Chi sarà il capitano di Varese? Cinque ipotesi per un nome

Mentre tra le mura del Campus - rigorosamente sbarrate ad assecondare la filosofia, cara all’amministratore delegato Luis Scola, che vuole mutare (ma già dallo scorso anno, quindi nessuna sorpresa oggi) decenni di abitudini consolidate nei rapporti tra società, stampa e tifosi qui a Varese - sta iniziando una nuova stagione biancorossa, una questione propedeutica al futuro del campo stuzzica una qualche fantasia.

Chi sarà il capitano della Pallacanestro Varese 2023/2024, ai nastri di partenza senza colui che l’ha orgogliosamente rappresentata per otto anni?

No, sostituire Giancarlo Ferrero, la sua dedizione alla causa, l’amore dei tifosi nei suoi confronti e tutte quelle “untouchables” che in primis a livello umano il mancino di Bra garantiva, non sarà facile. Anzi, sarà impossibile.

Ogni storia, tuttavia, ha un incipit e un’ultima pagina. E un erede di Ferrero va trovato.

A precisa domanda durante la conferenza stampa di presentazione (leggi QUI), Tom Bialaszewski e Marco Legovich hanno dichiarato di non aver ancora preso alcuna decisione in merito al momento. Affermazione più che comprensibile: nuovi loro, nuova la maggior parte dei giocatori ai loro ordini. Giusto prendersi del tempo per una decisione non banale, in un contesto che un po’ assomiglia all’incipit della stagione 2012/2013, quando capitano venne designato il nigeriano Ebi Ere, e a quella 2015/2016, quando coach Paolo Moretti scelse Daniele Cavaliero.

In attesa di comunicazioni ufficiali, facciamo il “gioco delle carte”, coinvolgendo nell’analisi anche l’opinione dei supporter: cinque opzioni per un capitano, ognuna con un suo perché. 

Matteo Librizzi

Sarebbe la scelta più di “cuore”: Matteo, insieme a Nicolò Virginio, è l’unico varesino del roster. Matteo - lo ha già dimostrato - ha carattere, voglia di emergere ed è perfettamente conscio, proprio perché “autoctono”, del ruolo e delle responsabilità che ne derivano. “Contro”? La giovane età, 21 anni, l’esperienza, e lo spazio potenzialmente minore in campo rispetto ad altri compagni (aspetto che peraltro non è una vera discriminante, vedi lo stesso Ferrero).

Olivier Hanlan

L’ex Gaziantep sarà lo straniero più anziano del roster, nato - nel 1993 - qualche mese prima di Willie Cauley-Stein. E, vista la sua lunga militanza in Europa (7 stagioni), sarà anche il più scafato. Hanlan, inoltre, ha già ricoperto il ruolo due volte: all’Iraklis Salonicco (stagione 2020/2021) e all’Aris Salonicco (stagione successiva). “Contro”? Non è un “volto” conosciuto dalla classe arbitrale, essendo al debutto nel nostro campionato. 

Willie Cauley-Stein

Argomento difficile da confutare: l’ex NBA personifica il colpo più rappresentativo del mercato biancorosso ed è il giocatore più atteso sul parquet. Esperienza ai massimi livelli nella Lega più importante del mondo, età (è il più “vecchio”, 30 anni, con Hanlan), importanza nelle dinamiche di gioco: queste le sue atout. “Contro”? Da verificare l’ambientamento, nel caso di specie triplo: a Varese, all’Italia, all’Europa.

Tomas Woldetensae

Terzo anno in squadra per Wolde. Dei veri protagonisti del campionato passato, Tomas è l’unico superstite: potrebbe essere questa una valida motivazione, unità a un utilizzo nelle rotazioni che è facile preventivare tutt’altro che saltuario. “Contro”? Più che contro, un “dubbio”: ha nelle sue corde caratteriali e nelle sue ambizioni l’assunzione di un compito del genere? 

Davide Moretti

Delle cinque probabilmente l’ipotesi più remota. Se Cauley Stein, però, è l’uomo copertina della campagna acquisti stranieri, il figlio di Paolo non c’è dubbio che lo sia di quella italiana. Pro? Lo immaginiamo propenso ad assumersi certe responsabilità. “Contro”? Nell’elenco ci sono giocatori la cui designazione avrebbe più motivazioni.