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Basket | 06 gennaio 2024, 23:44

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - Otto mesi per aspettarla, ma la lepre biancorossa è tornata

La Varese di Treviso passa il Rubicone: in una partita difficilissima tiene per la prima volta il gioco in mano, proprio come faceva l’anno scorso. E dopo la scorpacciata contro Reggio fa segnare record stagionali ancora più importanti, perché ottenuti contro un’avversaria che ha lottato fino all’ultimo respiro. Questione di spazi, di serpenti, di blackjack e di soldati

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - Otto mesi per aspettarla, ma la lepre biancorossa è tornata

Troppo facile fare i record quando l’opulenza della tua giornata sì annichilisce gli avversari e li lascia - tra lo stordimento e la meteoropatia - a chiedersi che colpa hanno avuto presso gli dei per capitare dalla parte sbagliata dei poster e della storia.

Tra la Varese tsunami vista contro Reggio e quella che con grande sudore espugna il Palaverde, nel libro dei top del 2023/2024 noi ci mettiamo la seconda, un serpente che ha cambiato pelle per affrontare una nuova stagione della sua vita. Perché di questo si tratterà, se gli dei di cui sopra non ci metteranno zampini malevoli e se non si darà il nikoliciano e proverbiale calcio al secchio del latte appena munto.

Ma torniamo alla prima frase: di record stagionali, se vogliamo, la Varese che per la prima volta si stacca dal fondo classifica ne fa segnare tanti quanti quelli tagliati una settimana or sono. Ma sono più importanti, perché ottenuti contro una contendente vivace, “pesante”, a cui va il merito di aver preparato con raziocinio il match e di non avere mai mollato, sospinta da un ambiente a tratti terrificante.

Quarantacinque rimbalzi totali, 37 difensivi: mai così tanti in 15 giornate. E poi 4 stoppate, idem con patate. Per la seconda statistica c’è un nome e un cognome, per la prima c’è una squadra che ha finalmente un equilibrio di corpi che a tratti ci commuove, almeno se ripensiamo agli horror movie “ammirati” (si fa per scherzare…) durante l’autunno. Poi intendiamoci: nemmeno quest’anno la Openjobmetis sarà di ortodossia cajana, ma come quella di Brase sta imparando a graffiare dietro quando conta. E succede, se al posto del tuo peggior difensore metti un soldato che pensa alla difesa con un’ossessione vivace e salvifica. 

E, a proposito, evviva anche i 28 falli commessi, altro record: insieme a Spencer, finalmente, ci sono compagni che non stanno più a guardare. Che sia finita per sempre l’era contemplativa quando si devono piegare le gambe.

Avanti. Quarantadue tiri da 2 (record), 30 tiri liberi tirati (record), 23 falli subiti (terza prestazione dell’anno), 22 triple (meno solo contro Scafati): una seconda dimensione è ora finalmente possibile.

Mannion e Hanlan insieme sono infatti la chiave che ha permesso di aprire una stanza completamente nuova, quella dei tiri vicino a canestro. E di capire che non era tanto (o meglio: non era solo) la mancanza di un playmaker a negare a Varese qualsivoglia tipo di pericolosità interna: a contare ancora di più sono gli spazi che si sono aperti grazie alla combinazione di due esterni che ti costringono a scegliere e che sono come il banco nel gioco del Blackjack…

… E il banco al Blackjack alla lunga vince sempre…

E allora ecco che Spencer può volare a canestro, ecco che le ali (e pure McDermott trova spesso e volentieri delle spaziature divine) possono tirare con i piedi per terra, ecco che se rimani appiccicato per evitare il tiro da fuori, arriva la penetrazione, arriva il fallo, arriva lo squilibrio della difesa. 

Con queste caratteristiche si è attraversato il Rubicone: per la seconda volta su 15 gare, ma in un impegno molto più complesso da interpretare, la Openjobmetis ha tenuto il pallino in mano.

Ha fatto la lepre. 

Non succedeva da 8 mesi. 

Fabio Gandini


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