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Calcio | 30 luglio 2023, 14:11

Limido: «Ragazzi, l'Accademia Varese vi aspetta per mettervi al centro. Qui siete liberi di sognare, crescere e aprirvi una porta...»

Uno dei pilastri della società giovanile voluta da Sean Sogliano racconta presente e futuro del club biancorosso, con la novità di poter giocare tutte le partite al Franco Ossola: «Un'opportunità e uno stimolo unici. Qui deve piacervi giocare a calcio, non dovete farlo come se fosse un favore ai genitori. Noi mettiamo a disposizione il meglio: a chi s'impegna con cuore e volontà apriamo una porta nel calcio grazie ai rapporti con club di A e B...»

Bruno Limido, varesino classe 1961, anima dell'Accademia Varese: qui calcia al centro del Franco Ossola, il piede è lo stesso di sempre

Bruno Limido, varesino classe 1961, anima dell'Accademia Varese: qui calcia al centro del Franco Ossola, il piede è lo stesso di sempre

 

La storia dell'Accademia Varese, società calcistica giovanile biancorossa, parte nel giugno 2019 su un'idea di Sean Sogliano che, con altri amici e per pura passione e amore del calcio cittadino, ha un solo e preciso obiettivo: dare un'opportunità ai bambini e ai ragazzi di Varese e della zona di imparare a giocare a pallone divertendosi con allenatori e preparatori qualificati e con tanta esperienza da trasmettere.
Siamo andati a farci raccontare come sta andando, dopo una stagione con quasi 300 iscritti, da uno dei protagonisti di questa società che si radica sempre di più e cresce grazie a serietà, autorevolezza e capacità di farsi voler bene, pronta a ripartire dopo la pausa estiva verso un futuro in puro stile biancorosso: eccoci dunque insieme a Bruno Limido, centrocampista classe 1961 cresciuto a Varese e nel Varese prima di giocare in società blasonate tra le quali Juventus e Avellino.

Come iniziò la carriera da calciatore Bruno Limido?
Nei ragazzi del Bosto, prima di passare nelle giovanili del Varese, dove ho debuttato in serie B, disputando due campionati, di cui uno straordinario nelle furie di Fascetti. Tra il mio Varese e i passi successivi ci fu l'Avellino, con annate straordinarie sia a livello umano che calcistico.
Dopo l’esperienza in Irpinia, ecco la Juventus: con la società bianconera si vincono Coppa dei Campioni e Supercoppa. Successivamente nel mio destino ci sono Atalanta, Bologna, Lecce, Cesena e Solbiatese, prima del ritorno a Varese da dove sono partito e dove termino la mia carriera con il calcio giocato nel 1992.

Parliamo dell'Accademia Varese.
La nostra missione è di mettere al centro i bambini e i ragazzi, insegnando a giocare al calcio con uno staff di allenatori e preparatori qualificati, che sanno motivare e coinvolgere questi piccoli calciatori, facendoli crescere e trasmettendo passione, volontà e grinta per dare loro l'opportunità di fare stage in società professionistiche. Infatti i migliori, ovvero coloro che ci hanno messo cuore, impegno e volontà sono stati accompagnati dal nostro staff a Verona, Atalanta, Inter, Milan, Pro Vercelli, Pro Patria e Cosenza.

Cosa consiglia a coloro che si iscrivono all’Accademia?
La prima cosa importante è di venire con l’approccio giusto: servono impegno, cuore, passione e volontà di imparare. Tutti possono venire, provare e poi, se non si trovano, possono liberamente andare altrove. La nostra regola è mettere al centro il ragazzo e farlo sentire partecipe. Raccomandiamo a tutti che devono metterci lo stesso impegno nello sport come nella scuola.
Altra cosa fondamentale è di venire se piace giocare al calcio, non per far piacere al genitore, che spesso vede nel figlio un futuro campione e controvoglia fa fare questa esperienza che, in questi casi, si rileva sempre negativa e che alla fine demotiva i ragazzi.

Tra qualche settimana si riparte: ci sono novità?
Quest’anno Sean Sogliano ha coinvolto l'assessore Stefano Malerba per avere la disponibilità dello stadio Franco Ossola, e l’abbiamo ottenuta. E questo è un grande risultato. I nostri "piccoli campioni" giocheranno a seconda dell’età sul sintetico adiacente allo stadio e sul terreno del Franco Ossola, oltre che nel consueto campo alle spalle dei distinti. Questo ci gratifica come staff ma stimola soprattutto i ragazzi che giocheranno all’interno di uno stadio dotato di una "forza" e di un fascino unici. Approfitto per ringraziare tutta l’amministrazione comunale. A proposito di ultime novità, Stefano Bettinelli è venuto da noi a portare la sua conoscenza ed esperienza ricoprendo la carica di responsabile tecnico del nostro settore giovanile.

Rapporti con gli altri settori giovanili del territorio?
Buoni, personalmente sono amico di tutti e rispetto tutti. La nostra filosofia non è quella di andare a fare telefonate per cercare ragazzi promettendo sogni, ma di farli liberamente venire da noi a provare e confrontarsi con i nostri allenatori. Ripeto: è il ragazzo protagonista. L’Accademia mette a disposizione il meglio, riservando in talune fasce di età un istruttore ogni 10 bambini. Noi non abbiamo procuratori che creano aspettative che spesso poi vanno deluse. La nostra filosofia è trasmettere conoscenza e poi l’applicazione deve essere fatta dal ragazzo. È il campo che giudica ciò che hai imparato, con volontà e determinazione. Per noi tutti partono allo stesso livello, poi sono il talento, la tecnica, la grinta e il cuore che emergono.

In queste settimane si gioca il mondiale femminile: un tuo parere?
Lo seguo con interesse: abbiamo vinto la prima partita con l’Argentina e perso pesantemente contro la favorita Svezia ma con una vittoria sul Sudafrica il 2 agosto saremmo agli ottavi. Al di là di questo, è una realtà che sta crescendo a anche noi in Accademia abbiamo delle ragazzine che vengono ad imparare a giocare. Sono grintose, è uno spettacolo vederle in campo. Per evitare spiacevoli e inutili polemiche, vorrei ribadire che giocano con i maschietti, ma hanno il loro spogliatoio. Poi le baby calciatrici sono spesso accompagnate al centro sportivo di Gavirate a fare stage. Insomma, abbiamo un occhio attento anche al settore femminile, anzi ci auguriamo di avere sempre maggiori iscrizioni.

In generale, è vero che nei vivai i portieri hanno poca formazione?
Dipende, non si può generalizzare. Certo, chi gioca in porta deve avere una certa predisposizione sia fisica che caratteriale. Non è un ruolo facile. Nel nostro staff abbiamo istruttori preparatori del calibro di Ermes Berton, Andreas Baratelli e Renato Piovezan.

Una tua impressione sul Città di Varese?
Spero che si crei una squadra competitiva. Varese per certi versi è stata la storia del calcio italiano e merita una categoria consona alla città. Personalmente faccio un grosso in bocca al lupo ai biancorossi.

Come iscriversi all'Accademia Varese?
Si trovano tutte le informazioni sul sito www.accademiavarese.it ma, personalmente, vorrei dare un consiglio ai genitori: venite allo stadio e vi renderete ben conto di come ci mettiamo dedizione nel trasmettere passione ai ragazzi anche con la comunicazione, che è la prima fase per coinvolgere i baby futuri calciatori.

Claudio Ferretti


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