Attualità - 11 agosto 2023, 09:30

I ristoratori liguri sullo scontrino shock: «Un errore ma si distoglie l’attenzione dai veri problemi»

I colleghi de La Voce di Genova sono stati tra locali del capoluogo ligure e hanno chiesto un’opinione sulla vicenda del sovrapprezzo di due euro per un piattino aggiuntivo che molto ha fatto discutere in tutta Italia

Due euro in più per un piatto vuoto. La vicenda dell’osteria di Finalborgo in questi giorni ha fatto scoppiare la polemica sul web.

 

“Un piatto di trofie al pesto 18 euro, la mamma chiede un piattino per farne assaggiare un po’ anche alla bambina di tre anni che ha già mangiato. Sul conto le mettono due euro per il piattino. Tra l’altro avendole già messo in conto il coperto”. 

Queste sono le parole di Selvaggia Lucarelli che per prima ha denunciato il fatto. Da lì è partita la valanga di recensioni negative e, in alcuni casi, di insulti rivolti ai proprietari dell’osteria.

“La lavastoviglie e il lavapiatti li paghiamo anche noi”, avrebbero affermato in difesa i gestori del locale.

Noi siamo stati tra locali del centro di Genova e abbiamo chiesto a ristoratori e baristi che cosa ne pensassero della vicenda.

“Due euro per un piattino è un prezzo che non ci sta - ci dice un barista Fossi stato io il cliente non avrei pagato. Pagato il coperto va bene così. 

Ora però ci vogliamo accanire su questo ristorante per due euro, anche no. Finiamola lì, anche perché abbiamo tanti problemi in questo Paese. Questa vicenda distoglie l’attenzione dai veri problemi che abbiamo.

Il ristoratore ha sbagliato. Da titolare di un bar mi capita tutte le mattine di tagliare la brioche in due o di portare un piattino in più per i bambini”.

È stata una cosa sbagliata perché un servizio va dato in maniera completa senza infierire sul cliente - commenta un altro gestore di bar - Offro ai miei clienti i piatti senza dover fare sovrapprezzi, non lo ritengo utile o necessario”. 

“Penso sia una cosa sbagliata. Poi però bisogna vedere cosa è successo quindi non si può giudicare senza sapere - aggiunge un altro barista - A prima vista è una cosa brutta, è altrettanto brutto che poi ci sia stata una rivalsa nei confronti di un’attività. Anche se avesse sbagliato, non è giusta la campagna mediatica che è stata fatta successivamente. 

Secondo me ci sono i margini per poi rivalersi su chi ha pubblicato dei dati sensibili”.

Bisognerebbe vedere le cose da tutti e due i punti di vista - dice un ristoratore - Se senti il cliente sicuramente ha ragione ma magari vanno quattro persone al tavolo e prendono solo due cose da dividersi e magari stanno pure lì due ore. Quindi sarebbe interessante sentire tutta la storia a 360 gradi”.

da LaVocediGenova.it