Si è tenuto un nuovo presidio del “Comitato per il diritto alla salute del Varesotto”, nel pomeriggio di sabato 25 novembre, in piazza Santa Maria, a Busto Arsizio. Gazebo, cartelli, megafono e volantini per ribadire le ragioni del Comitato contro l’ospedale unico Busto/Gallarate. «Tornare fra la gente anche dopo la firma dell’accordo di programma – spiegavano i presenti – è un modo per provare a informare anche coloro che, finora, non si sono interessati alla questione. E per confermare che la nostra azione sull’ospedale unico non si esaurisce, non è detto che il percorso per arrivarci sia definitivamente tracciato».
Tra i passaggi del testo distribuito ai passanti, in effetti, uno recita: «Sospettiamo che la scelta di realizzare l’ospedale unico nasconda gravi vizi procedurali, inadempienze nell’elaborazione del programma e nella sua valutazione, nonché approssimazioni progettuali, che potrebbero essere portati come oggetto di valutazione nelle aule dei tribunali, per una giusta disamina che garantisca la legittimità degli atti». E, in un freddo che non ha scoraggiato gli attivisti, è echeggiata la parola “Tar”. Di seguito, il testo integrale del volantino.
No all’ospedale unico – Sì al potenziamento degli ospedali esistenti – Sì alla Sanità pubblica – Sì alla tutela e valorizzazione del bosco
In data 27 ottobre, il Presidente della Giunta Regionale ha emanato il Decreto (n.102) di approvazione dell’accordo di programma per la realizzazione dell’ospedale unico di Busto Arsizio e Gallarate nell’area verde e boscata di Beata Giuliana. Si è concluso, in tal modo, il processo decisionale, senza che sia stata data la possibilità a* cittadin* di parteciparvi tramite l’istituto del “dibattito pubblico”.
Il progetto dell’ospedale unico è stato portato avanti senza che in alcun modo fosse dimostrata la sua migliore capacità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione e ai diritti dei malati, a partire dalla riduzione delle liste d’attesa, rispetto a quella dei due ospedali esistenti.
Negli ultimi anni la gestione degli ospedali di Busto Arsizio e Gallarate ne ha determinato, anche attraverso indiscriminate soppressioni e accorpamenti di reparti, l’abbandono, il degrado e la fuga di personale, allo scopo di giustificare una decisione, quella dell’ospedale unico, le cui vere ragioni sono state evidentemente occultate.
Oltre alle prospettiva di una sanità pubblica sempre più precaria per noi cittadin*, è importante sapere che la realizzazione dell’ospedale unico a Beata Giuliana comporterà l’abbattimento di 65mila mq di bosco, oltre a evidenti e inevitabili conseguenze sul traffico di questa zona. Tutto ciò, al contrario di quanto viene promesso, non potrà che causare danni all’ambiente e alla nostra salute.
Sospettiamo che la scelta di realizzare l’ospedale unico nasconda gravi vizi procedurali, inadempienze nell’elaborazione del programma e nella sua valutazione, nonché approssimazioni progettuali, che potrebbero essere portati come oggetto di valutazione nelle aule dei tribunali, per una giusta disamina che garantisca la legittimità degli atti.
Per questi motivi, noi siamo a favore del mantenimento in vita degli attuali ospedali e proponiamo di investire per:
- la salvaguardia delle aree verdi e boschive di Beata Giuliana (fondamentali per l’ambiente e la salute psico-fisica umana)
- il rilancio e l’ammodernamento delle attuali strutture ospedaliere di Busto Arsizio e Gallarate, che comporterebbero senza dubbio un minor impegno finanziario.
Infatti, in sede di definizione dell’ipotesi di accordo di programma, i “tecnici” hanno stimato che rilancio e ammodernamento delle attuali strutture ospedaliere avrebbero un costo di 283.576.580,00 €, a fronte di 412.620.713,00 per la chiusura di Gallarate e l'ampliamento dell'ospedale di Busto Arsizio, e di 440.016.065,00 € per il nuovo ospedale unico a Beata Giuliana, al netto delle opere viarie e delle compensazioni per il verde distrutto.
Pensiamo sia necessario costruire una sanità pubblica a misura di persona, non regolata dal mero interesse finanziario di stampo aziendale, una sanità radicata nel territorio, indirizzata a prevenire le malattie e a curarne le cause e non solo i sintomi, una sanità che sia realmente vicina alle persone tramite un approccio olistico e umano tra medico e paziente.