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Territorio | 29 luglio 2023, 17:23

ESTATE IN COMUNE/11 - Lavena Ponte Tresa tra valli, lago e confine: «Una comunità viva che non si è ripiegata sulle sue radici»

Oggi parla Massimo Mastromarino, sindaco di una località a cavallo tra le vallate del Varesotto e la frontiera con i comuni svizzeri, con cui i rapporti sono stati riscoperti dopo la pandemia. Temi caldi per lui l’accordo fiscale sui frontalieri («Il miglior che si potesse firmare») e lo slancio del turismo («C’è un ritorno di residenti e villeggianti»). Un lungolago dal suo paese fino a Porto Ceresio? «Molto difficile, ma non un’utopia»

Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa

Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa

Collegamento tra Valceresio e Valganna, un lungolago invidiabile e la frontiera italo-svizzera. Tutto questo e molto altro è Lavena Ponte Tresa, a cui l’amministrazione guidata dal sindaco Mastromarino ha ridato un deciso slancio di tipo turistico.

Impossibile non affrontare con il primo cittadino il tema dei frontalieri e dell’accordo fiscale raggiunto. Ma anche quello della rete con i Comuni lacuali vicini e l’apertura della comunità.

Come sono andati questi primi sei mesi dell’anno per lei come sindaco e per Lavena Ponte Tresa?
Penso siano andati bene. Siamo riusciti a far partire una serie di interventi nel campo delle infrastrutture, scolastico, sociale e culturale, e altri di sostegno alle attività commerciali del nostro territorio.

Come si passa l’estate a Lavena Ponte Tresa?
Lavena Ponte Tresa vive in positivo il ritorno al lago, che sta avvenendo anche da parte dei nostri residenti. Ricordo che noi abbiamo anche una piscina comunale aperta tutto giugno, luglio e agosto, che è una valida alternativa. C’è poi il ritorno importante dei villeggianti, ovvero di quelle famiglie che due generazioni fa avevano preso casa qui e che ora ritornano, anche perché abbiamo dotato il lungolago di infrastrutture. Poi il lago è balneabile dal 2016 e quest’anno ha raggiunto una valutazione eccellente. C’è poi un turismo dopo il Covid ha riscoperto il lago, sono turisti che si fermano pochi giorni, magari alloggiati in centri più grandi ma che non disdegnano Ponte Tresa, grazie anche al turismo ciclabile. Poi c’è il centro commerciale a cielo aperto, come lo chiamiamo noi, ovvero il centro dove si affacciamo oltre 200 attività. Nel mese di luglio abbiamo avuto la Notte dei Saldi, la Notte Bianca e la Festa Italo-Svizzera con lo spettacolo pirotecnico.

Pensa che il Covid abbia cambiato il modo di vivere dei pontresini?
Sicuramente ha aumentato la voglia dei cittadini di uscire fuori casa e di riscoprire gli spazi dedicati al tempo libero e che danno possibilità di incontrarsi: alle feste qui in paese ho visto davvero tantissima gente. Si è recuperato un po’ il senso di appartenenza ed è emersa una presa di coscienza dei luoghi vicini.

Lei è stato eletto nel 2016 e il suo mandato è stato rinnovato nel 2021: com’è cambiata Lavena Ponte Tresa in questi anni?
Abbiamo dato un forte impulso alla promozione turistica, e lo abbiamo fatto lavorando soprattutto sul lago rendendolo da semplice passeggiata a un lugo dello stare, i segni sono evidenti. La cosa più importante è che abbiamo risolto delle criticità dal punto di vista idrico: è dal 2018 non emettiamo ordinanza di non potabilità e da due anni che non abbiamo la necessità di dover limitare l’utilizzo dell’acqua. Lo stato di salute del lago è davvero buono, e permetterà di avere ulteriori risorse quando serviranno.

Lei è presidente dell’Associazione dei Comuni Italiani di Frontiera, e ha quindi seguito da protagonista l’approvazione del nuovo accordo fiscale. Quanto è soddisfatto e quanto era importante questo traguardo?
Sono soddisfatto, è il miglior accordo fiscale che si potesse firmare. Abbiamo mantenuto che i vecchi frontalieri non fossero tassati nemmeno un euro e vuol dire aver evitato un’imposizione che poteva raggiungere miliardi di euro. Abbiamo permesso ai Comuni di mantenere i ristorni che rimarranno così in modo permanente a 89 milioni di euro e abbiamo ottenuto che l’extra gettito possa essere rinvestito nell’area di confine. L’accordo era inevitabile, era dal 2010 che la Svizzera aveva iniziato a chiedere che quest’accordo venisse riscritto o disdetto.

