Dove si trova l’obelisco che ricorda la battaglia di Varese condotta da Garibaldi nel 1859? Quanti conoscono il torrente sotterraneo che attraversa la città? Dove si svolgevano le esecuzioni nell’antichità? E qual è l’origine del nome Varese?
Sono solo alcune delle curiosità a cui ha risposto Samuele Corsalini con il suo libro Quel che non sai di Varese: piccole storie, grandi sorprese, un ipotetico viaggio per la città nato da una full immersion in aneddoti e documenti raccolti senza respiro dall’autore nell’arco dell’ultimo anno.
«Sono una persona che ha passioni, nel senso che quando mi focalizzo su una cosa in due mesi divento master in quella cosa» spiega Samuele, trentaduenne nato e cresciuto a Varese, ex alunno del liceo scientifico Ferraris di Masnago e laureatosi poi in economia. Da otto anni lavora come consulente per un’azienda multinazionale, ma la scrittura è un hobby e una passione che coltiva fin da giovanissimo. E che non ha mai abbandonato.
La genesi del suo libro risale a circa un anno fa: «Mi ero focalizzato sul mio albero genealogico, ero arrivato a circa 1.700 persone. Da lì ho intervistato nonni e zii per vedere se sapessero qualcosa in più. Sono andato all’archivio storico di documenti di Varese, e ho perfino scoperto di avere un centodiciassettesimo di un terreno agricolo nel Parco Campo dei Fiori».
La curiosità derivante dai racconti ha portato Samuele a raccogliere una gran mole di documenti e foto della città risalenti a moltissimi anni fa. La tentazione di scrivere un libro sulla storia di Varese è stata irresistibile, «ma ne è uscito un librone da 1.200 pagine di una noia mortale».
Ma ovviamente non poteva andare tutto buttato, «e allora ho rifatto tutto con un altro stile». E ne è uscito così il suo libro: un’ipotetica passeggiata, dall’ingresso in città e attraverso i luoghi più significativi e curiosi di Varese.
«Il libro è scritto senza alcuna pretesa o alcun dettaglio di tipo artistico. Sono curiosità, impostate principalmente con foto e racconto. Se alcune persone anziane conoscono le cose scritte, la maggior parte dei giovani no. Ed è per questo che è soprattutto rivolto a loro».
Tra gli aneddoti più curiosi si può trovare quello su piazza Beccaria, una volta (quando si chiamava piazza Cappello, perché lì si vendevano i cappelli) teatro delle esecuzioni, «anche se a Varese erano rare: non era una città molto condannante. Veniva ogni tanto un boia da Lugano, aveva una sorta di casotto con gli attrezzi proprio lì». E all’ingresso da lì in via Cattaneo un arco con conficcata la testa di tale Filippino da Cugliate faceva da monito a tutti i delinquenti… La piazza fu, diversi anni dopo, intitolata all’illuminista milanese autore del Dei delitti e delle pene, proprio colui che si batté per l’abolizione della pena capitale.
Si parla poi della battaglia di Varese, condotta da Garibaldi nel maggio del 1859 e ricordata da un obelisco nei pressi del lazzaretto in viale Belforte. Un altro obelisco è invece situato all’ingresso del cimitero di Giubiano, ed è ciò che si trovava in piazza del Podestà prima dell’attuale garibaldino.
Si parla poi dei vecchi nomi delle piazze di Varese, che identificavano la merce che veniva scambiata in quel luogo. Ed ecco che il Broletto era la piazza del Grano e piazza Monte Grappa era piazza Porcari, era adibita alla compra-vendita della crusca. Piazza Marsala era piazza delle Oche, e fuori da Palazzo Estense c’era lo slargo Vitelli.
Ed ecco anche qualche cenno storico sul Vellone, il torrente che nasce dal Sacro Monte e scorre poi sotterraneo dalla zona della Brunella fino a dopo piazza Kennedy. «Una volta c’erano perfino i ponti sul Vellone».
La presenza dell’acqua in città pare che abbia dato anche origine al nome Varese (Vara vuol dire acqua nell’antica lingua celtica), «ma io preferisco la teoria secondo cui il nome derivi dal latino Varexium, ovvero "uscita dalle valli", visto che qui era una zona di incontro e di scambio».
Il libro comprende 150 foto: «Le ultime due sono dei miei nonni paterni e dei nonni materni. È al loro che dedico il mio libro».
Samuele si reputa fortunato ad aver vissuto in diversi luoghi (Irlanda, Canada, Londra) durante gli anni degli studi universitari, «avevo anche il sogno di vivere all’estero. Ma Varese è la città in cui sono nato e cresciuto. Qua ho la famiglia e gli amici di una vita. Ho comprato casa qui, ed è il posto in cui voglio restare».
Quel che non sai di Varese: piccole storie, grandi sorprese è fuori dal 22 novembre, ed è acquistabile esclusivamente su Amazon.