. Con delle criticità nell’ultimo quadrimestre dello scorso anno. Ben più negativo il giudizio dell’opposizione: per Giuseppe Licata di Italia Viva «il cambio di passo richiesto dai cittadini non c’è stato».
Voto sufficiente o insufficiente?
«Dopo aver incontrato Trenord, l’assessore si è espresso dando una piena sufficienza all’azienda. Ma per me siamo molto lontani da quel giudizio», ha osservato Di Marco.
Lucente ha ribattuto che «bisogna saper leggere i dati». Precisando che «la sufficienza data all’azienda, in realtà, nei termini tecnici di chi si occupa di trasporto è una insufficienza».
L’assessore parlerà anche in seguito di «insufficienza globale», non prima di aver però fornito una serie di puntualizzazioni.
«Tanti fattori portano a soppressioni e ritardi, a volte sono legati a fattori esterni – ha detto l’esponente della giunta Fontana –. Sui giornali un ritardo fa più rumore di dieci treni puntuali. Nel 2023, con l’eliminazione di tutte le restrizioni per l’emergenza-Covid e l’inserimento di nuove linee, la puntualità è aumentata di 2,1 punti percentuali rispetto al 2019, dall’80,2 all’82,3 per cento, calando rispetto all’anno precedente.
Nel 2023 l’andamento mensile della curva di puntualità è omogeneo rispetto ai due anni precedenti, con un peggioramento da settembre, quando effettivamente abbiamo avuto dei ritardi».
I dati
L’assessore ha quindi convocato Trenord e Rfi, ricevendo una «risposta positiva». «Su una rete di 2070 chilometri, di cui 1070 (il 52 per cento) a binario unico con 2.200 treni al giorno, è chiaro che ci possono essere difficoltà, anche per via dei lavori che porteranno miglioramenti in futuro».
Le cause delle soppressioni sono state legate a mancanza di materiale rotabile per il 24 per cento dei casi; mancanza di materiale (8 per cento); cause imputabili all’azienda (1 per cento) o al personale (1 per cento). E ancora per il 14 per cento alla gestione della rete e a cause esterne per il 42 per cento.
Il tasso di puntualità entro 5 minuti è stato pari all’82 per cento; 88 per cento entro i 7 minuti e 96 per cento entro i 15 minuti.
Questi i dati snocciolati dall’assessore, che ha aggiunto: «La sufficienza che mi si contesta di aver dato all’azienda è legata a questi dati per i quali non c’è stato un peggioramento rispetto al 2019. L’obiettivo dell’assessorato non è la sufficienza, io voglio arrivare alla percentuale posta dal contratto di servizio nuovo con Trenord».
«Cortocircuito politico»
«Totale cortocircuito politico – la controreplica di Di Marco –. L’assessore ha annunciato di dare la sufficienza ma oggi dice che significava insufficienza. Il sito di Trenord dice che la metà delle linee non risponde agli standard del contratto di servizio. Se torna indietro negli anni potrà vedere che i dati erano molto migliori. Se l’assessore dà la sufficienza a Trenord, a essere insufficiente è lui». E questo dicevano i cartelli mostrati insieme ai colleghi pentastellati.
Se per il capogruppo di Fratelli d’Italia Christian Garavaglia, «un buon amministratore, come l’assessore, parte dai dati e i dati dicono che la stragrande maggioranza dei treni garantisce un servizio puntuale con trend in miglioramento», Emilio Del Bono (Pd) ha rimarcato che «l’assessore ha dichiarato insufficiente il lavoro di Trenord». Ricordando, allo stesso tempo, che «la giunta ha rinnovato per altri dieci anni il contratto di servizio, con un significativo aumento di risorse».
Per il varesino Licata (IV) «quello che i lombardi chiedono, cioè un cambio di passo, non c’è. Basta andare in stazione al mattino per vederlo. È stata data continuità a qualcosa che richiedeva discontinuità. Ribadiamo la richiesta di aggiornamenti chiari e costanti sui livelli di servizio».
A tenere alta l'attenzione sul tema, di recente, sono stati anche i rappresentanti del Comitato pendolari Trenord di Busto, che ieri hanno incontrato in stazione il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti (leggi qui).