Ha saputo creare quella giusta atmosfera che ha fatto assaporare il significato del Natale, quello vero. Protagonista della serata, ieri, il coro Gallazzi and friends che con i bravi musici Andrea Pirro (percussioni e violoncello) e Giacomo Olivato (tastiera, chitarra e voce), alla bacchetta del maestro Tito Olivato, ha attirato tanta gente alla Cascina dei poveri di Busto.
Per l’occasione l’oratorio di San Bernardino era stracolmo e il coro, fondato un anno fa in modo estemporaneo, ha dato prova di essere cresciuto.
Con un repertorio di tredici spartiti ha saputo catturare l’approvazione del pubblico: ha rispolverato brani della tradizione natalizia radicati in un tempo lontano (XV-XVIII sec.), ma anche più recenti di stampo popolare, con incursioni nel repertorio regionale lombardo, toscano e siciliano.
A dare il la il Gloria alleluja, seguito da Notte Santa (tradizione inglese), Quem pastores (anonimo tedesco XIV-XVI secolo), Puer natus (canto natalizio gregoriano), I Re magi (canto popolare di Adriana Mascagni), Prendi i rami d’agrifoglio (canzone gallese) e un Bambino nella culla (popolare lombardo-piemontese). Ricco anche il programma della seconda parte con Astro del ciel, Benedetta sia Maria (da un libro di liuto inglese), E nascitu lu Bambineddu (popolare siciliano). Dulcis in fundo, Bianco Natal, Maria lavava (tradizione toscana) e Il canto finale Tu scendi dalle stelle, intonato all’unisono da tutta la chiesetta: un modo per unire la comunità in una sola voce. «Una voce che da canto si è fatta preghiera», ha commentato il maestro Tito Olivato.
Il coro composto da un uomo, Emilio, e tredici donne, ha dato vita a un momento intimo e bello. La varietà dei canti, brevi e incisivi, ha permesso ai presenti di sentire tutta l'attesa di un Natale ancora di più quest'anno attraversato da guerre e calamità.
Dunque un concerto all’insegna della varietà e tradizione. «Un po' come l'Associazione Riabitare – ha proseguito - che di questo binomio sembra averne fatto il suo vessillo. Varietà nelle iniziative, coinvolgendo ogni volta attori diversi, tradizione nei valori più semplici e genuini fondati sull'aiuto reciproco, sul bene comune in modo del tutto gratuito».