Un giornale vale l’altro? Da quali fonti attinge per i suoi editoriali? Perché nei Tg si ripetono a oltranza certe notizie? Quali consigli darebbe a chi vuole diventare giornalista? Che cosa pensa dell’intelligenza artificiale? Un aneddoto? Sono solo alcune delle domande che gli studenti dei licei di Busto Arsizio hanno posto questa mattina a Beppe Severgnini.
L’editorialista e opinionista ha intrattenuto per un’ora e mezza i ragazzi al teatro Manzoni in un incontro dal titolo “Come, dove e quando ci informiamo…”. Organizzato dal liceo scientifico Tosi nell’ambito di Peses, il Programma di educazione per le scienze economiche e sociali voluto dall’Università Cattolica è stato un confronto tra il giornalista e gli studenti. Non una lezione frontale, dalla cattedra, ma un botta e risposta che è andato a toccare tanti settori della comunicazione.
A fare gli onori di casa l’assessore alle politiche educative Daniela Cerana e la dirigente del liceo scientifico Tosi Fabiana Ginesi, che ha voluto estendere l’invito anche a qualche classe del liceo Crespi, dell’Ite Tosi e dell’Olga Fiorini.
Beppe Severgnini ha esordito sviscerando in inglese alcuni passaggi della sua biografia, ha "interrogato" i ragazzi per capire la fonte delle loro informazioni e se leggono i giornali cartacei. «Social, Tg, radio, Tik tok, resoconti in classe: da qui abbiamo appreso info sul 7 ottobre, su Giulia Cecchettin, sulla guerra in Ucraina, sulla Ferragni e tanto altro», hanno risposto i ragazzi. Che a loro volta hanno chiesto a Severgnini le sue fonti, le differenze tra i giornali e tanto altro.
«I Tg sono fatti da persone che ricoprono diversi ruoli – ha precisato – con diverse competenze. I giornali sono diversissimi gli uni dagli altri, perché l’orientamento è diverso. Il caso Ferragni ha fatto notizia a oltranza perché rappresenta un’eccezionalità, Giulia Cecchettin la normalità: tutti si sono immedesimati nella povera ragazza trucidata dal fidanzato». Da qui non sono mancati consigli anche al di là della comunicazione: «Voglio rivolgermi alle ragazze – ha raccomandato – e dire che l’episodio spero che le possa aiutare a capire che ci sono comportamenti maschili cui va fatta tanta attenzione: uno spintone, una sberla, l’eccessiva gelosia, il senso di possesso».
Gli studenti lo hanno interrogato sulle sue fonti. «La mia fonte principale è l’esperienza – ha detto – poi anche seguire un tg non fazioso, il notiziario, radio, facebook, la Tv».
Ha poi dispensato consigli di scrittura: essere sintetici, mai due “che” in una frase, ironici, trovare la giusta ispirazione. Quattro sono infatti le parole chiave della professione che il giornalista porterà in un prossimo corso all’università di Pavia: «Ironia, sintesi, ispirazione e problema», ha ribadito.
E quindi spazio alle mosse giuste per diventare giornalista: «E’ importante capire se uno è portato, se ha talento, abilità verbale, curiosità – Consiglio di evitare di chiedere a fidanzati, amici, genitori o parenti: loro vi assecondano sempre. Dovete essere obiettivi. Consiglio di frequentare una qualsiasi triennale poi un master di giornalismo, ad esempio alla Walter Tobagi».
Prima di concludere con un divertente aneddoto sul “merlo Marco” che ha rivolto parolacce persino a Spadolini, l’editorialista ha accennato anche all’intelligenza artificiale: «Rappresenta una svolta, ma deve essere fatta per creare un’alleanza con l’intelligenza umana. Mi fa paura solo se qualcuno sta pensando di sostituirla all’uomo».
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