Hockey - 21 agosto 2023, 07:32

FAME DA MASTINI, EMOZIONI DI BAMBINI. Stasera ritornano i gialloneri campioni: applaudiamoli al palaghiaccio (20.30)

Varese riassapora l'odore del ghiaccio nella magica atmosfera dell'Acinque Ice Arena che riaccoglie la squadra dei sogni per il primo allenamento (con sorprese). Nuovo coach, nuovi stranieri, nuovi talenti ed eterni cavalieri dello spirito giallonero: prima ancora dei due titoli, vanno difesi alchimia e ambiente vincenti

Stasera al palaghiaccio tornano i Mastini campioni (foto Alessandro Galbiati)

Ore 20.30, Acinque Ice Arena: il Varese si ritrova per il primo allenamento, i tifosi per il primo abbraccio alla squadra. Saranno più di 20 i giocatori agli ordini del neo coach svedese Czarnecki (3 portieri, 8 difensori di cui 2 nuovi che appariranno proprio stasera, un gigante del ghiaccio nel senso letterale e fisico della parola, l'altro anche per ciò che ha fatto in carriera, e 13 attaccanti) prima dei tre test casalinghi che precedono la Supercoppa di Cortina di sabato 16 settembre: sabato 26 alle 18.30 arriverà l'Aosta-HC Ares Sport, domenica 3 settembre alla stessa ora il Chiasso, sabato 9 (18.30) il Fassa per il remake amichevole della seconda finale scudetto della Kronenbourg 1989.

Il ritorno sul ghiaccio nel giorno di fuoco. I Mastini campioni ritornano a casa, all'Acinque Ice Arena, in questo lunedì che si prospetta come il più bollente dell'estate: un abbraccio rovente come quello di chi da quattro mesi attende di rivedere una squadra che è diventata la sua-la nostra-la vostra famiglia, dove un giocatore non è un numero su una maglia ma un pezzetto di mondo, da scoprire o riscoprire, ovviamente giallonero.

I seggiolini gialli, l'odore del ghiaccio appena rifatto da Lucone, una birra da Paolo, Luisella e Lorenzo e l'eco di quell'urlo ("Cam-pio-ni, cam-pio-ni") che è riecheggiato due volte dopo 27 anni d'attesa, insomma tutta la magia dell'Acinque Ice Arena riaccoglierà il popolo giallonero e, per la prima volta in pista, il gruppo del neo coach svedese Niklas Czarnecki (restano in un posticino speciale del cuore, dove nessuno potrà mai farli uscire, Devèze e tutti quelli che non ci saranno come Odoni, Privitera, Franchini, Drolet, Desautels e Piccinelli, che ha accettato l'offerta dei "globetrotters" dell'hockey e cioè l'HC Ares Sport, che si è spostata con il suo carico di possibilità ed ambizioni da Fanano ad Aosta, sostituendo gli ex Aosta Gladiators in Division 1).

La società ha fatto un ottimo lavoro, anche se in qualche caso le scelte sono state dolorose (pochi avrebbero avuto la forza e il coraggio di compierle), spalancando una porta sul futuro nella casa giallonera, che mantiene ben salde le radici e l'anima del Mastino, e abbassando l'età del gruppo, anche se tutti i giovani arrivati possiedono un talento o una garanzia speciale da coltivare e fare esplodere. 

Proprio per questo, e per le tante novità nei ruoli chiave (il primo coach svedese nella storia dell'hockey varesino, il portiere Marinelli accanto a Perla, i tre stranieri che si giocheranno due posti in attesa che Pietroniro diventi italiano a dicembre, le giovani promesse dell'Aosta in pianta stabile in squadra, agli allenamenti e in città), oltre che per le vecchie rivali che si stanno rafforzando (il Pergine soprattutto, l'Appiano anche ma il Caldaro arriverà presto e l'Alleghe è un braciere riacceso che avrà l'uomo in più, oltre gli ultimi acquisti: l'entusiasmo di poter tornare a giocare per il vertice dopo anni difficili), sarebbe molto ingiusto dire che il Varese è favorito per riconquistare tutto. Più giusto partire per arrivare in fondo e provare a difendere i titoli.

Nell'hockey l'alchimia è qualcosa che non si compra ed è fondamentale ben più che in altri sport, soprattutto in un campionato che da anni è deciso da fattori che non sono la somma della forza dei singoli (portiere a parte nelle gare decisive: vedi Unterland, lo stesso Caldaro e l'ultimo Varese). Prendete i Mastini di un anno fa: partendo da ultimi, sono arrivati primissimi. Qualcuno se li aspettava al vertice, pochi o nessuno avrebbero immaginato di vincere in casa sia il campionato che la Coppa Italia all'ultimo tiro dell'ultimo tempo, in gara 7, con un gol del portiere o un contropiede a porta vuota.

L'inimmaginabile, come lo è stato per gli stessi Mastini, spesso nell'hockey è realtà. Proprio per questo, perché non sognare la Supercoppa a Cortina?

Il patrimonio dei gialloneri (che non avranno più soltanto la mitica maglia nera da trasferta ma anche quella, altrettanto storica, gialla) è racchiuso in quegli applausi con cui il pubblico di via Albani li riaccompagnò negli spogliatoi dopo le prime due sconfitte casalinghe consecutive nell'avvio dell'ultima stagione: da quell'amore disinteressato e slegato da qualunque risultato, più che dai ripetuti sold out, nacque il capolavoro del double. Da quella voglia di stare assieme, soffrire assieme, perdere assieme, vincere assieme e scoprire - assieme - mondi diversi come quelli dei molti nuovi giocatori, anche se poi a fare la differenza nelle pieghe invisibili della stagione saranno i cavalieri dello spirito giallonero, quelli che giocavano all'Agorà e a Casate.

Fame da Mastini, emozioni di bambini.

Andrea Confalonieri


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