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Storie | 12 novembre 2023, 20:17

«Anche Cate deve indossare la sua divisa di basket». E la società va in ospedale a portarla

La commozione della ragazzina e di sua mamma Lucia, condivisa dalla dirigenza e dai ragazzi del Progetto Ma.Go. Oggi c'era la festa della consegna con tutti i giocatori, ma la bambina era ricoverata: «Che bello vederla felice, per noi lei è un insegnamento»

Caterina con la sua divisa in ospedale, accanto la società che gliel'ha portata e il suo fratellino Giovanni

Caterina con la sua divisa in ospedale, accanto la società che gliel'ha portata e il suo fratellino Giovanni

Quando si è una squadra, ogni momento condiviso è speciale, ma nessuno supera la consegna della divisa: quel simbolo forte di appartenenza che si può stringere tra le mani e indossare.  Il team di basket del Progetto Ma.Go (Marnate Gorla) è una vera squadra e non poteva permettere che una sua giocatrice non vivesse quel giorno magico. Tanto più quando si tratta di Caterina Bossi, 8 anni, che è una ragazzina tosta nella vita prima ancora che sul campo.

Cate è infatti ricoverata a Milano, al De Marchi: combatte con la sua grinta e con l'affetto di mamma Lucia Botti, papà Stefano e del fratellino Giovanni. La dirigenza del Progetto Ma.Go ha deciso: se non può venire a prendere la sua divisa, gliela portiamo noi in ospedale. Così è avvenuto: la  prima squadra ha consegnato la preziosa maglia e la ragazzina l'ha subito indossata in camera. Il suo sorriso è il trofeo più bello che si possa conquistare.

Mamma Lucia ha raccontato così: «Ogni anno in questo periodo viene consegnata la nuova divisa per l'anno di basket: è una bellissima festa, emozionante con tutti i bimbi e i genitori a guardare. Ma noi siamo qui. Ricoverate in una stanza d'ospedale». Cate l'aveva detto anche alle volontarie: «Sai io gioco a basket e sono molto triste perché domenica non posso partecipare alla festa della divisa».

Allora, prosegue la mamma, «si dice che "se Maometto non va alla montagna, sarà la montagna ad andare da Maometto"... Ancora una volta i ragazzi del Progetto Ma.Go, Matteo Parietti e tutti i dirigenti hanno dimostrato di avere soprattutto un cuore enorme».

Un gesto da autentica squadra. Del resto sono tre i pilastri che questa società considera vitali: condivisione, inclusione e crescita. Oggi splendevano tutti sul volto di Caterina.

Profondamente commossa lei come la mamma. Ma anche la società e i giocatori. Accanto a Matteo Parietti, responsabile tecnico unico della società, c'erano Alberto Tomasich, presidente della Marnatese, Andrea Meraviglia, presidente del progetto Ma.Go, Luigi Aldizio, dirigente di Ma.Go,  Stefano Marosic, giocatore dei Draghi di Gorla, Alessandro Arui capitano della Marnatese basket, Andrea Albertini ds del progetto Ma.Go.

La dirigenza non ci ha pensato due volte, sottolinea Matteo Parietti: «Avevamo visto il post di Lucia, sapevamo quanto Cate ci tenesse alla festa della divisa. È stato bellissimo vederla felice ed emozionata. Per noi è stato un gesto di attenzione e vicinanza. Perché attenzione è una parola importante per il Progetto Ma.Go». Una parola da realizzare ogni giorno, con piccoli e grandi gesti: come quello compiuto oggi, che ha portato gioia a Caterina e non solo.

«Perché lei è un insegnamento per noi».

Marilena Lualdi

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