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Busto Arsizio | 27 luglio 2023, 10:55

«Commercio in evoluzione. Bisogna sempre sperimentare e puntare sulla competenza»

Cinquant’anni, tempo di bilanci. Per chi, come Daniele Caiafa, ha respirato fin da piccolo l’aria dell’attività di famiglia, il "traguardo" personale può essere l’occasione per una riflessione su come è cambiato il mondo del commercio. In generale e a Busto Arsizio, dove gestisce un’orologeria e gioielleria in via Roma ed è segretario del Comitato commercianti. «Il nostro è un bel centro, non dobbiamo essere vittime della lamentela – dice –. Ognuno cerchi di dare il proprio contributo»

«Commercio in evoluzione. Bisogna sempre sperimentare e puntare sulla competenza»

Cinquant’anni, tempo di bilanci. Per chi, come Daniele Caiafa, ha respirato fin da piccolo l’aria dell’attività di famiglia, il "traguardo" personale può essere l’occasione per una riflessione su come è cambiato il mondo del commercio. Tanto in generale quanto a Busto Arsizio, dove Caiafa gestisce un’orologeria e gioielleria in via Roma (24 Watches&Jewels) ed è segretario del Comitato commercianti centro cittadino.

«Negli anni le modalità di acquisto sono cambiate. Bisogna sempre sperimentare e puntare sulla competenza», dice Caifa. Che guarda con ottimismo al futuro, continuando a credere nelle potenzialità del centro di Busto.

Famiglia artigiana

Difficile, per chi nasce in una famiglia di artigiani – con nonno Aladino e papà Fortunato – fissare con precisione il momento in cui è iniziata la propria attività.
«Ho fatto il liceo artistico e i corsi di oreficeria, ma i miei ricordi della bottega risalgono a quando ero bambino», racconta Daniele Caiafa.

Il padre, tecnico di orologeria in Svizzera e alla Rolex, aveva poi aperto un negozio-laboratorio in viale Lombardia, a Busto.
«Una volta bisognava saper fare un po’ tutto – osserva Caiafa –. E lui mi raccontava i segreti del mestiere, mi dava consigli su come riparare un orologio o saldare un anello. E soprattutto mi ha dato un metodo».
Con un insegnamento che, nella sua semplicità, è “sacro” e resiste all’usura del tempo: «Meglio fare il lavoro fatto bene una volta piuttosto che far tornare il cliente – anche arrabbiato – e lavorare, di fatto, il doppio».

Il cambiamento

Una data precisa però c’è. È infatti il 2011 quando Caiafa decide di portare il suo negozio in centro. «Via Roma era appena stata pedonalizzata – dice –. Ricordo che per questo feci un plauso all’amministrazione Farioli. In quel momento erano al festival Mapic a Cannes, si parlavo molto di attrattività del territorio, di grande distretto del commercio, della ricerca di investitori».

È trascorsa una dozzina di anni e molto è cambiato. «E sta cambiando tutt’ora – precisa –. A partire dalla modalità di acquisto. Già nel 2017 con Confcommercio promuovemmo un evento ai Molini Marzoli per riflettere su quello che stava accadendo. Era ormai evidente che i social erano, e oggi lo sono ancora di più, fondamentali. Se fai bene il tuo lavoro ma questo non viene “visto” dall’esterno, se non è ben indicizzato sui motori di ricerca, se non produci dei video, funziona meno».

Per Caifa «bisogna sperimentare in maniera costante. Avere la voglia di trovare nuovi spunti, di non sentirsi mai arrivato».
Il tutto «rimanendo sempre vicino al cliente e puntando in ogni caso su competenza e conoscenza del proprio lavoro, che va sempre fatto con passione». 

Difficoltà, ma ottimismo

Senza nascondere che le difficoltà esistono. «In questa fase di cambiamento, tanti negozi sono in sofferenza e purtroppo il sistema non è stato ben regolamentato». Il riferimento è alla sfida impari con il “commercio elettronico”.

«Una fascia di clientela guarda solo il prezzo. Bisogna far capire che questo non è l’unico elemento. C’è il rischio di far mancare al nostro tessuto urbano quei negozi che da anni offrono un servizio. Occorre un senso di responsabilità comune. Io stesso quando acquisto vado prima nei negozi che mi possono fornire il prodotto che sto cercando. Perché se si perde un negozio, si perdono la storia e l’impegno di una famiglia. Prima rivolgiamoci ai negozi, dove ci sono esperienza, conoscenza, rapporto umano. Non è semplice far capire questo ai nostri ragazzi».

Il neo-cinquantenne guarda comunque con ottimismo al futuro. E continua a credere nel centro di Busto, tanto che da qualche tempo ha aperto un secondo punto vendita, sempre in via Roma. «Il nostro è un bel centro, non dobbiamo essere vittime della lamentela, ma cercare di trovare dei nuovi stimoli. Non va sempre tutto bene, ma ognuno deve cercare di dare il proprio contributo».
Caifa cita il recente evento con i ragazzi con disabilità di Mai Paura, che ha coinvolto quasi 40 realtà: «I negozi creano un tessuto sociale, rapporti umani. Non è solo lavoro. Per chi vuole aprire una nuova attività ci sono dei bandi regionali utili e, a livello comunale, il primo anno la tassa sui rifiuti non si paga. E poi c’è il supporto prezioso delle associazioni di categoria. È importante informarsi sulle opportunità che esistono».

Riccardo Canetta

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