La furia della grandine e del vento non ha risparmiato i santuari degli animali nel territorio. Per fortuna solo danni alle strutture, tutti gli ospiti sono salvi. C'è tanto, tantissimo da fare però a Vitadacani di Arese e Porcikomodi di Magnago, per rimettere tutto a posto e in sicurezza.
I santuari, lo ricordiamo, hanno ottenuto il riconoscimento giuridico da parte del Ministero della Salute: sono rifugi che accolgono suini, bovini e altri animali ancora, salvati dallo sfruttamento.
L'immagine è usata dai volontari è significativa: il santuario ha opposto resistenza passiva alla furia del vento e della grandine.
L'elenco però delle ripercussioni è pesante: «Alcuni box dei cani sono distrutti. Le aree di sgambamento sono un cumulo di tronchi e fango e le recinzioni sono state divelte. Nella parte del campo in cui vivono i bovini, un albero è crollato piegando il tetto della casa di Willy e dei suoi amici cinghiali. Le casette dei maiali sono come zattere sul fiume di acqua e fango che ha invaso il campo».
Ha del prodigioso che nessun animale si sia fatto male: «La voliera ha tenuto fortunatamente perché i suoi abitanti sono disabili e non avrebbero potuto mettersi in salvo. Il tetto delle case del gregge è rimasto attaccato per un angolo ma, almeno, non è caduto schiacciando tutti».
La preoccupazione, che lascia il posto al sollievo, traspare tutta nell'appello su Facebook: «In un attimo abbiamo rischiato di perdere qualcuno».
Ora bisogna ricostruire e le associazioni diffondono le modalità per aiutare a farlo.
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