/ Basket

Basket | 18 agosto 2023, 12:18

FOTO e VIDEO - Tom, Marco e la loro Varese: «Non c'è posto migliore di questo per le nostre idee»

A Masnago la presentazione della coppia che guiderà dalla panchina i biancorossi nella prossima stagione. Bialaszewski e Legovich: ecco tutte le loro dichiarazioni

FOTO e VIDEO - Tom, Marco e la loro Varese: «Non c'è posto migliore di questo per le nostre idee»

Giovani (uno classe 1982, l’altro 1992), sorridenti, posati, a questa prima apparenza ben assortiti e potenzialmente affiatati dal punto di vista umano. La speranza per i tifosi varesini è che lo siano o lo possano diventare soprattutto dal punto di vista tecnico.

A Masnago è il giorno di Tom Bialaszewski e Marco Legovich, la coppia che guiderà la Pallacanestro Varese nella prossima stagione. 

Parole, proponimenti, obiettivi, aneddoti e racconti dalla conferenza stampa appena conclusa nel “ventre” del Lino Oldrini.

Tom Bialaszewski

Sono molto contento di essere qui - le parole di esordio di coach Bialaszewski - Non solo per me ma anche per la mia famiglia: bello tornare in Italia per noi, sempre aspirato a questo. In queste due settimane la mia voglia di lavorare è sempre aumentata e in questi giorni mi sono accorto di quando sia stata giusta la mia scelta di venire a Varese.

Come giocherà la sua VareseCi sono delle indicazioni precise da parte della proprietà, ma anche per me bisogna correre, avere velocità e prendere tiri rapidi: tutto ciò fa parte del mio bagaglio e della mia filosofia e sarà così anche quest’anno.

Il suo rapporto con Scola. Conosco Luis da quando giocava a Milano, e siamo sempre rimasti in contatto, anche dopo che lui è venuto a Varese. La trattativa è stata veloce: tra la prima telefonata e la firma sono passati un paio di giorni. Luis è un’ottima persona e un po’ come me, che sono molto aperto al dialogo e alle relazioni, e inoltre condividiamo buona parte della filosofia sportiva. Non poteva esserci un posto migliore di Varese per me per portare avanti le mie idee da allenatore.

Sul suo rapporto con Ettore MessinaNon può bastare una conferenza stampa per spiegare l’importanza di Ettore per me dal punto di vista tecnico ma anche culturale e di vita. Mi ha trasmesso grossa attenzione ai dettagli finalizzati all’obiettivo, a migliorare all’interno della singola giornata di lavoro. Altra cosa importante: mi ha fatto capire la differenza tra Fiba e sistema americano.

Sul ruolo di capo-allenatore. A fare il capo ho aspirato tutta la vita. A Milano avevo la possibilità di prendere tante decisioni, sia in allenamento che in partita quando lui non c’era. Sono quindi molto contento di avere Marco al mio fianco e poter attingere alla sua esperienza per arrivare ai migliori risultati.

Sugli obiettivi. Non ce ne siamo dati a lungo termine, se non migliorare giorno per giorno e metterci nelle condizioni di vincere ogni partita. Avere due partite a settimana cambierà l’approccio e la programmazione, sicuramente.

Sul colpo di mercato Cauley-Stein. Non lo conoscevo personalmente prima ma ho avuto la possibilità di parlare con lui prima che decidesse di firmare. Gli ho potuto spiegare la differenza tra NBA ed Europa, soprattutto le differenze di stile di vita. Dal punto di vista della motivazione è stato contento di tutto questo, che è ciò che l’ha fatto propendere per questo tipo di esperienza…è stato facile parlare con lui. Non ci sono molti giocatori come lui in Italia e in Europa, avrà impatto sul nostro gioco e sul campionato. Non vedo l’ora di vederlo giocare e di allenarlo.

Sul rapporto con i giocatori. Ho avuto la possibilità di sentirli tutti prima di arrivare qui e ho cercato di spiegare loro che la nostra sarà una partnership, ovvero che siamo qui tutti per dare il 100% per il club, per la città e per i tifosi. È molto importante che tutti abbiano ricevuto questo messaggio. Magari qualcuno di loro avrebbe avuto migliori opportunità rispetto a Varese, ma il mio compito sarà quello di dimostrare in campo che hanno fatto la scelta giusta.

Sul roster costruito. Sono contento del roster che abbiamo, penso che la dirigenza abbia fatto un grande lavoro nel prendere giocatori che possano sposare la nostra filosofia di gioco. Non do grandi opinioni prima di vederli in campo fisicamente, cosa che non ho ancora fatto a parte con Moretti, che però qui avrà un ruolo completamente diverso da quello che ha avuto a Milano.

Sul modello NBA esportabile e sull’ingresso di Sogolow e Horowitz nello staff dirigenziale. Negli USA la MLS sta cercando di copiare il business del calcio europeo. Perché non farlo anche con la pallacanestro visto che l’NBA è un business miliardario? Sono contento e sarà un grande aiuto avere due figure con quell’esperienza. È la maniera giusta per prendere qualcosa da quel mondo. Non sarà possibile fare tutto, ma per quello che si può è una buonissima cosa.

