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Calcio | 19 novembre 2023, 23:17

Caro Luca, anche le stelle appena nate devono aspettare prima di andarsene. Mi accompagni un'ultima volta da Alfredo Luini?

Luca Alfano se ne è andato a 46 anni ma noi abbiamo ancora un'ultima cosa da dirgli prima di lasciarlo andare lassù, a brillare nel cielo

Luca Alfano con Pavoletti, con l'amico Alfredo Luini sulle loro carrozzine accanto alla panchina del Varese e addormentato con la maglia biancorossa sullo sfondo

Luca Alfano con Pavoletti, con l'amico Alfredo Luini sulle loro carrozzine accanto alla panchina del Varese e addormentato con la maglia biancorossa sullo sfondo

Caro Luca,
anche le stelle appena nate devono fermarsi un attimo ad aspettare, almeno un'ultima volta, e chiedo di farlo anche a te.

Non andare via, lasciati cadere in questa notte perché devo chiederti di camminare con me quando, domani mattina, busserò alla porta di Bobbiate dove ci sarà un altro "Lakino" ad accogliermi, come quello che tu amavi tanto, e mentre lui scodinzolerà mi avvicinerò a quella porticina da dove è sempre partita una carrozzina che, come la tua, arrivava più veloce di quanto potessimo fare tutti noi, perché il cuore e la sofferenza raddoppiano le forze, accanto alla panchina del Franco Ossola posizionandosi lì, di fronte al campo ad aspettare un gol del Varese.

Lì dentro, ad accogliermi, ci sarà il tuo amico Alfredo Luini che, appena mi vedrà, mi darà del «pirla» per non essermi fatto vedere per tutto questo tempo. E, poi, mi guarderà con quegli occhi che parlano da soli chiedendomi cosa devo dirgli. Io allora gli metterò la mano sulla spalla e gli dirò che tu non ci sei più. Che una di quelle persone capaci, senza quasi volerlo, di entrare nella sua vita, in quella di una città e di tutti noi se ne è andata all'alba all'improvviso, spegnendosi mentre l'amico Giacomo gli teneva la mano all'ospedale di Circolo. 

Dovrò dire: «Alfred, avevo un sogno ed era quello di riportarti almeno un'altra volta al Franco Ossola, superare il cancello della tribuna, spingere la tua carrozzina fino alla pista d'atletica, come ho fatto per tanti anni, e lasciarti lì sapendo di trovare già al loro posto Luca insieme al papà e al fratello, perché con loro si era creata una squadra fortissima. Luca avrebbe detto: "Ciao Alfred, come stai?". Tu avresti risposto tirandomi un calcio per farmi allontanare, che tanto ci avresti pensato tu a rispondere con un sorriso, con una linguaccia, con uno scatto minuscolo della fronte prima di affiancarti a lui per giocare insieme ai biancorossi.

Non potrò farlo, Alfred, non potrò tornare a un passato che non c'è più perché Luca in quello stadio resterà per sempre soltanto nelle fotografie che in tanti stanno postando in queste ore.

Nella copertina del suo libro "Più unico che raro". Nelle telefonate in cui rispondeva tenendoti al telefono con un filo d'acciaio di voce che non si esauriva mai.

Nei tavolini della Cucina di Altamura dove, seduto insieme alla sua famiglia, era lui a chiederti "come stai", seguito perennemente da quel maledetto "...e il Varese?" e dal mio silenzio. Nella "C" di "Carrrico" che tutti, ma proprio tutti, abbiamo formato con le dita per vivere la sua storia e dargli la nostra forza, scritta su una maglietta o su un tatuaggio. 

Nella sua vita scomoda capace di rendere più belle e vive le nostre, nel passo lento ma deciso delle sue ruote, nell'esilità in cui nascondeva la sua enormità, nella capacità di ridurre e polverizzare tutte le barriere, nelle mie ultime parole per lui che, dette a te, forse arriveranno prima anche a Luca».

A quel punto, tra qualche ora, Alfredo certamente mi guarderà e mi fulminerà: «Perché queste cose non le hai fatte prima, quando potevi?». Io non avrò una risposta e lui, leggendomi nel cuore come sapevi fare anche tu, con quell'espressione che parla da sola, indicherà con gli occhi la foto in cui siete insieme accanto alla panchina biancorossa: «Non preoccuparti e non fare il pirla, Confa, Luca è sempre stato e sempre sarà qui con me».

Io a quel punto lo abbraccerò, stringendolo piano e, senza farmi vedere da lui e da nessuno, piangerò prima di lasciarti veramente andare lassù nel cielo, piccola stella mia.

Andrea Confalonieri


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