Tassa frontalieri, Alfieri: «Metodo sbagliato». Candiani: «Questione evitata da tutti per vent’anni»

«Questa tassa fatta così non va bene. Sul principio sono d’accordo, ma arriva sulla testa del territorio».
Il senatore del Pd Alessandro Alfieri esprime tutta la propria contrarietà sulla genesi della tassa sulla sanità che verrà applicata ai “vecchi frontalieri”, cioè a coloro che lavoravano in Svizzera prima del nuovo accordo fiscale in vigore da luglio.
Lo fa a Palazzo Estense a Varese, durante il convegno sul ruolo degli enti locali nel futuro dell’Unione Europea organizzato nell’ambito di Glocal, a cui a inizio mattina era intervenuto anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Che, a proposito della norma, aveva parlato di «principio sacrosanto» (leggi qui)
«Il problema è che questa vicenda non era stata affrontata fino a ora e prima o poi il nodo arriva al pettine», osserva il deputato leghista Stefano Candiani.

Come aveva già fatto (leggi qui), Alfieri contesta le modalità della scelta: «Troviamo delle soluzioni condivise, convochiamo un tavolo con i sindacati e gli amministratori locali. L’esperienza che ha dato vita al nuovo accordo fiscale Italia-Svizzera è stata positiva nel metodo prima ancora che nel merito».
Da parte sua, Candiani non nasconde che gli eventuali emendamenti alla manovra finanziaria, tanto quelli della minoranza quanto quelli della maggioranza, «non potranno andare da nessuna parte. Dovremo lavorarci nel 2024».

A margine dell’incontro, il leghista non nasconde che «può essere discutibile che ci si arrivi con un’imposizione inserita nella legge». Ciò detto, «si tratta di una questione aperta da vent’anni e che tutti hanno sempre evitato di affrontare. E voli basso chi parla di emendamenti, perché di soluzioni fino a qui non ne ho sentite».