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Gallarate | 17 luglio 2023, 22:13

Consiglio comunale di Gallarate: Edoardo Guenzani unisce, la Sanità divide

Nel momento iniziale delle comunicazioni, interventi prevalentemente divisi in due, fra il ricordo dell’ex sindaco e le posizioni relative a ospedale unico, tutela del Sant’Antonio Abate e relativa petizione

Il minuto di silenzio osservato dall'aula per Edoardo Guenzani

Il minuto di silenzio osservato dall'aula per Edoardo Guenzani

Hanno viaggiato su binari paralleli le comunicazioni che hanno aperto il Consiglio comunale di Gallarate del 17 luglio. Entrambi argomenti prevedibili, per ragioni diverse e lontane. Sul primo binario si è mosso il ricordo, segnato dalla stima, dell’ex sindaco Edoardo Guenzani, a poche ore dall'ultimo saluto (VEDI QUI). Sul secondo ha viaggiato il “convoglio ospedali”, fra prese di posizione, precisazioni e cenni polemici. Il presidente, Marco Colombo, ha aperto i lavori chiedendo un minuto di silenzio per il primo cittadino, recentemente scomparso.

A ricordarlo, subito dopo, è stato il suo successore, Andrea Cassani: «Sono stato contrapposto a lui nel 2016, in una campagna elettorale sentita da entrambi e terminata la quale si è comportato da galantuomo, con un'opposizione corretta e sensata. Durante il suo mandato, ha affrontato una fase non semplice, più critica, e ha dato il via a una razionalizzazione dei costi che forse gli ha impedito di ottenere nell’immediato un consenso bipartisan. Ma è stato una persona che ha fatto tanto per la città, come professionista, nel sociale e nella politica».

È partito da un ricordo personale Giovanni Pignataro (Pd) al fianco di Guenzani in una campagna vittoriosa e in una segnata dalla sconfitta, fra le due anche come assessore e vicesindaco: «Era l'estate 2010. Incontravamo, nella sede del partito, dei tecnici per studiare il Pgt. La riunione languiva, lui intervenne e mise in fila tutti i ragionamenti. Quando, poi, si trattò di trovare un candidato sindaco, pensai a lui, a una persona capace più che a un politico. Avevo poche speranze ma, alle sue condizioni, accettò. Mi chiesi: se avessi 68 anni e fossi un professionista affermato, con la sua passione per lo sci e nessun bisogno di questa esperienza, lo farei? Ma lui, con spirito di servizio, disse sì. Magari fece scelte che non vennero presentate nella maniera giusta ma mi auguro che nella nostra città altre persone possano pensare alla politica in quel modo, non solo persone che fanno politica da anni».

Giuseppe De Bernardi Martignoni, Fdi, ha ricordato i giorni del “ribaltone” 2011, con la vittoria del centrosinistra, e gli anni successivi: «Ci sono stati effettivamente momenti aspri, ma il sindaco Guenzani è sempre stato una persona cordiale, mi ha dimostrato che ero un suo avversario, non un nemico. Al termine di ogni confronto diceva “Ciao, buona serata”. Ecco, anche io, oggi, vorrei dirgli “Ciao, buona serata”». Paolo Bonicalzi (Lega) ha ricordato la lealtà anche negli scontri più duri, notturni. Così Cesare Coppe, Città è Vita: «Se siedo qui è grazie a Edoardo Guenzani. Perché ha ispirato la lista civica che rappresento, coinvolgendo molte persone che erano lontane dalla vita politica, e poi perché è stato di esempio. Ricordo competenza e dedizione, garbo e stile, disponibilità e sorriso. Talvolta è stato lontano, per volontà o per leggerezza , dal consenso. Ma porteremo avanti i suoi valori con determinazione».

Quasi ogni dichiarazione di apprezzamento nei confronti dell’ingegnere che ha guidato la città per cinque anni, del resto, si è accoppiata a sottolineature sul tema del momento: ospedale unico (uno snodo importante è in programma il 24 luglio, VEDI QUI), nosocomi esistenti, a partire da quello gallaratese, e petizione in merito, da giorni oltre quota 5mila firme (VEDI QUI). Il sindaco, ricordato l’appuntamento della validazione in ottica Accordo di Programma e i passaggi previsti nei consigli di Busto e Gallarate, ha parlato di «…fantomatiche petizioni, con contenuti criptici e non chiari. Non si è capito a cosa si mira». Soprattutto, per Cassani, non lo hanno capito i firmatari: «Tre ospedali in sei chilometri, con un “eventualmente” nel testo che può voler dire tutto e il contrario di tutto. Pignataro, per esempio, dice sì a una nuova struttura ma tenendo sul territorio cronici e medicina territoriale. Che è ciò verso cui si sta andando. Servirebbe un po’ di serietà. Essere bravi amministratori è come essere bravi genitori. C’è chi vuole strutture che farebbero scappare i medici rimasti».

Inevitabile replica di Pignataro: «Il testo della petizione non parla di tre ospedali (non avrei firmato) ma propone una visione coerente con la legge regionale, un ospedale per acuti e risposte per chi acuto non è più e oggi si rivolge al privato. La proposta è coerente con la legge regionale, ora inapplicata. Occorre un altro ospedale con risposte di degenza, dato che le case di comunità offrono risposte insufficienti». Michele Bisaccia (Silvestrini sindaco), tra i firmatari: «La sanità territoriale e gallaratese sono in costante e crescente difficoltà. L’ospedale unico presenta criticità di progettazione e di viabilità. E comunque l’orizzonte è quello del 2030. Mi auguro, fino ad allora, di godere di buona salute».

Ovviamente diverso il punto di Giuseppe De Bernardi Martignoni, che è anche consigliere regionale: «Il mio partito ha sottoscritto un programma con l’ospedale unico e non ci sono dietrofront. Ma non siamo per il depotenziamento. In Regione mi batterò perché l’ospedale di Gallarate non venga depotenziato». Chiusura di Massimo Gnocchi che, con Obiettivo Comune Gallarate, ha promosso la petizione. Dopo avere a sua volta ricordato Edoardo Guenzani, si è rivolto al sindaco: «Ricordo che la Commissione sanità dovrebbe riunirsi ogni 90 giorni e ne sono passati più di 140 dall’ultima convocazione. Bisogna smettere di denigrare persone e opinioni. La petizione contiene la richiesta, educata, di salvare un ospedale, quello di Gallarate, e che non si faccia un ospedale unico».

Stefano Tosi

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