L’evento “La natività nella contemporaneità del terzo millennio” giunge alla fine, dopo oltre un mese costellato da diverse manifestazioni, con grande successo di pubblico.
Il 2 dicembre: inaugurazione della mostra di opere in ceramica realizzate da venticinque artisti (Anna Bernasconi, Hisiao Chin-Lena, Costantini, Sara Dalla Costa, Francesco De Molfetta, Carlo Fayer, Anny Ferrario, Raffaella Fusciello, Gianni Macalli, Ruggero Marrani, Enrico Milesi, Giuliano Ottaviani, Cesare Ottaviano, Alfredo Pino, Antonio Pizzolante, Ambogio Pozzi, Giorgio Presta, Stella Ranza, Giorgio Robustelli, Gianni Robusti, Mario Spadari, Sergio Tapia Radic, Jucci Ugolotti, Angelo Zilio, Ceramiche IBIS) sul tema della Natività, vera rappresentazione e proiezione del tema nel Terzo Millennio. L’essenza materica di base rimane l’argilla, lavorata dagli artisti in una molteplicità di modi, a tracciare un percorso che sembra definire, il cammino dell’umanità ad oggi o quello futuro. La sequenza delle opere, non per un caso fortuito, si presta ad una lettura bi-direzionale, lasciando al visitatore il piacere di scoprire il percorso a partire dall’opera denominata Big-Bang. La mostra è stata il filo conduttore dell’evento, caratterizzato da altre manifestazioni coinvolgenti, elencate di seguito.
Il 3 dicembre 2023: concerto natalizio del coro Europae Cantores, diretto dal maestro Federico Cester.
Il 10 dicembre 2023: in canto tra lieder e opera, Matteo Bonaccorso al flauto, Anna Lisa Bellini al pianoforte.
Il 17 dicembre 2023: i maestri ceramisti di Ghirla dal 1700 al 1900. Conservazione e restauro. Relatori: Maura Carcano ed Enrico Brugnoni.
Domenica 7 gennaio, finissage: concerto a cura della Corale Polifonica Jubilate, Città Studi di Milano diretta dal Maestro Carlo Chiesa. Quattordici brani tra spirituals e motivi di Natale popolari eseguiti dal coro, con il supporto strumentale di pianoforte e percussioni.
La manifestazione, alla Badia di San Gemolo in Ganna, è iniziata con i saluti e delle brevi relazioni da parte di Paolo Zanzi e Antonio Bandirali, organizzatori; Giampiero Tartaglia dell’Associazione Culturale Europea; stata caratterizzata dai saluti Carlo Massironi della Fondazione Comunitaria del Varesotto; Robertino Ghiringhelli, già Direttore dell’Istituto di Storia Moderna e Contemporanea dell’Università Cattolica di Milano.
In particolare, Paolo Zanzi, Presidente dell’Associazione Amici della Badia, ha ricordato l’importanza della Badia con la sua funzione culturale e sociale nel territorio, e ha illustrato il viaggio nel terzo millennio sottolineato dalle opere in ceramica.
Antonio Bandirali ha presentato una chiave di lettura della mostra, dall’opera big Bang fino a giungere all’ opera in ceramica con un gruppo di bambini dotati di tablet, connessi in modo globale con la comunità. Giampiero Tartaglia ha ricordato la funzione culturale sostenuta da ACE, accennando al percorso dell’evento, caratterizzato da varie manifestazioni e concluso oggi con il coro “ Jubilate “, dal messaggio di speranza emergente dalle realizzazioni in ceramica alla chiamata all’azione, sottolineata dalla manifestazioni musicali, che impegna tutti noi e la nostra responsabilità individuale verso noi stessi, verso il prossimo e ciò che ci circonda, espressa metaforicamente anche dal coro, dove ogni singolo deve essere in sintonia con gli altri in modo da scrivere un futuro migliore.
Carlo Massironi ha sottolineato la presenza di tante realtà artistiche nel territorio e la volontà da parte della Fondazione Cariplo a sostenere anche economicamente mediante bandi iniziative culturali in genere e specificamente artistiche, ambientali, di ricerca scientifica, di servizio alla persona e tutto quanto sia utile per la coesione sociale.
Robertino Ghiringhelli ha illustrato il senso storico e identitario della natività, della sua natura sociale con il presepe che non è solo un simbolo della religiosità, ma è un simbolo della quotidianità di tutti.
L’attenzione alla natalità è fondamentale per rispondere alle domande fondamentali alla base dell’ esistenza dell’uomo, che ci rimandano alla nostra origine: “per capire chi sei devi capire ti ha originato”: in questa prospettiva la natalità assume una simbologia che va allora anche al di là del cristianesimo. Connesso alla natalità è più comprensibile anche il concetto di fatica e ci ricorda che ci ha originato ha fatto fatica.
Il Coro Jubilate ha poi dato vita al concerto “Motivi di speranza” eseguendo 14 brani che spaziavano dal repertorio tradizionale allo spiritual, arricchiti da elaborazioni del direttore del Coro, il Maestro Carlo Chiesa.
L’ultimo brano “Oh, Happy Day”, hit internazionale e brano innovativo per la sua epoca, ha consolidato il momento di riflessione canoro, con il suo messaggio di gioia, contro il prevalere dell’individualismo e dell’aggressività.
Gli spettatori entusiasti ed anche commossi, stipati nella sala e nel chiostro adiacente, hanno poi avuto la possibilità di ripercorrere la mostra di ceramiche sulla natività e la visita al museo permanente di ceramiche di Ghirla nella Badia, accompagnati dai maestri ceramisti autori delle opere e rimanere ancora insieme per un momento di convivialità.
La “Natività nella contemporaneità del Terzo Millennio” è stato un evento a tutto tondo, che ha spaziato dall’arte alle note. Agli artisti ceramisti, ministri di bellezza, è toccato il compito e la sfida di rappresentare, con la loro sensibilità e dalla propria personalissima visuale, questo policromatico universo che si sprigiona dalla Natività.
Ai ceramisti si sono unite le note e le voci dei concertisti e dei coristi, con il risultato finale di celebrare la famiglia, nostro valore di riferimento, in tutto il suo significato.
Un’ancora che, insieme agli altri valori che l’umanità ha saputo esprimere ad oggi, quali l’etica, il rispetto, la solidarietà, ci consente di costruire un percorso di vita e di miglioramento, facendo leva sulla cultura, sulle emozioni e sulla formazione ed educazione delle nuove generazioni. In tal modo, potremo alimentare la fiamma della speranza e rendere concreto un futuro ideale all’insegna del vero progresso, che non può prescindere del benessere collettivo.