Gallarate - 20 luglio 2023, 16:39

Tre ospedali? No, e la petizione per il Sant’Antonio Abate viaggia: 5.600 firme

La raccolta in sostegno al nosocomio gallaratese prosegue. La città e il territorio non vogliono perdere il presidio locale. A breve il punto della situazione

Obiettivo comune Gallarate torna sull’ospedale unico, o nuovo. Il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, rema in direzione diversa rispetto alla formazione civica (VEDI QUI). La barra, come noto, non è nelle mani del Comune.

Ma la mobilitazione del territorio non si ferma (VEDI QUI) e Ocg esprime «… totale sconcerto rispetto alle parole proferite in consiglio comunale di lunedì sera, in particolare da parte del primo cittadino, a proposito della petizione sull'Ospedale largamente sostenuta dai cittadini con migliaia di firme ed esprime a tale proposito la piena solidarietà al proprio consigliere comunale Massimo Gnocchi, per i continui attacchi ed insulti subiti da parte di tutti i rappresentanti della maggioranza durante i vari interventi».  

Di seguito, ulteriori contenuti di Ocg.

Nella petizione (quella in atto da circa un mese, Ndr) non viene chiesto da nessuna parte di avere tre ospedali, ma si sottolinea la necessità di mantenere in vita l'ospedale di Gallarate ed i suoi servizi essenziali ed ambulatoriali e si chiarisce la contrarietà ad un ospedale unico senza opporsi ad un eventuale ospedale nuovo di eccellenza, nel caso in cui la Regione volesse costruirne uno. Viene infatti chiaramente domandato che venga ripensato il progetto di “Ospedale Unico” (che prevede la chiusura del Sant’Antonio Abate) in un eventuale "Ospedale Nuovo” di eccellenza, a condizione che il nostro nosocomio di Gallarate resti operativo per i servizi suddetti.

Proposta, questa, peraltro esattamente in linea col nostro programma elettorale. La gente firma perché ha capito cosa chiede la petizione ed è l'unica cosa che conta. Il nostro pensiero di ringraziamento e grande solidarietà va ai 5.600 (ultimo aggiornamento) firmatari della petizione, costituiti da gallaratesi e cittadini dei comuni limitrofi, ingiustamente e dispregiativamente definiti “sciure Maria”. Cittadine e cittadini di cui fanno parte operatori sanitari, medici, laureati, professionisti, studenti, commercianti, artigiani, pensionati, ecc, la cui capacità di comprensione e raziocinio è stata ingiustamente messa in discussione; cittadini e cittadine tutti uniti nel chiedere a gran voce attenzione, risposte concrete e fatti sul futuro della loro sanità pubblica locale».



Stefano Tosi