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Busto Arsizio | 26 settembre 2023, 14:12

La prevenzione oncologica entra nel carcere di Busto: «Nessuno deve sentirsi trascurato»

La Lilt ha avviato le visite specialistiche: i primi screening hanno già interessato il personale amministrativo e gli agenti di Polizia penitenziaria. A ottobre si terranno i controlli per i primi venti detenuti che si sono prenotati, a cui se ne potranno aggiungere altri. «La casa circondariale è parte integrante del territorio», ricorda la direttrice Pitaniello

La prevenzione oncologica entra nel carcere di Busto: «Nessuno deve sentirsi trascurato»

La prevenzione entra nella casa circondariale di Busto Arsizio. La sezione provinciale di Varese della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) ha infatti avviato delle visite specialistiche gratuite rivolte ai detenuti e ai dipendenti che operano all’interno dell’istituto.
I primi screening hanno già interessato il personale amministrativo e gli agenti di Polizia penitenziaria. A ottobre si terranno le visite dei primi venti detenuti che si sono prenotati, a cui ne seguiranno altre nel caso di nuove richieste. Nel frattempo, sono già stati realizzati due momenti di formazione, uno rivolto al personale, l’altro a un’ampia rappresentanza della popolazione carceraria di Busto.

«Una bellissima iniziativa – osserva la direttrice della casa circondariale Maria Pitaniello –. Un progetto all’insegna dell’interazione e dell’integrazione col mondo dell’associazionismo, che in questo territorio è vivace. Vi è un duplice valore sociale: il valore della cura del sé attraverso la prevenzione sanitaria e quello dell’attenzione a tutto il nostro contesto, detenuti e personale. A maggior ragione in una fase storica complessa, caratterizzata da sovraffollamento ed eventi critici. Il diritto alla salute è costituzionalmente garantito».

Ivanoe Pellerin, presidente della Lilt provinciale, presentando il progetto nella sala meeting della struttura di via per Cassano ha ricordato come la pandemia abbia rallentato i controlli. In Italia quest’anno i nuovi casi di tumore stimati sono 390.700. Ma, a fronte di cifre che creano allarme, incoraggia sapere che cresce il numero dei guariti, che nel 2020 sono stati 3,6 milioni.
«Ci auguriamo che le previsioni siano sbagliate – ha aggiunto Pellerin –. Ma dobbiamo in ogni caso rafforzare le azioni per contrastare il ritardo diagnostico». Anche all’interno del carcere, affinché «nessuno possa sentirsi trascurato o “lasciato indietro”».

Eugenio Porfidio, direttore generale dell’Asst Valle Olona, ha rimarcato che «la salute non ha confini o restrizioni. È individuale ma anche collettiva. Tutti devono partecipare alla prevenzione, nessuno escluso». Tanto che la dottoressa Pitaniello ha invitato i detenuti presenti alla conferenza stampa a farsi portavoce di quanto ascoltato con i compagni di reclusione o nelle occasioni di dialogo con i familiari: «Date l’esempio e stimolate chi vi è vicino», il messaggio.

Questa campagna, come detto, non è rivolta solo alle persone recluse: tutto il personale femminile dell’istituto ha risposto alla chiamata; una cinquantina gli agenti di Polizia penitenziaria che hanno aderito, per un totale di 116 visite richieste. «Una buona partecipazione – sottolinea la comandante Rossella Panaro –. E un bel gesto di attenzione: sapere che qualcuno all’esterno si prende cura di noi è una grande cosa. La salute produce sicurezza. A volte noi agenti riteniamo che la divisa ci possa preservare da qualsiasi male. Purtroppo non è così, in passato colleghi ci hanno lasciato a causa di tumori».

Ora tocca ai detenuti: «Abbiamo organizzato due ambulatori che inizieranno il 5 e 6 ottobre con le valutazioni dei venti pazienti prenotati – spiega Ezia Iorio, coordinatore sanitario –. Man mano che arriveranno nuove richieste, andremo avanti per tutto il mese».

L’iniziativa, ha ribadito la direttrice Pitaniello, testimonia che l’istituto di Busto è parte integrante del territorio.
Lo ha evidenziato anche l’assessore all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni, anticipando critiche fin troppo prevedibili: «La Lilt fa prevenzione costantemente, per tutti – ha ricordato –. Questa iniziativa non toglie nulla a nessuno. La salute non è un privilegio che va conteso, è un diritto di tutti».
E questo progetto ha anche una funzione educativa: «Chi abita queste mura non sempre in passato ha avuto rispetto della propria vita. La prevenzione è proprio un modo per tornare a rispettare se stessi», ha detto l’assessore. Da ciò l’invito ai detenuti che l’ascoltavano: «Vincete la paura e fatevi visitare».

Riccardo Canetta

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