Sulla Champions e la preparazione. Non sarà il preliminare di Champions il nostro primo obiettivo  stagionale, in queste settimane però cercheremo di arrivare a queste partite nella maniera migliore e utilizzeremo il precampionato per capire a che punto siamo.

Sul capitano. Non ho ancora scelto chi sarà il successore di Giancarlo Ferrero.

Sul fuori dal campo. Ho una moglie e due figli che presto mi raggiungeranno: sono molto legato a loro e fuori dal campo mi piace stare con loro. Mi ritengo una persona molto semplice.

Marco Legovich

Sono veramente felice, essere a Varese è qualcosa di importante, così come lo è essere d’aiuto al coach e, per la mia crescita umana, uscire da una città che è stata la mia vita. Una cosa che mi rende orgoglioso lavorare in un ambiente innovativo come questo e pieno di competenza. Un ringraziamento al coach e alla società.

Sull’essere il vice. Non è un discorso di ruolo. L’anno scorso è stata per me una stagione estremamente formativa. Non è facile dire di no a un'offerta di Varese, che dopo l’anno scorso vanta una caratura nazionale  e internazionale. Nel coach ho trovato un allenatore di esperienza: veniamo da due backgorund diversi, ma è sempre pallacanestro. Arrivo qua e la sfida più bella è aprire la mente: poter abbracciare questa cultura è una cosa non ripetibile e la città è bella. Mettendo tutte queste cose insieme la decisione è diventata molto facile.

Su quelli che saranno i suoi compiti nello staff. Ci aspetta una full immersion nei prossimi giorni. Mi è stato presentato un ruolo di conoscenza del sistema con maggiore percentuale sull’aspetto difensivo. Dovremo provare a essere consistenti anche difensivamente, costruire e credere in determinati pilastri senza adeguarci a scelte e caratteristiche avversarie. È un lavoro che andrà fatto partita dopo partita, senza snaturare il nostro sistema in relazione all’avversario. Dobbiamo conoscerci ancora tutti, anche il contributo di Herman Mandole sarà decisivo.

Su come ha affrontato Varese l’anno scorso da coach avversario. Qualsiasi allenatore pensava di abbassare i ritmi. Le nostre due partite possono descrivere bene i punti di forza e di debolezza di quel sistema: nella ripresa siamo andati sotto di quasi 15 e poi abbiamo tirato per vincere; al ritorno abbiamo preso 68 punti in 34 minuti e poi ne abbiamo presi altri 20 nel finale. È un basket dispendioso con una difesa che dava punti di riferimento da attaccare e che creava break a favore e a sfavore. Una sistema molto stimolante, qualcosa di diverso: un allenatore doveva mettersi lì e pensare bene a come affrontare Varese.

Sulle coppe. Per me questa è la prima volta fuori da casa, voglio imparare tutto e rubare tutto da una struttura che è innovativa. Le coppe saranno importanti in questa stagione e arricchiranno il bagaglio, saranno una ciliegina sulla torta. Gli avversari? Non avremo un cammino semplice nel preliminare e nemmeno nell’eventuale girone di Fiba Europe Cup.

Sul rapporto con i giocatori. Non voglio usare il giocatore per un fine, ma dargli fiducia, accettare l’errore, farlo migliorare con il lavoro quotidiano. Questa è la situazione win-win per me e la chiave per costruire la giusta relazione.

Sulle "info" che gli ha dato su Varese Paolo Galbiati. Ho sento Paolo casualmente quattro o cinque giorni prima di firmare. Mi ha parlato di Varese e di tutto lo staff in termini entusiastici ed è stato importante avere un punto di riferimento interno che qui ha fatto un lavoro di qualità eccellente. Paolo ha parlato benissimo di tutto l’ambiente.

Fuori dal campo. La pallacanestro occupa la gran parte della mia giornata. Sono fidanzato e presto lei mi seguirà. Vorrei tanto conoscere la città, ogni suo angolo, e ho già assoldato qualche ragazzo dell’ufficio per farmi da cicerone. Per il resto mi piace fare sport, soprattutto nuoto, e costruire un buon rapporto con le persone con cui lavoro.

Fabio Gandini e Lorenzo D'Angelo


Vuoi rimanere informato sulla Pallacanestro Varese e dire la tua?
Iscriviti al nostro servizio gratuito! Ecco come fare:
- aggiungere alla lista di contatti WhatsApp il numero 0039 340 4631748
- inviare un messaggio con il testo PALLACANESTRO VARESE
- la doppia spunta conferma la ricezione della richiesta.
I messaggi saranno inviati in modalità broadcast, quindi nessun iscritto potrà vedere i contatti altrui, il vostro anonimato è garantito rispetto a chiunque altro.
VareseNoi.it li utilizzerà solo per le finalità di questo servizio e non li condividerà con nessun altro.
Per disattivare il servizio, basta inviare in qualunque momento un messaggio WhatsApp con testo STOP PALLACANESTRO VARESE sempre al numero 0039 340 4631748.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO AD AGOSTO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore