La vita dei pendolari si è fatta sempre più dura e oggi è avvenuto un primo sopralluogo politico ufficiale alla stazione Nord di Busto in risposta all'Sos accentuato dalle emergenze di questi tempi. Il Comitato Pendolari Trenord Busto, rappresentato da Paola Gallazzi, ha incontrato l'assessore Giorgio Mariani e l'europarlamentare Isabella Tovaglieri.
Oggi c'è uno sciopero (LEGGI QUI) che la mattina è parso soft alla stazione Nord di Busto, tanto più dopo la giornata terribile di ieri legata al tragico investimento (LEGGI QUI), - il secondo in due giorni - che ha avuto come ripercussioni soppressioni e ritardi di treni. Ma le proteste si sono per lo più sentite da chi non era stato informato adeguatamente della ragione di quanto stava accadendo.
Il punto è infatti un altro. «Non parliamo di un ritardo all'anno, ma di un pezzo di vita» ha rimarcato Paola Gallazzi. Quotidianamente si vivono ritardi di varia entità e natura, frequenti sono le soppressioni: arrivare a lavorare o studiare puntuali è diventato un'impresa (LEGGI QUI).
L'assessore Mariani venerdì incontrerà il consigliere delegato del progetto Fili, l'opera che racconterà concretamente come un altro mondo sia possibile per le stazioni. Una rigenerazione dello scalo e tutto attorno, tra verde, aree rinate, con i privati che - si è assicurato - credono a questa rinascita.
Bene, è il messaggio consegnato, ma aspettando di vedere con i propri occhi la sospirata metamorfosi, il presente è sconfortante e chiede soluzioni. La prima parte del sopralluogo ha riguardato le condizioni dell'area della stazione: dal problema di dove lasciare in sicurezza le bici se non ci si può accedere alla velostazione (e l'assessore Mariani si è infatti portato dietro la sua fino ai binari), le mattonelle rotte, i rifiuti abbandonati attorno, i lavori in corso con tanto di cartelli che non sempre riportano la data della fine oppure ce l'hanno ma spesso nettamente scaduta. E ancora, il piazzale dove basterebbe poco - leggi, sale - per evitare che si ghiacci con il rischio di incidenti, o la luce si potrebbe potenziare nel parcheggio per garantire maggiore tranquillità.
Entrando nella stazione, ancora tracce di lavori, le scale mobili che non sempre funzionano e i bagni pubblici chiusi. Sono state mostrate anche le strettoie sui binari, create per le nuove normative antincendio - come aveva spiegato FerrovieNord - ma che intanto destano altra inquietudine.
Decoro e sicurezza sono tutto ciò, alla stazione Nord, eppure rappresentano il 20% dei problemi, si è detto. Quello che sta crescendo giorno dopo giorno, è il malumore per il servizio ferroviario in sé. I guasti o gli interventi sui convogli per problemi di ordine pubblico che dilatano i tempi di viaggio oltre la tollerabilità soprattutto se si ripetono. O gli "intrecci" come dice la App, quando un treno ha problemi e l'altro deve aspettare. Tutti a guardare i tabelloni nel locale sopra, per capire che scelta compiere in tempo reale; intanto i monitor sotto mostrano solo pubblicità mentre potrebbero contribuire a una maggiore chiarezza su ciò che accade sulla mappa ferroviaria.
E ancora i treni affollati, come i Malpensa Express che vanno o vengono dalla Centrale: poche stazioni e tutti in piedi se c'è un convoglio singolo. Ieri, quello delle 17.55 ad esempio era già invivibile a Garibaldi, con tanti passeggeri stretti nei corridoio: poi l'investimento a Saronno, la confusione con il lungo stop a Bovisa e molti sono scesi in cerca di una soluzione alternativa. Ma di solito, così si resta fino a Saronno almeno.
Il che porta a un altro tema, sottolineato dal Comitato: da Busto è essenziale mantenere entrambe le linee di Malpensa, per Cadorna e Centrale. Altrimenti un equilibrio che già definire precario è ottimismo per una città che ha oltre 83mila abitanti, si infrangerebbe.
Mariani e Tovaglieri hanno ascoltato con attenzione e si sono confrontati per aiutare i pendolari. L'europarlamentare ha ribadito a sua volta l'importanza del progetto urbanistico - se n'era occupata nel suo precedente ruolo di vicesindaco e assessore alla partita - che cambierà tutto: «Il progetto c'è, come la volontà di investire. Ora bisogna mettere a terra».
Intanto, appunto, i pendolari chiedono il tamponamento della situazione esistente, ovvero un servizio ferroviario che garantisca una vita più serena e una stazione con meno problemi e preoccupazioni. Anche una navetta potrebbe migliorare l'esistenza.