Busto Arsizio - 21 settembre 2023, 10:30

VIDEO. Le scuole Manzoni trasudano di storia: buon centoventesimo compleanno

Dall’inaugurazione del 20 settembre 1903 al progetto di Camillo Crespi Balbi, ieri nella conferenza dedicata a ricostruire “Voci e parole tra i banchi” si è parlato della scuola di piazza Manzoni tra passato, presente e futuro. «Un progetto con una sua dignità tecnica, criteri avanzati e anche sostenibilità ambientale»

«La scuola Manzoni è un monumento: trasuda storia ovunque. Basta aprire gli armadi». È così che Silvia De Bernardi, docente delle primarie che ieri 20 settembre hanno festeggiato i 120 anni dall’inaugurazione, ha sintetizzato il percorso di festa che la scuola ha messo a punto a partire dalla primavera scorsa con la festa della scuola, la lettura da parte di tutti i ragazzi dei Promessi sposi con la drammatizzazione accompagnata dalle canzoni di Jovanotti. Ieri scoccava esattamente il compleanno, visto che la struttura che per decenni ha accolto migliaia di ragazzi bustesi era stata inaugurata esattamente il 20 settembre 1903. Come dunque far passare sotto silenzio il giorno dell’anniversario ultracentenario?

La mostra

Così a partire dalle 14.30 le scuole Manzoni hanno aperto le porte a chi voleva visitare la mostra allestita in collaborazione con Auser e gli studenti del Candiani. Frugando negli archivi della scuola sono emersi reperti storici di tutto rispetto e alquanto significativi per testimoniare com’era la scuola di tanti anni fa. Così si sono riportati alla luce vecchi pallottolieri, alfabetieri e strumenti per imparare a leggere-scrivere e far di conto registri, quaderni ormai ingialliti ma con scritture impeccabili, mega compassi, squadre di grandi dimensioni, scatole degli anni Cinquanta con fibre tessili, grano e farine, cartine geografiche con regioni d’Italia allegate al Corriere dei piccoli, l’immancabile macchina da scrivere Olivetti, il libro del fascio e molto altro (VIDEO).

Tanto la gente che ha affollato il corridoio e non ha voluto perdersi la ricostruzione storica affidata a una conferenza moderata da Maurizio Maggioni con la dirigente Silvana Vitella, l’architetto Carlo Valentini, il prof Giorgio Ciccarelli e la presidente Auser Michela Volfi.

Passato, presente e futuro

La prima a prendere la parola, la maestra De Bernardi che ha ricostruito alcune tappe importanti quando la scuola era divisa tra maschi e femmine, quando nel giornalino gli scolari chiedevano un’aula cucina, il teatro, l’ascensore e tanto altro. Le ha fatto eco la dirigente Vitella che ha sottolineato come il progetto sia frutto di un intenso anno di lavoro con la finalità di celebrare un duplice compleanno: «Sono coincisi due festeggiamenti – ha affermato – I 150 anni dalla morte del grande poeta e scrittore cui è dedicata la nostra scuola e i 120 anni dall’inaugurazione. Ha visto una collaborazione verticale con più scuole e discipline. Un momento per coniugare passato e presente, far comprendere a tutti quel passato per costruire il nostro futuro, che nasce dalla consapevolezza di quello che siamo stati».

Anche la vicesindaco Manuela Maffioli ha sottolineato l’importanza per le istituzioni di festeggiare i compleanni, “un momento di memoria”, ricordando il progetto di rete tra le scuole, una partnership per collegare attività culturali.

L’assessore alle politiche educative Daniela Cerana ha definito le Manzoni scuole d’eccellenza, come tante altre scuole cittadine, evidenziando come la formazione dei giovani funziona se le scuole, le istituzioni e le famiglie lavorano insieme.

Dalla posa della prima pietra

Un tuffo nella storia lo ha fatto compiere l’architetto Carlo Valentini che ha ricostruito le vicende della struttura da quando è stata posata la prima pietra, quando Busto Arsizio contava 20mila abitanti e 1200 ragazzi in età scolare, si affermava il boom soprattutto del tessile, si affidava il progetto a Camillo Crespi Balbi, l’appalto costava 123mila lire, sull’area c’era una cava. «Il progetto comunque – ha precisato – presentava una sua dignità tecnica, criteri avanzati, sostenibilità ambientale, anche se non eclatante dal punto di vista architettonico. Poi nel 1930 il governo fascista voleva che in ogni città ci fossero luoghi per l’educazione fisica. La palestra fu costruita qui. La scuola era dotata di impianto di riscaldamento, anche se nelle aule non si superavano i 13 gradi e i corridoi erano freddi». Ha ricostruito poi le vicende durante la guerra, le “parecchie ingiurie” subite dalla scuola, l’occupazione nel ’43 da parte prima di un battaglione di bersaglieri, poi un plotone tedesco, la richiesta nel ’44 dei soldati delle colonie imperiali di trasformarla in caserma, poi rifugio antiaereo, fino a giungere agli anni 2000 con l’adeguamento alle norme antincendio e le barriere architettoniche (VIDEO LA STORIA DEL FABBRICATO).

Voci e parole tra i banchi

Si è concentrato sul titolo della conferenza l’intervento dell’ex dirigente Giorgio Ciccarelli. «Voci e parole tra i banchi di scuola, la scuola come vivaio di relazioni umane è fondamentale – ha chiarito – Tutto ruota attorno al dialogo e alla comunicazione, aspetti che tendono a perdersi nell’era attuale dove trionfa la multimedialità. Occorre ritornare sempre ai principi fondamentali che stanno alla base di un dialogo educativo: comunicazione e confronto. Non chiedere ai figli “Cos’hai preso”, piuttosto “Come sei stato, cos’hai imparato, scoperto, che cosa ti ha fatto crescere. Facciamo crescere queste voci e queste parole tra i banchi» (VIDEO).

Non meno significativo l’intervento conclusivo della presidente Auser Michela Volfi. La sua associazione ha dato manforte nei festeggiamenti e in particolare nell’allestimento della mostra. Tra il pubblico anche un ex scolaro molto noto in città: l’ex primo cittadino Gigi Farioli.
Hanno partecipato alla giornata di festa anche il sindaco Emanuele Antonelli e il consigliere comunale Simone Orsi, anche nella veste di papà di un bambino che frequenta la scuola.

Laura Vignati