- 27 ottobre 2023, 16:41

Busto, Maggioni (Pd) attacca la maggioranza: «Ha rinunciato a vigilare sulla sanità locale»

La nota del capogruppo del Partito Democratico all’indomani della discussione della mozione su ospedale e servizi sanitari territoriali a cui il centrodestra non ha partecipato

Ieri sera è stato lo scontro sul caso Attolini tra il sindaco Emanuele Antonelli e il Partito Democratico a fare “rumore” (leggi qui).
All’indomani delle scintille che lo hanno peraltro visto parte in causa, il capogruppo dem Maurizio Maggioni prova però a spostare l’attenzione sulla mozione presentata dai gruppi di opposizione sulla sanità territoriale bocciata dalla maggioranza, che ha scelto di non intervenire sul delicato argomento.

Un atteggiamento che Maggioni aveva già stigmatizzato in assise, evidenziando come «sui problemi vicini ai cittadini si sia scelto il silenzio», mentre il dibattito si è dilungato su questioni nazionali come utero in affitto e farina di grilli portate all’ordine del giorno da Fratelli d’Italia.

La nota di Maggioni

Le polemiche che il Sindaco, la sera del 26 ottobre in CC, ha inaugurato, gestito e condotto da solo senza che nulla potesse giustificarle, non  una frase né una considerazione che siano state fatte da qualsiasi consigliere, hanno fatto distogliere l’attenzione pubblica dalle decisioni rilevantissime che il Consiglio Comunale ha adottato in relazione alla gestione dell’ Ospedale di Busto e all’implementazione dei servizi sanitari territoriali, bocciando una mozione presentata dai gruppi di minoranza.

Mentre l’Ospedale di Busto, insieme con Gallarate, è oggetto di riorganizzazione di personale e servizi e mentre le Amministrazioni Comunali di Somma, di Gallarate e di Saronno sono manifestamente impegnate a seguire questi processi con l’attenzione che i politici locali devono avere per i propri nosocomi, la maggioranza del Comune di Busto, in continuità con la ribadita logica di delegare in bianco ad altre istituzioni, ha votato contro la proposta di “esprimere la volontà e l’impegno comune affinché siano garantiti al meglio i servizi ospedalieri dell’attuale nosocomio e lo sviluppo dei servizi territoriali” e di impegnarsi in collaborazione con l’Assessorato regionale e gli organi della ASST” per un’analitica e organica serie di iniziative atte a garantire all’attuale presidio ospedaliero la salvaguardia dell’eccellenza dell’offerta sanitaria.”

Ha bocciato senza appello né dibattito “l’esigenza di collaborare per coordinare interventi, programmi ed iniziative congiunte con l’Amministrazione Comunale sul fronte delle case di comunità̀ e dei presidi sanitari e sociosanitari di prossimità̀ e della loro organizzazione sul territorio.”

Ogni Comune ha a cuore le sorti del proprio nosocomio e storicamente anche a Busto si sono succeduti politici ed amministratori comunali di ogni partito che hanno seguito e “patrocinato” le sorti del proprio ospedale. 

In una fase di cambiamento e di difficoltà che comporta l’obbligo di riorganizzazione, non vi è Amministrazione Comunale che rinunci a vigilare e a verificare quanto sta avvenendo, pur nel rispetto delle rispettive responsabilità e competenze.

Il fatto che il Consiglio Comunale abbia deliberato di rinunciare a tale vigilanza, in modo pubblico ed ufficiale, non è un affronto alle minoranze ma una vera e propria sciocchezza.

Mentre tutti i principali Comuni della ASST, Saronno e Gallarate, vogliono in forme diverse esser presenti e valutare le scelte, il Consiglio Comunale di Busto vi rinunzia esplicitamente con immaginabili conseguenze sul messaggio che si invia ai decisori.  Occorrerebbe invece come proposto nella nostra mozione un’intesa tra ASST e gli stessi Comuni al fine di costruire un piano condiviso che promuova senza campanilismi servizi di qualità da transitare nel nuovo nosocomio.

La scelta sconsiderata che la maggioranza ha assunto senza spiegarla, è però in linea coerente con la posizione più volte resa dal Sindaco, secondo la quale “è una responsabilità regionale”, espressa anche con le consuete modalità polemiche contro le minoranze. È da chiedersi se si sia trattato di una maggioranza convinta e compatta seppure catalettica, oppure di una maggioranza accondiscendente ed intimidita.

Redazione