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Basket | 10 gennaio 2024, 23:29

LE PAGELLE - Nell’humus di una squadra in ripresa è rinato il fiore Librizzi

La sicurezza di un veterano, l’eleganza e la leadership: ennesima prova da protagonista per l varesino. Insieme a lui tanti piccoli mattoncini: la classe di Mannion, l’intimidazione che fa godere di Spencer, l’intelligenza di McDermott e la corsa a perdifiato di Brown. Woldetensae e Moretti, triple per ripartire. Young non può che durare cinque minuti…

Foto di Fabio Averna

Foto di Fabio Averna

Young 5,5

Secco: l’impressione è che dopo un mese e mezzo le gambe gli durino ancora non più di 5-10 minuti. Lo si vede dalla corsa (e quando Hanlan in contropiede prova ad alzargli l’alley hoop, la scena fa quasi sorridere: Olivier, hai visto chi era?) e lo si vede da come le sue leve a un certo punto inizino a caricare stancamente il tiro. La forma fisica, per un professionista, è l’unica cosa sulla quale non si dovrebbe transigere…

Mannion 7,5

Gli bastano 3 minuti per far venire la nausea a Neal e mettere a segno i 7 punti iniziali del match biancorosso. E gli bastano (e avanzano) 17 minuti per porre l’impronta su una gara nella quale la sua classe è troppo superiore al contesto.

Ulaneo 6,5

La sua conoscenza immediata con il gigante Baciu non è il classico colpo di fulmine: Scott ne assaggia i gomiti e l’imponenza, rimanendovi un po’ stordito. Il nostro però non si dà mai per vinto, è la sua cifra più fragrante: leggere 11 punti e 7 rimbalzi sul tabellino finale non è allora per nulla una sorpresa.

Spencer 7,5

Quattro stoppate che fanno ululare di goduria gli amanti dell’intimidazione applicata alla palla al cesto. E almeno 10 tiri che in virtù del suo braccio teso sono costretti a prendere parabole perdenti, roba che non finisce nello score ma nel cuore sì. 

Woldetensae 6

La coppa gli restituisce i minuti, come previsto, ma non la brilantezza scintillante dei suoi momenti migliori. I sei punti di fila, con due triple consecutive, a metà terzo quarto, sono un tuffo nel passato salutato con gioia da Masnago. Piedi per terra, o fuori dai blocchi, potrà sempre dire la sua: è cimentarsi in quello che non è nel suo dna che è sbagliato e lo ha fatto perdere sulle scie di una squadra che era altrettanto sbagliata. Ora che è giusta, a tratti giustissima, non sarà facile per lui recuperare posizioni. E questo, purtroppo, fa solo parte del gioco (no complottismi, please).

Moretti 6,5

L’infortunio e l’arrivo di Mannion hanno fatto perdere un giro anche a Davide, inutile girarci intorno: mentre il gruppo tecnico faceva uno scatto decisivo in avanti, lui rimaneva fermo. Ora ha ripreso a correre: a Treviso un assaggio, oggi una dose più sostanziosa, fatta anche di triple, assist e spazio congruo. Aspettarlo, senza fretta, è un dovere, perché era una colonna della vecchia Varese e lo sarà, a suo modo, anche di quella nuova.

Librizzi 7,5

La sicurezza di un veterano, l’eleganza di un Pozzecco in entrata (compreso un passo e tiro da vedere e rivedere con una birra in mano) e tanta leadership con la palla in mano. Ok, era Oradea ed è la Fiba Europe Cup, ma oggi ci ha emozionato e non è la prima volta quest’anno. Nell’humus di una squadra in ripresa è ri-sbocciato un fiore tutto varesino.

Virginio 6,5 

Cento-cento-cento: ok, ci pensa lui, alla sua maniera. Ed è festa.

Hanlan 6,5

Così il vangelo di Masnago: “E il giorno di coppa, Dio si riposò da tutte le opere che aveva portato a termine” (in attacco, perché poi a rimbalzo, in difesa e nella costruzione del gioco nemmeno così tanto...). Al 26’ un lampo improvviso, una bomba siderale con l’avversario appiccicato davanti e da almeno 7 metri e mezzo: giusti per ricordarci che è vivo. Ed è forte. Molto.

McDermott 7,5

Mister sentenza con i piedi per terra rischia anche di essere - pound per pound - uno dei giocatori più intelligenti che abbiano mai vestito questa maglia. Nel finale si prende il lusso di stoppare un avversario alto 20 cm più di lui 

Brown 7,5

Ecco: questo nemmeno oggi si è riposato. Una furia che corre per il rettangolo, tira, stoppa, entra, segna, divora il campo aperto, prende i rimbalzi, difende. Corri Forrest, corri.

Fabio Gandini


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