Quest’anno avete festeggiato la trentesima edizione della Festa Italo-Svizzera: siete in ottimi rapporti con le amministrazioni oltre-dogana?
I rapporti sono buoni. C’è stato qualche anno, non lo nascondo, in cui ci hanno diviso alcune questioni, legate proprio ai frontalieri. Ma credo che proprio la pandemia ci abbia fatto capire alcune cose: abbiamo avuto nel 2020 la frontiera chiusa per tre mesi, e nel 2021 per sette mesi. Questo ci ha fatto capire quanto sia importante ragionare in termini di economia transfrontaliera, che riguarda la socialità, la cultura e i rapporti interpersonali. Questo ha aiutato molto.

Come amministrazione guardate di più all’area italo-svizzera o verso la parte delle valli e del Ceresio?
Riteniamo che la nostra locazione sia nella cosiddetta Regio Insubrica, un territorio ampio che ha come lati Varese, Como, Bellinzona e Lugano. Ci collochiamo in questo ambito e le azioni che mettiamo in campo guardano a questo scenario territoriale.

Le radici del territorio di Lavena Ponte Tresa, quindi, dove si possono vedere?
Io sono figlio di una veneta e un campano che sono arrivati qui a cercare lavoro alla fine degli anni Cinquanta, e questa è la storia ormai del 95% della popolazione. Abbiamo una storia importante legata a Lavena e a Ponte Tresa, ma questa è una comunità viva che non si è fermata e non si è ripiegata sulle sue radici, che ha saputo andare avanti e accogliere le persone nuove e ha fatto in modo che chi arrivasse da fuori potesse partecipare attivamente. Ho sempre detto che sento il dovere di fare il sindaco perché questo paese ha dato tanto alla mia famiglia e devo restituirglielo.

La vicinanza con la Svizzera fa registrare la presenza di turisti provenienti anche da lì. Che ruolo ricopre il turismo per la piccola economia locale e come viene incentivata dall’amministrazione?
Siamo capofila del Distretto del Commercio Ceresio-Tresa con cui mettiamo in campo le azioni che il sistema ci permette. Adesso abbiamo appena chiuso un bando che finanziera il 50% degli interventi per il potenziamento delle attività commerciali. Poi abbiamo avviato tutte le attività di promozione turistica con l’obiettivo di fare diventare Lavena Ponte Tresa un luogo per vivere al meglio le bellezze del lago e di conseguenza di avere ricaduta sulle attività. Aggiungo un’altra grande iniziativa, che è la Via Francisca del Lucomagno, un cammino che ora parte da qui e arriva fino a Pavia, ma che si allungherà e arriverà fino al lago di Costanza. Una realtà che porta pellegrini qua e fa conoscere il nome del nostro paese.

Un Comune che vive molto attorno al lago come si difende in inverno?
Non abbiamo raggiunto la destagionalizzazione. Ad esempio, lo stretto di Lavena, che mi permetto di definire il luogo più bello di tutto il lago, nei mesi di novembre, dicembre e gennaio di fatto chiude. L’obiettivo è cercare di superare questa stagionalità delle attività, ci vogliono tempo e risorse, ma capisco anche che chi esce da una stagione estiva intensa decida nei mesi invernali di tirare i remi in barca.

Esiste una rete con i Comuni di Porto Ceresio e Brusimpiano?
Io sono presidente anche dell’Autorità di Bacino Lacuale del Ceresio, che comprende i Comuni del basso lago e i tre della parte italiana dell’alto lago. Attraverso ciò vengono messe in campo attività come spiagge sicure o miglioramento dei porti che cercano di valorizzare in modo unisono il lago Ceresio.

È un’utopia pensare a un unico lungolago che unisca i tre paesi?
Sarebbe bello averla ma in alcuni punti ci sarebbero condizioni difficili, vincoli e difficoltà, penso ad esempio ai tubi del gas che per motivi di sicurezza farebbero traslare tutta la passeggiata. L’idea è un qualcosa di sicuramente molto difficile, ma non un’utopia.

Cosa c’è in serbo per Lavena Ponte Tresa dopo l’estate?
Come lavori pubblici continuiamo con la messa in sicurezza del territorio. Dopo l’alluvione del 2020 abbiamo iniziato a investire per risolvere alcune questioni, tra cui mettere in scurezza il torrente Lavena. Speriamo poi di poter far ripartire e andare a completare i lavori per il polo sanitario, per cui abbiamo avuto problemi e contenziosi in passato. Continueremo poi dando continuità agli impegni culturali attraverso anche lo sport, che è diventato un canale importantissimo di promozione.

Dove va in vacanza il sindaco Mastromarino? Qual è la sua vacanza ideale?
Quest’anno andrò con la mia famiglia a Rimini. L’abbiamo deciso per contribuire all’economia dell’Emilia-Romagna dopo l’alluvione. La mia vacanza ideale è al mare ma con la possibilità di visitare bei luoghi e città d’arte.

Lorenzo D'Angelo

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