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Basket | 25 agosto 2023, 19:22

I Roosters 2.0 spiegati bene: «Una nuova linfa per il settore giovanile»

Thomas Valentino, insieme a Luca Magnoni e alla sua Prevcom, è artefice del rilancio del galletto nell’anno del venticinquesimo anniversario della Stella. «Un marchio storico. Siamo imprenditori seri, progetto non per arricchirsi ma per lo sviluppo». Il logo per il momento sarà sulle maglie di Varese Basketball, e per la prima squadra? «Proporrò una partita con la maglia celebrativa, magari contro Treviso…». Sulle polemiche sulla rivendicazione del marchio: «Capisco l’amore per le proprie creazioni, ma servono argomentazioni serie»

I Roosters 2.0 spiegati bene: «Una nuova linfa per il settore giovanile»

«Bellissimo vedere tutte le persone che hanno postato le foto delle loro vecchie maglie dei Roosters». Un ulteriore passo a completamento del progetto Varese Basketball avviato lo scorso anno è stato compiuto.

È impossibile da non capitare l’entusiasmo con cui Thomas Valentino parla dell’iniziativa che riporterà lo storico galletto da combattimento in auge dell’anno del venticinquesimo anniversario dello scudetto della Stella (leggi QUI).

Grazie al contributo del patron di Esse Solar e di Luca Magnoni, amministratore delegato di Prevcom, il galletto comparirà sia sulla maglia delle squadre di Varese Basketball, che cambierà anche denominazione in Varese Basketball Roosters. Ma anche altre iniziative sono in cantiere nel corso della prossima stagione sportiva.

«Abbiamo iniziato a pensare a questo progetto in collaborazione con Pallacanestro Varese: abbiamo avuto l’idea quando ci siamo seduti con Scola, Toto Bulgheroni e Edoardo Bulgheroni abbiamo chiesto se c’era la possibilità di poter integrare un simbolo che dopo 25 anni era un po’ sotto polvere. Ci sembrava un’idea carina, non tanto per la prima squadra che comunque ancora detiene lo sponsor di maglia, ma per il settore giovanile a cui volevamo dare linfa nuova dando questo marchio che faceva da unione con tutta la storia di Varese, e volevamo farlo nel venticinquesimo anniversario».

Una notizia che ha fatto correre i tifosi biancorossi a ritirare fuori dagli armadi le vecchie e iconiche canotte da gioco. «È stato bellissimo vedere sui social tutte le persone che hanno tirato fuori le loro vecchie maglie dei Roosters e le hanno postate».

Valentino fa sapere di come il progetto, nella pratica, sia un qualcosa che lui ha già sperimentato con il suo BasketBall Gallarate: «È un progetto di aggregazione, qualcosa che con umiltà ho già fatto. Quando con Gallarate sono adnato a bussare alle società limitrofe non sono stato subito accolto a braccia aperte, ma ora, dopo tre anni, abbiamo 700 iscritti, due squadre (una in Serie C una in C) con prodotti del nostro settore, facciamo camp estivi favolosi con quasi 1000 bambini e soprattutto tutte le società si aiutano a vicenda».

Sulla proprietà, e quindi l’utilizzo, del marchio rappresentante il galletto, un accenno di polemica è nata sui canali social, dove l’architetto Jacopo Pavesi ha rivendicato il possesso del logo da parte dello Studio di Architettura Giani&Pavesi. Logo stesso che risulta, però, regolarmente registrato presso gli organi competenti con Pallacanestro Varese S.P.A. come titolare (qui il link con i dati).

Una polemica sterile quindi, su cui Valentino dice comunque la sua: «Quando si avvia un progetto si va a chiedere di poter utilizzare il marchio dove è registrato e da chi ne detiene la proprietà, che in questo caso era il signor Edoardo Bulgheroni e Pallacanestro Varese. Nel momento in cui arrivo l’okay io vado avanti, come ho fatto. Io penso che fa parete dello spirito umano avere un amore spasmodico per una propria creazione, ma le cose vanno argomentate in una maniera seria e rispettosa. Io e Magnoni siamo due imprenditori e due persone serie, tiriamo fuori questo marchio con uno scopo non speculativo, ma solo per rappresentare Varese con un simbolo».

«Vorrei sfatare un mito: i due sponsor hanno deciso di prendere il marchio non per arricchirsi; al contrario, c’è gruppo che sta mettendo soldi per sviluppare. È un passo fatto in virtù di sviluppo e non di profit, e lo sviluppo si fa tramite attività nelle scuole, andando a presentarsi alle società limitrofe, facendo camp di miglioramento. Questo galletto lo utilizzeremo come brand di associazioni nel panorama della pallacanestro in tutta la provincia. Avremo delle barriere da abbattere, ma con il tempo verranno abbattute e si creerà un clima di collaborazione che farà felici diverse società».

Valentino non è tipo che le manda a dire, e così non risparmia da qualche riflessione piccata anche chi, prima dell’anno scorso, ha curato la parte del settore giovanile: «Questo è il completamento del processo avviato l’anno scorso, quando prima di tutto c’è stata una cessazione di rapporto con una società che non si è mai unita a Pallacanestro Varese. Io non mi permetto di parlare di cosa fanno gli altri imprenditori, ma io ero nel CDA quando c’era una società giovanile che diceva “Io entro” e poi non è mai entrata. Qui è il contrario: ci sono degli imprenditori che hanno un contratto da più di 500 mila euro per tre anni. C’è una bella differenza: qui c’è un gruppo che è arrivato e ha detto “Sviluppiamo insieme”, senza pretese, con l’auspicio di aumentare gli investimenti, sempre in settore giovanile».

«Si spera di riportare il settore giovanile come lo era nell’era Bulgheroni, quando ha prodotto giocatori del calibro di Meneghin, Rusconi, Allegretti, Bolzonella... Vogliamo che si torni sul territorio, senza andare all’estero a prendere giocatori e poi piazzarli, perché quello è solo business, senza sviluppo. Ognuno fa quello che si sente di fare, ma noi vogliamo una cosa diversa, grazie all’aiuto del marchio, del ritorno al Campus, con una struttura societaria molto americana. Luis Scola con la sua rete di conoscenze è in grado di portare qua diversi giovani da lontano, ma è importantissimo anche tornare a esplorare il bacino del Varesotto, dove magari ci sono molti talenti grezzi».

E per quanto riguarda la prima squadra? «Ci sono delle idee anche per loro. Proporrò una partita con la maglia celebrativa dei Roosters, potrebbe essere un bellissimo evento. Chissà, magari contro Treviso…».

Lorenzo D'Angelo & Fabio Gandini


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