Gigi Riva è stato un mito, nessuno ha segnato tanto in Nazionale come lui. La sua impresa più grande, lo scudetto con il Cagliari nel 1970. Ha amato l'Italia e la Sardegna, senza mai tradirli. Anche per questo la sua leggenda è diventata mito, e la notizia della sua morte ha colpito un po' tutti. Anche dalle “nostre parti”: Rombo di Tuono, nato e cresciuto a Leggiuno, ha mosso i primi passi da calciatore nel Legnano (è cittadino onorario della città del Carroccio), prima di spiccare il volo verso grandi traguardi.
«Addio a Gigi Riva, leggenda del calcio italiano e miglior marcatore di tutti i tempi della Nazionale Azzurra. Un abbraccio ai famigliari di "Rombo di Tuono" e a tutti i suoi ammiratori sparsi nel mondo». Queste le parole dell'europarlamentare di Busto, Isabella Tovaglieri, che salutano un mito del calcio come Gigi Riva, amato e apprezzato anche per quel suo carattere schivo e riservato.
Poi sopraggiunge il ricordo personale dell'ex consigliere comunale di Busto, Antonio Corrado, interista doc: «Ricordo a San Siro un Inter-Cagliari 0 a 1, gol di Gigi Riva.. Io e mio papà presenti... Tanto di cappello rombo di tuono» giusto a sancire la grandezza del calciatore (oltre che dell'uomo) che ha scritto una pagina memorabile e indelebile della storia del calcio italiano. Portando Cagliari e la Sardegna sul tetto d'Italia e sulla bocca di tutti.
Umberto Rosanna, medico ed ex consigliere comunale, semplicemente: «Addio leggenda».
E il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che ricorda il mito “partito” da Leggiuno e dal suo lago: «Addio Gigi! Due i ricordi che mi vengono subito in mente se penso al grandissimo Gigi Riva: la nostra Leggiün (Leggiuno) e il suo lago, dove era nato, e i gol “acrobatici” con la maglia del Cagliari e della Nazionale. Esprimo, anche a nome della Regione Lombardia e di tutti i lombardi, le più sentite condoglianze ai familiari e ai suoi cari. Riposa in pace, campione».
Infine Luca Macchi, volto politico di Samarate ed ex presidente del consiglio provinciale: «Era di Leggiuno e a volte veniva all'oratorio di Brebbia dal don Guido Macchi, ero un bambino e lui era "il rombo di tuono", che emozioni per noi bambini. Allora i campioni, quelli veri, andavano negli oratori e facevano sognare i bambini». Come quando, aggiungiamo noi, sui campi sterrati degli oratori si segnavano dei grandi gol e ci si sentiva sempre ripetere: «E chi sei... Gigi Riva?».